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Podcast di approfondimento evolutivo dei temi e dei messaggi del libro omonimo. Un viaggio tra vita, malattia e amor proprio.
23 FEB 2024 · Il modello globalizzato, standardizzato e uniformato che ci viene imposto a livello sociale tende da un lato a convincerci dell’esistenza di una “normalità“ e dall’altro a vedere nel “diverso“ un soggetto anormale che non si conosce, che non si sa affrontare e che si fa presto a isolare.
Insieme a questo, il vivere moderno tende ad appiattire le differenze e le diversità anche tra le persone che vengono fatte rientrare nella cosiddetta “corrente maestra”, cioè tutte quelle persone che si abbandonano, chi per inerzia, chi per incapacità, chi per pigrizia, agli standard e alle etichette sociali.
Così facendo, vengono anche rinnegati e depauperati anche tante qualità e tanti talenti nascosti, magari preziosissimi e rari, ma non corrispondenti ai cliché della società.
Anche a livello giovanile, ad esempio, i ragazzi sono disorientati e incapaci di far leva sulla propria qualità per emergere. Così diventa più facile prendere in giro, umiliare, discriminare e bullizzare i soggetti apparentemente più fragili per accrescere la propria autostima e il proprio desiderio di affermazione.
Un mondo migliore sarà possibile se e quando ciascuno di noi, dai più giovani a noi adulti, comincerà a guardare dentro se stesso prima di giudicare gli altri, se e quando ciascuno di noi comincerà a correggere i propri difetti prima di deridere quelli altrui, se e quando ciascuno di noi comincerà a valorizzare i propri talenti prima di pensare che la sopraffazione sia l’unico modo per emergere
Le differenze individuali e le diversità sono tratti caratteristici e distintivi che fanno di ciascuna persona un individuo unico e irripetibile: prima impareremo che tutti noi siamo ugualmente differenti, diversi e disabili su diversi fronti e per diversi aspetti aspetti, prima impareremo a essere implicitamente inclusivi e pronti per un futuro e un mondo migliore.
12 FEB 2024 · L’amicizia è un valore e l’amicizia ha un valore.
Si tratta di un valore spesso sottovalutato, specialmente in epoca social dove di “amici“ ne abbiamo decine, centinaia e forse migliaia. Sotto il nome di “amicizia” facciamo passare di tutto, dalle amicizie vere fino alle amicizie social, fino alle conoscenze superficiali od occasionali.
Eppure, se ci pensiamo veramente gli amici veri si contano sulle dita di una mano. Questo perché l’amicizia racchiude in sé altri valori importanti come la fiducia, il rispetto e l’onestà, tutti difficili da trovare coincidenti in tante delle persone che consideriamo genericamente “amiche”.
In un’epoca in cui le relazioni interpersonali sono tutte veloci, superficiali, sfuggenti e perlopiù occasionali, se non addirittura circostanziali, è sempre più raro, ma per questo ancora più importante, avere come freccia al proprio arco l’amicizia vera, quella profonda, disinteressata e immediata, l’amicizia in cui non servono parole ma in cui ci si capisce al volo.
Papa Francesco, in un famoso passaggio, si esprimeva in questi termini: “La vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità del cuore.”
E voi? con quante persone vi sentite liberi di farlo?
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10 FEB 2024 · Etimologicamente, l’enciclopedia Treccani definisce la felicità come quello “stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”: bella scommessa! Mettere in coincidenza la serenità, l’assenza di preoccupazioni e l’assenza di effetti turbativi derivanti da dolori o sofferenze pare difficilmente realizzabile nella nostra ordinaria quotidianità.
Sembra quasi che la felicità debba essere un obiettivo ultimo o comunque al nostro orizzonte, un obiettivo da raggiungere sempre nel corso della nostra vita, come se fosse un po’ una carota che danza di fronte ai nostri occhi senza possibilità di addentarla e raggiungerla.
Come spesso succede, la realtà è che siamo specializzati nel rendere complicate anche le cose più semplici: dal timore di non vivere momenti di felicità, alla paura di mandare in frantumi quella stessa felicità con il solo pensiero di accorgersene, fino all’ idealizzazione dello stesso concetto di felicità come qualcosa di lontano e, per così dire, “alto”. La felicità, invece, è una cosa semplice, istintiva e immediata come tutte le emozioni e come i sentimenti che ne conseguono.
