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Nei primi mesi del 1924 il «pateracchio» compirà due anni, in metà dei Comuni ticinesi si tengono le elezioni sull’arco di alcuni mesi e non senza polemiche e cazzotti, le...
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Nei primi mesi del 1924 il «pateracchio» compirà due anni, in metà dei Comuni ticinesi si tengono le elezioni sull’arco di alcuni mesi e non senza polemiche e cazzotti, le battaglie a palle di neve sono un problema sentito a Bellinzona, i tifosi del Lugano inseguono un arbitro, molti ticinesi emigrano in cerca di fortuna (non sempre trovandola), le auto stanno prendendo il sopravvento sulle strade e fascisti e socialisti litigano a mezzo stampa al punto da far intervenire il Consiglio Federale. Sono solo alcune delle notizie, grandi e piccole, che leggeremo nella Cara vecchia rassegna stampa, un nuovo podcast del Corriere del Ticino, ideato, scritto e letto da Federico Storni, giornalista di cronaca con il pallino della storia locale.
In questa sua prima stagione, per almeno otto puntate a cadenza settimanale, Storni leggerà con approccio tendenzialmente naïve le notizie relative al Ticino tratte da cinque quotidiani dell’epoca: Gazzetta Ticinese e il Dovere, organi del Partito liberale radicale; Popolo e Libertà, organo del partito conservatore; Corriere del Ticino, che già allora si definiva indipendente; e Libera Stampa, organo del partito socialista.
Approccio naïve in quanto Storni ha deciso di partire proprio dai giornali, approfondendo solo dopo averli appresi «in diretta» i temi e i personaggi. Conduttore e ascoltatore cresceranno dunque insieme.
Scopo della CVRS è però innanzitutto intrattenere (i giornali dell’epoca sono spesso divertenti e divertiti), mostrando al contempo come si viveva dalle nostre parti cento anni fa, quali erano le sfide a cui erano confrontati i nostri avi e come i giornali le raccontavano e trattavano il discorso politico. L’epoca è per certe cose sorprendentemente familiare e per altre sorprendentemente aliena e apprezzare le differenze rispetto al nostro tempo – vedere cosa abbiamo guadagnato, o perso – può anche aiutare a dare un senso a ciò che siamo oggi. Si tratta di articoli ancora in grado di dire qualcosa di noi.
Il 1924 è anche inserito in un periodo ricco e interessante della storia ticinese. A livello politico erano infatti i primi anni del Governo di paese – il «pateracchio» di cui a inizio articolo, per usare l’espressione dispregiativa per definirlo – cioè gli anni in cui grazie al passaggio dal maggioritario al proporzionale le minoranze riuscirono a strappare il potere ai liberali che lo detenevano da diversi anni, dopo averlo preso con la forza nel 1890 (con il consigliere di Stato conservatore Luigi Rossi morto ammazzato sull’uscio di Palazzo delle Orsoline e l’intervento del Consiglio Federale che impone un governo di compromesso con a capo Agostino Soldati, fondatore l’anno dopo del CdT). Ora al potere vi sono i conservatori, grazie a un patto stretto con i socialisti e gli agrari (gli avi dell’odierno UDC), benché la maggioranza relativa sia ancora liberale e i liberali in generale controllino le città. Sono, in altre parole, i primi anni del consociativismo. Gli anni in cui il Ticino – e la Svizzera tutta, che adottò il proporzionale nel 1919 – imparò a portare a casa i risultati collaborando.
Ma – e allarghiamo lo sguardo – sono anche gli anni fra due guerre (certo, allora non lo si immaginava) e, sull’uscio di casa, della presa del potere del fascismo e di Mussolini. Una presa del potere vista con una certa benevolenza, almeno fino a lì, dai due giornali liberali e dal CdT. Poi le cose cambieranno, anche grazie a degli episodi del 1924 che, argomentano alcuni storici, furono decisivi per il radicamento dell’antifascismo nel nostro cantone, di cui peraltro Libera Stampa è stata la prima espressione in lingua italiana in assoluto.
Quali, lo scopriremo insieme, se avrete il piacere di seguirci in queste puntate. Buon ascolto!
