Episodio 20 - Obiettivo: vita - Stazione
28 gen 2024 ·
29 min. 49 sec.
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Descrizione
Viviamo ormai una vita senza pause, senza respiro, senza tregua, come se fosse quasi un peccato alzare la mano e chiedere il cambio, come succede nello sport. Non ci concediamo...
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Viviamo ormai una vita senza pause, senza respiro, senza tregua, come se fosse quasi un peccato alzare la mano e chiedere il cambio, come succede nello sport.
Non ci concediamo nemmeno il tempo di avvertire la fatica, accorgerci dell’affanno e percepire i crampi ai nostri muscoli. No, è obbligatorio correre, correre sempre come delle palline da flipper impazzite, senza concederci momenti di respiro
Come già discusso anche nell’episodio “Corrente”, viviamo guidati dalla corrente quasi per inerzia, senza la forza ma, in certi casi, senza nemmeno la volontà di estraniarsi dal flusso e fermarsi sulla riva per osservare con una prospettiva nuova e diversa il corso del fiume della nostra vita. A volte lo facciamo per pigrizia, altre volte per mancanza di lucidità, altre volte ancora per paura di porci troppe domande o forse più per paura di scoprire le risposte a queste domande.
Il fatto è che, senza pause rigeneranti e senza momenti di riflessione, finiamo ben presto fuori giri, dimenticandoci del fatto che non siamo biologicamente costruiti per vivere in apnea.
La realtà è che tutti i treni, anche quelli a lunga percorrenza, si fermano in alcune stazioni senza che ci sia nulla di strano e soprattutto nulla di cui vergognarsi.
A volte le pause in stazione sono programmate in anticipo, altre volte sono delle necessità emerse durante il percorso (ad esempio, degli stop tecnici), altre ancora sono delle pause imposte dall’esterno p di cui ci rendiamo conto all’improvviso.
La cosa importante è il fatto di essere preparati, se non addirittura di mettere in conto la possibilità di fermarci in stazione per il tempo necessario, un tempo di una durata che conosciamo e conosceremo sempre e solo noi.
Seguimi anche sui profili Instagram andrea_manganaro_official e Facebook Andrea Manganaro OV
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Non ci concediamo nemmeno il tempo di avvertire la fatica, accorgerci dell’affanno e percepire i crampi ai nostri muscoli. No, è obbligatorio correre, correre sempre come delle palline da flipper impazzite, senza concederci momenti di respiro
Come già discusso anche nell’episodio “Corrente”, viviamo guidati dalla corrente quasi per inerzia, senza la forza ma, in certi casi, senza nemmeno la volontà di estraniarsi dal flusso e fermarsi sulla riva per osservare con una prospettiva nuova e diversa il corso del fiume della nostra vita. A volte lo facciamo per pigrizia, altre volte per mancanza di lucidità, altre volte ancora per paura di porci troppe domande o forse più per paura di scoprire le risposte a queste domande.
Il fatto è che, senza pause rigeneranti e senza momenti di riflessione, finiamo ben presto fuori giri, dimenticandoci del fatto che non siamo biologicamente costruiti per vivere in apnea.
La realtà è che tutti i treni, anche quelli a lunga percorrenza, si fermano in alcune stazioni senza che ci sia nulla di strano e soprattutto nulla di cui vergognarsi.
A volte le pause in stazione sono programmate in anticipo, altre volte sono delle necessità emerse durante il percorso (ad esempio, degli stop tecnici), altre ancora sono delle pause imposte dall’esterno p di cui ci rendiamo conto all’improvviso.
La cosa importante è il fatto di essere preparati, se non addirittura di mettere in conto la possibilità di fermarci in stazione per il tempo necessario, un tempo di una durata che conosciamo e conosceremo sempre e solo noi.
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Informazioni
Autore | Andrea Manganaro |
Organizzazione | Andrea Manganaro |
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