Prima ancora di farci troppe domande e di spaventarci delle risposte, dovremmo imparare a vivere di più e meglio il nostro presente, riprendendo contatto intimo con la nostra sensibilità e con tutto ciò che - dalle persone alla natura, dagli animali fino alle cose - ci fa star bene con semplicità e con naturalezza.
Già questo è e sarà sempre una buona base di partenza per la felicità di ciascuno di noi.
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7 FEB 2024 · Ciascuno di noi tende a pesare ciò che ha in base a due fattori: da un lato l’abitudine a godere di certi privilegi o di certe condizioni, dall’altro la fatica della conquista.
Quando una persona nasce, cresce e vive in piena salute, non si rende conto del fatto che possano esserci condizioni anche molto diverse, perché assuefatto da una prospettiva in quota riferita solo al contesto valutativo di fronte ai propri occhi. Allo stesso modo, godendo del privilegio di essere stata e di stare sempre bene, quella stessa persona non ha neppure la percezione della quota rispetto al livello del mare della propria vita e cioè di quante cose stia dando per scontate ma che scontate proprio non sono. La salute, prima di tutto.
Purtroppo, al di là delle tante parole che io insieme a tanti altri potremo dire, la verità è che la vera percezione del valore delle cose, e cioè della propria propria altitudine rispetto alla pianura, considerando che la quota più alta corrisponda a uno status migliore, arriva solamente in occasione della perdita e cioè quando si finisce per sacrificare sul piatto della vita uno degli aspetti solitamente scontati come la salute, l’agio economico, il lavoro o la famiglia.
È solo allora che il valore dell’altitudine assume importanza, è solo allora che la terza dimensione assume un peso specifico, è solo allora che il prezzo della perdita diventa misurabile. E la misura corrisponde alla fatica e allo sforzo per la riconquista di ciò che si è perso, un valore già noto a chi quella fatica l’aveva magari già provata fino in fondo prima di arrivare all’altopiano, ma non a chi sull’altopiano ci è nato.
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28 GEN 2024 · Viviamo ormai una vita senza pause, senza respiro, senza tregua, come se fosse quasi un peccato alzare la mano e chiedere il cambio, come succede nello sport.
Non ci concediamo nemmeno il tempo di avvertire la fatica, accorgerci dell’affanno e percepire i crampi ai nostri muscoli. No, è obbligatorio correre, correre sempre come delle palline da flipper impazzite, senza concederci momenti di respiro
Come già discusso anche nell’episodio “Corrente”, viviamo guidati dalla corrente quasi per inerzia, senza la forza ma, in certi casi, senza nemmeno la volontà di estraniarsi dal flusso e fermarsi sulla riva per osservare con una prospettiva nuova e diversa il corso del fiume della nostra vita. A volte lo facciamo per pigrizia, altre volte per mancanza di lucidità, altre volte ancora per paura di porci troppe domande o forse più per paura di scoprire le risposte a queste domande.
Il fatto è che, senza pause rigeneranti e senza momenti di riflessione, finiamo ben presto fuori giri, dimenticandoci del fatto che non siamo biologicamente costruiti per vivere in apnea.
La realtà è che tutti i treni, anche quelli a lunga percorrenza, si fermano in alcune stazioni senza che ci sia nulla di strano e soprattutto nulla di cui vergognarsi.
A volte le pause in stazione sono programmate in anticipo, altre volte sono delle necessità emerse durante il percorso (ad esempio, degli stop tecnici), altre ancora sono delle pause imposte dall’esterno p di cui ci rendiamo conto all’improvviso.
La cosa importante è il fatto di essere preparati, se non addirittura di mettere in conto la possibilità di fermarci in stazione per il tempo necessario, un tempo di una durata che conosciamo e conosceremo sempre e solo noi.
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23 DIC 2023 · Il tema di questo episodio riguarda l’impatto delle nostre ombre sulla nostra personalità e sul nostro atteggiamento verso la vita.