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In questa sua prima stagione, per almeno otto puntate a cadenza settimanale, Storni leggerà con approccio tendenzialmente naïve le notizie relative al Ticino tratte da cinque quotidiani dell’epoca: Gazzetta Ticinese e il Dovere, organi del Partito liberale radicale; Popolo e Libertà, organo del partito conservatore; Corriere del Ticino, che già allora si definiva indipendente; e Libera Stampa, organo del partito socialista.
Approccio naïve in quanto Storni ha deciso di partire proprio dai giornali, approfondendo solo dopo averli appresi «in diretta» i temi e i personaggi. Conduttore e ascoltatore cresceranno dunque insieme.
Scopo della CVRS è però innanzitutto intrattenere (i giornali dell’epoca sono spesso divertenti e divertiti), mostrando al contempo come si viveva dalle nostre parti cento anni fa, quali erano le sfide a cui erano confrontati i nostri avi e come i giornali le raccontavano e trattavano il discorso politico. L’epoca è per certe cose sorprendentemente familiare e per altre sorprendentemente aliena e apprezzare le differenze rispetto al nostro tempo – vedere cosa abbiamo guadagnato, o perso – può anche aiutare a dare un senso a ciò che siamo oggi. Si tratta di articoli ancora in grado di dire qualcosa di noi.
Il 1924 è anche inserito in un periodo ricco e interessante della storia ticinese. A livello politico erano infatti i primi anni del Governo di paese – il «pateracchio» di cui a inizio articolo, per usare l’espressione dispregiativa per definirlo – cioè gli anni in cui grazie al passaggio dal maggioritario al proporzionale le minoranze riuscirono a strappare il potere ai liberali che lo detenevano da diversi anni, dopo averlo preso con la forza nel 1890 (con il consigliere di Stato conservatore Luigi Rossi morto ammazzato sull’uscio di Palazzo delle Orsoline e l’intervento del Consiglio Federale che impone un governo di compromesso con a capo Agostino Soldati, fondatore l’anno dopo del CdT). Ora al potere vi sono i conservatori, grazie a un patto stretto con i socialisti e gli agrari (gli avi dell’odierno UDC), benché la maggioranza relativa sia ancora liberale e i liberali in generale controllino le città. Sono, in altre parole, i primi anni del consociativismo. Gli anni in cui il Ticino – e la Svizzera tutta, che adottò il proporzionale nel 1919 – imparò a portare a casa i risultati collaborando.
Ma – e allarghiamo lo sguardo – sono anche gli anni fra due guerre (certo, allora non lo si immaginava) e, sull’uscio di casa, della presa del potere del fascismo e di Mussolini. Una presa del potere vista con una certa benevolenza, almeno fino a lì, dai due giornali liberali e dal CdT. Poi le cose cambieranno, anche grazie a degli episodi del 1924 che, argomentano alcuni storici, furono decisivi per il radicamento dell’antifascismo nel nostro cantone, di cui peraltro Libera Stampa è stata la prima espressione in lingua italiana in assoluto.
Quali, lo scopriremo insieme, se avrete il piacere di seguirci in queste puntate. Buon ascolto!
3 AGO 2024 · Mistero degli spiriti risolto, quindi? E allora perché https://www.cdt.ch/news/la-polemica-estiva-del-1904-riguardava-i-fantasmi-358851 si trascina ancora per diversi giorni? Era davvero stata la ragazzina? Ma come? E a prescindere dal caso di Cabbio gli spiriti esistono o no? Perché il memoriale di don Spinelli non è scritto nella grafia di don Spinelli? E ancora: la vicenda ha ben più di cent'anni, dunque gli archivi della procura sono stati desecretati: riveleranno altri dettagli? Buon ascolto! La Cara Vecchia Rassegna Stampa è ideata, scritta e letta da Federico Storni e generalmente migliorata da Jenny Covelli.
28 LUG 2024 · La CVRS torna dopo qualche mese di pausa con una grossa novità: invece di ripercorrere settimana per settimana le notizie ticinesi di cent’anni fa, a questo giro racconteremo nel dettaglio piccole e grandi storie singole di inizio Novecento.
La prima puntata di questo nuovo corso è dedicata a un’«abracadabrante faccenda» del 1904, quando per un mese intero i giornali ticinesi litigarono con toni vivacissimi su dei misteriosi colpi sentiti più volte in un cascinale sui monti di Cetto, un piccolo nucleo di case distante oltre un’ora da Cabbio. Si stavano manifestando degli spiriti? Scopriamolo in questa prima parte.
La Cara Vecchia Rassegna Stampa è un podcast del Corriere del Ticino ideato, scritto e letto da Federico Storni e generalmente migliorato da Jenny Covelli.
Per qualsiasi cosa: mailto:federico.storni@cdt.ch.
23 FEB 2024 · La Cara Vecchia Rassegna Stampa finisce qui. Perlomeno nella sua forma attuale. Dopo otto settimane a raccontare cosa scrivevano esattamente cento anni fa i cinque quotidiani ticinesi dell’epoca, è tempo di una pausa; una piccola pausa. La CVRS ritornerà infatti già a metà marzo con una puntata monotematica dedicata a un poeta del popolo luganese: una storia pazzesca e in gran parte dimenticata che non vediamo l’ora di raccontarvi. Altre monografiche poi seguiranno nel corso del ’24, poi si vedrà: se avete proposte o desiderata questo è il momento di fare sentire la vostra voce: scriveteci a mailto:federico.storni@cdt.ch.
Nel frattempo, nell’ultima puntata c’è tempo di occuparci della questione che definirà gli anni Venti a livello politico: https://www.cdt.ch/news/un-secolo-di-rivendicazioni-ticinesi-la-prima-volta-del-cantone-a-berna-343082. Per il resto, solo grandi classici: polemiche elettorali, carrellata di persone che sono rimaste nella storia del nostro cantone (un sindaco in carica per 56 anni!) e il chiudere per quel che è possibile le storie sospese o a cui non avevamo reso piena giustizia.
E due poesie, una aulica in italiano dedicata a una statua sfregiata e una popolare, in dialetto, dedicata a un “pôro scemo”. Perché sui giornali di allora, c’era anche questo.
Buon ascolto!
LA CVRS è un podcast del Corriere del Ticino ideato, scritto e letto da Federico Storni e generalmente migliorato da Jenny Covelli.
16 FEB 2024 · Cent’anni fa oggi c’erano due grandi storie che si mangiavano un sacco di spazio sui giornali. La prima era calcistica, e deplorevole. In protesta con l’arbitro, i tifosi dell’FC Lugano l’hanno inseguito e picchiato. Non attendetevi però un coro unanime di condanna del gesto sui giornali, anzi. La seconda era pure deplorevole, e politica. O, almeno, lo sembrava. https://www.cdt.ch/news/ticino/lo-sfregio-al-monumento-e-la-polemica-che-ne-segui-342550. Era una sorta di simbolo fascista e c’è chi non la prese per nulla bene. A placare il litigio, stavolta a mezzo stampa, dovette intervenire il Consiglio federale.
Oltre a queste due, i cinque quotidiani dell’epoca – il socialista Libera Stampa, il conservatore Popolo e Libertà, i liberali Il Dovere e Gazzetta Ticinese, e l’indipendente Corriere del Ticino – come sempre ci regalano una serie di storie dimenticate, o spunti per riscoprirne di nuove. Come quella, tragica, di una targa appesa ancora oggi a Parigi nei pressi della Gare de Lyon.
La Cara Vecchia Rassegna Stampa è un podcast del Corriere del Ticino ideato, scritto e letto da Federico Storni e sapientemente armeggiato da Jenny Covelli. Diteci cosa ne pensate: mailto:federico.storni@cdt.ch.
Il Corriere del Ticino si è da poco dotato di un proprio archivio storico per consultare le vecchie edizioni del giornale dal 1891 a oggi: https://archiviostorico.cdt.ch/.