Ciascuno di noi è convinto di rimanere se stesso in tutte le condizioni e in tutte le situazioni, mascherando anche i lati oscuri che vorremmo mantenere sottotraccia, un po’ nascosti dall’occhio indiscreto delle persone che ci stanno attorno. Ciò di cui non siamo consapevoli, invece, è il fatto che le nostre ombre influenzano molto nitidamente e molto marcatamente il nostro comportamento, tanto che spesso alterano le nostre parole, i nostri pensieri e soprattutto i nostri atteggiamenti di riflesso rispetto a qualcosa che coviamo dentro o dietro di noi.
Che si tratti di forme di dolore, di paure, di ansie, di conflitti ereditati dal passato e residenti nel nostro inconscio, che si tratti ancora di dubbi, di grandi crisi personali o di malattie, poco importa finché siamo in grado di dominarle o comunque di gestirle senza farcene prevaricare. Spesso, invece, finiamo per farci talmente condizionare dal nostro lato oscuro da attribuirne un ruolo più importante di quello che dovrebbe avere e cioè quello di “alter ego”.
È come se ci lasciassimo in qualche modo trasfigurare dalle nostre ombre, una volta date le spalle alla luce della nostra vita. Siccome poi ci capita spesso di essere orientati verso il nostro lato più oscuro, più melanconico e più ansioso, ne consegue che, a parità di esteriorità corporea, ci possa capitare altrettanto spesso di mostrare agli altri - ma anche a noi stessi - il nostro lato peggiore, il mister Hyde che è in noi.
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16 DIC 2023 · Avete mai fatto caso a quanto passato ci sia nel nostro presente e nel nostro futuro? Sembra un gioco di parole ma non è così.
In questo episodio vorrei affrontare un aspetto del nostro atteggiamento verso il futuro con un’interpretazione un po’ insolita. Per farlo, cercherò prima di tutto di affrontare la differenza (o le differenze) tra i due concetti di fantasia e di immaginazione.
La vera concreta differenza tra fantasia e immaginazione si riconduce al fatto che la seconda sia un “di più“ della prima, visto che alla componente di visualizzazione pura, propria della fantasia, viene associata anche la componente sensoriale/emozionale. Il risultato dell’immaginazione è, quindi, molto più pieno e realistico di quello della fantasia.
Succede che, come San Tommaso, finiamo per credere più a ciò che immaginiamo che a ciò che, per così dire, sogniamo, perché l’immaginazione poggia sul fatto di aver visto, toccato o sperimentato certe sensazioni o certe emozioni che danno “profondità “ e “tridimensionalità“ alla nostra pura fantasia mentale.
Il senso del discorso si riconduce non solo alla necessità di vivere intensamente le emozioni e le esperienze sensoriali del nostro presente, cosa che già facciamo fatica a fare, ma anche alla presa di consapevolezza del fatto che il nostro atteggiamento di oggi nei confronti della vita condizionerà certamente la nostra capacità di immaginazione del nostro futuro a breve, a medio e a lungo termine.
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9 DIC 2023 · C’è un aspetto particolare della nostra interpretazione del presente che ho scelto di affrontare tramite l’analogia con la fotografia, a me tanto cara. Se immaginiamo che la nostra sensibilità verso la vita sia in qualche modo paragonabile all’azione dello scatto fotografico, è chiaro che esista un parallelismo piuttosto netto tra la nostra condotta di vita, nel senso più generale, e il nostro stile fotografico.
Da un lato c’è la progressiva, continua e inesorabile accelerazione dei tempi di scatto con la conseguente perdita di valore di ciascuno di essi; dall’altro c’è la perdita di significato profondo del soggetto o della scena che scegliamo volontariamente di immortalare, passati dall’essere pensati, voluti e meticolosamente studiati, come accadeva nel passato con le macchine fotografiche analogiche, all’essere superficiali, affrettati e quasi “casuali”, come accade al giorno d’oggi.
Ed è proprio l’uso-abuso dello smartphone, con tutte le facilitazioni tecniche e tecnologiche che ne restano associate, a rappresentare il vero simbolo della nostra intervenuta leggerezza rispetto al passato e rispetto al valore della vita che, giorno dopo giorno, ci lasciamo sfuggire.
L’avvento dei social network e l’accessibilità massiva alla fotografia digitale tramite gli smartphone ha creato una profonda frattura tra la realtà fisica, che tutti noi dovremmo vivere con intensità e piena consapevolezza, e la realtà virtuale, che la maggior parte delle persone ormai vive con prevalenza e priorità sul resto.