9 FEB 2024 · Può un tema tecnico e vecchio di cent’anni come il raggruppamento di terreni risultare interessante ancora oggi? Qui alla Cara Vecchia Rassegna Stampa – un podcast del Corriere del Ticino che riporta le notizie cantonali di un secolo fa prese dai cinque quotidiani di allora – crediamo di sì, per svariati motivi. Perché cent’anni fa era chiacchieratissimo, e già questo potrebbe bastare. Perché il risultato del raggruppamento ha ridefinito l’agricoltura ticinese tutta e i suoi effetti si sentono ancora adesso. Perché ogni volta si trattava di mettere d’accordo decine se non centinaia di persone, e come farlo non l’abbiamo risolto nemmeno oggi. E perché ci permette di conoscere Mister raggruppamenti, l’uomo che di fatto ridisegnò il Ticino. Era un solerte funzionario cantonale, il geometra Luigi Biasca. Un nome che ai nostri giorni non dice granché, ma forse nemmeno cent’anni: l’obituario non l’abbiamo trovato sui giornali, ma sulla Schweizerische Zeitschrift für Vermessung, Kulturtechnik und Photogrammetrie, della cui ampia diffusione ci permettiamo rispettosamente di dubitare.
Ma non solo di Biasca parleremo in questa puntata extra large. Diremo degli scontri a mezzo stampa tra fascisti e socialisti, rei di aver dato del «brigante» a Mussolini, e dell’intervento del Consiglio federale nella vicenda; di una scazzottata elettorale; del ricordo scritto dal maggior linguista italiano di quegli anni in memoria il professore bellinzonese Luigi De Maria, scomparso all’improvviso; di una tentata truffona; dell’esistenza dei serpenti marini; del decesso di un ticinese che combatté con Garibaldi, della lingua Ido e altro ancora.
La CVRS è ideata, scritta e letta da Federico Storni e generalmente migliorata da Jenny Covelli. Scrivetemi! https://cdt.ch.
2 FEB 2024 · «La festa è passata. Ma di essa rimane nei cuori il simpatico ricordo e il desiderio di rinnovarla. All’anno venturo amici. A gioia nostra e a rancido dispetto degli immondi rettili che tentarono, ma invano, di sabotare la nostra riuscitissima riunione». In un mondo senza televisione e con la radio agli albori, per divertirsi o si andava in osteria o alle feste organizzate da qualcuno. E di quelle feste i giornali un secolo fa riferivano in modo diffuso. Nessuno, però, come il quotidiano socialista Libera Stampa nella copertura della festa organizzata dalla sezione luganese del partito, il Veglionissimo rosso al Kursaal. Cosa che a noi oggi e a chi vorrà ascoltare questa puntata della Cara Vecchia Rassegna Stampa permette di capire come ci si divertisse allora.
Ma la settimana ticinese di inizio febbraio 1924 non si è esaurita lì: multe per il lancio di palle di neve, lo scorno del signor Galli di Isone che pensava di aver fatto cosa buona e invece forse no, il municipale di Bissone che taglia i fili dell’elettricità al vicino per dispetto, e – letteralmente – ladri di polli. Nonché la cronaca in diretta di un incontro che avrebbe fatto storia, seppure nessuno ai tempi poteva immaginarlo: quello fra il pedagogo italiano Giuseppe Lombardo-Radice e la maestra, allora attiva a Muzzano, Maria Boschetti Alberti.
Non manca infine un inaspettato ritorno. Dopo aver detto alcune puntate fa della complicata emigrazione ticinese in Canadà (allora voleva l’accento), a questo giro sul Corriere del Ticino sono tre emigrati luganesi a dire la loro: «Noi non abbiamo certamente nulla a rimpiangere per il passo fatto: ci siamo sbrogliati da soli, e se vediamo il nostro avvenire un poco più roseo, lo dobbiamo alla nostra ferma volontà di raggiungere la meta. Purtroppo ve ne sono molti che si scoraggiano ai primi ostacoli e difficoltà appunto perché abituati ad una vita liscia e placida. Certamente l’America non è terra per questi».
La Cara Vecchia Rassegna Stampa è ideata, scritta e letta da Federico Storni e generalmente migliorata da Jenny Covelli. Domande eccetera: https://cdt.ch.