Tra una foto non scattata e un’emozione reale non vissuta, in futuro potremmo pentirci senza dubbio della seconda, difficilmente della prima. Nell’ordine di importanza, vengono prima le emozioni e poi le foto, difficilmente succede il contrario.
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2 DIC 2023 · Uno degli errori più grandi che possiamo commettere è quello di vivere rivolti verso il passato anziché prestare attenzione al nostro presente e al nostro futuro.
Spesso poi, vivere al passato significa restare inghiottiti nel vortice dei rimorsi e rimpianti, vivendo di “se” e di “ma”, come se - rivivendo a posteriori le esperienze e non solo gli errori del passato - cercassimo di cambiare il corso degli eventi, spesso addirittura torturandoci in virtù di periodi ipotetici del terzo tipo, lontani da qualunque realtà e del tutto inappropriati rispetto ai nostri veri e immediati interessi di vita. Purtroppo ci dimostriamo spesso essere degli studenti indisciplinati che si dimostrano restii ad apprendere le lezioni del passato, ricadendo negli errori già commessi e perdendo occasioni e opportunità nuove a causa dell’atteggiamento vecchio.
Parlare di rimorsi e di rimpianti significa anche riproporre il classico motivo distintivo tra “chi fa, sbaglia” e “chi non fa, non sbaglia”, sebbene a posteriori anche il non-fare possa rivelarsi un errore e quindi tramutarsi in rimpianto. Questo dovrebbe suggerirci il fatto che nella vita conviene sempre osare e cioè muovere un passo in avanti nella direzione voluta e desiderata, piuttosto che restare fermi.
Ogni giorno, di fronte ad una scelta non abbiamo altri elementi oltre a quelli disponibili nel contesto valutativo del momento e sulla base di quelli possiamo basare le nostre considerazioni. Solo il tempo proverà la correttezza della nostra valutazione e soprattutto la completezza del quadro valutativo entro cui ci siamo mossi, ma sarebbe troppo complesso, improduttivo e limitativo pensare di condizionare le scelte di oggi in virtù della paura di scoprirci fallaci domani.
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25 NOV 2023 · A partire dallo stesso concetto di “corrente“, in questo episodio ho cercato di esporre le due diverse e contrapposte chiavi di lettura che - a mio avviso- dovremmo tenere sempre nella dovuta considerazione. Esiste, infatti, una prima interpretazione del concetto di “corrente” - quella dei condizionamenti sociali - da cui, nostro malgrado, siamo trascinati e da cui faremmo bene a uscire o che dovremmo almeno vivere con una coscienza e una consapevolezza diverse.
Esiste, però, una seconda interpretazione di “corrente” - quella del naturale flusso degli eventi - a cui invece ci opponiamo strenuamente anziché lasciare che la natura faccia il proprio corso. Spesso, infatti, finiamo per essere trasportati dalla corrente “sbagliata” e per perderci, allo stesso tempo, la corrente “giusta”.
Probabilmente quando ci troviamo immersi nella routine quotidiana e, soprattutto, quando ci troviamo nella condizione più favorevole e fortunata di assenza di ombre, di problemi e di preoccupazioni, ci manca un po’ il contesto di valutazione. Così finiamo per fare l’esatto opposto di quello che dovremmo ragionevolmente fare nell’ottica del miglioramento di sé e dell’amor proprio.
Ecco, quindi, i due aspetti per me fondamentali per la nostra crescita: il primo si riconduce alla necessità di prenderci dei momenti di pausa dalla sistematicità della nostra quotidianità per guardarci dentro e per esaminare la nostra vita dall’esterno; il secondo si riconduce alla necessità di liberarci dai pesi che zavorrano e che rallentano il nostro percorso di crescita, togliendoci la leggerezza e limitandoci nel nostro entusiasmo.
Estraniarsi dalla corrente sociale e diventare, allo stesso tempo, corrente degli eventi della vita non è in contrapposizione. Al contrario! È un’assoluta necessità se vogliamo raggiungere la necessaria leggerezza e la più matura consapevolezza di ciò che siamo, di ciò che vogliamo e della direzione in cui vogliamo andare nel corso della nostra vita.
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Autore | Andrea Manganaro |
Organizzazione | Andrea Manganaro |
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