26 GEN 2024 · Quasi tutti i giornali di cent’anni fa si definivano organi di partito, e dunque ognuno spingeva parecchio le proprie iniziative. Ma nessuno si spingeva ai livelli di Libera Stampa, il giornale socialista, nel promuovere la propria festa al Kursaal di Lugano: il Veglionissimo rosso. Cosa che ci dà l’occasione di capire nel dettaglio come significassero e come funzionassero queste feste in un mondo come quello di cent’anni fa, quando non esisteva ancora la televisione e anche la radio era vista come una novità quasi aliena. A questo giro abbiamo un lungo elenco dei premi della lotteria legata al Veglionissimo, nonché una polemica dalle pagine del Corriere del Ticino: come si permette un’istituzione borghese come il Kursaal di affittare la sala a chi i borghesi li vuole vedere sconfitti?
Ma non solo alle feste pensavano i nostri concittadini. C’erano le elezioni in vari Comuni, e le relative diatribe. A Mesocco sbarcava Hollywood e il risultato sancirà lo stop alle grandi produzioni cinematografiche svizzere per anni. A Lugano arriva un attore di grido. Una levatrice di Bellinzona viene processata per procurato aborto. Una sonnambula truffa. Giorni decisivi per realizzare una strada che colleghi Lugano all’Italia, dopo Gandria: il Municipio la vorrebbe far correre lungo il lago. Ah, ed esattamente un secolo fa moriva Lenin.
La CVRS è ideata, scritta e letta da Federico Storni, e generalmente migliorata da Jenny Covelli. Per ogni cosa: mailto:federico.storni@cdt.ch.
19 GEN 2024 · Esattamente cent’anni fa a Bellinzona moriva all’improvviso il professor Luigi De Maria, persona nota e stimata ai tempi, pressocché dimenticata oggi. In questa terza puntata della Cara Vecchia Rassegna Stampa impareremo a conoscerlo, tramite un articolo del Popolo e Libertà che dice tanto di lui quanto di come funzionasse quest’epoca così vicina e così lontana: cos’era una carriera allora, e una famiglia? Con che parole si ricordava una persona stimata mancata all’improvviso (una di queste, lo anticipiamo, è «stramazzare»)?
Ma in questa puntata ci saranno anche tempi più lievi. Capiremo infatti cosa ne pensa il direttore del Corriere del Ticino della disdetta di un abbonamento da parte di un lettore, come uno scheletro umano sia finito nelle mani di un artista pittore, perché un Comune della Val Colla debba vergognarsi, e perché i bellinzonesi considerino una piaga il lancio di palle di neve. Senza dimenticarci della messa all’ingrasso degli stimati ospiti della seguitissima conferenza oraria a Locarno.
Era poi tempo di elezioni, e quindi di screzi elettorali. In pochi di noi hanno provato la gioia che deve aver provato il Popolo e libertà o Libera Stampa ad apprendere che il sindaco liberale di Novaggio Edmondo Cantoni era stato sconfitto alle urne. Liberali che invece a Malvaglia erano impegnati a denunciare il lavaggio del cervello che don Arturo e don Papa, forse, stavano facendo a «un gruppo di beghine nostrane ed esotiche zitellone fanatiche fino alla nausea anche per i più credenti cattolici».
Sapevate, infine, che settimanalmente il Corriere aveva una rubrica chiamata «Commento femminile»? A questo giro Donna Fiammetta – lo pseudonimo scelto da chiunque fosse che la scriveva – è alle prese con una bizzarra usanza inglese: le donne che fanno dichiarazioni d’amore agli uomini.
La CVRS è ideata, scritta e letta da Federico Storni, e generalmente migliorata da Jenny Covelli. Per ogni cosa: mailto:federico.storni@cdt.ch.
12 GEN 2024 · In questa seconda puntata leggeremo della spar(t)izione di Biogno, di opinioni discordanti riguardo al radicamento di un nuovo mezzo tecnologico, del sarcasmo legato alla Centovallina, del passaggio di mano di una diga, delle pubblicità per una festa, dell’amore di un uomo per Brenno Bertoni, di Luigi il pugilista, dello ski, del fragile ego degli airolesi, del problema delle corali miste e di camiciaie in sciopero.
Due estratti, per capirci meglio: «Una quindicina di soci si recò in quella magnifica plaga fra Rodi e Dalpe, destinata a diventare il St. Moritz del Ticino», e «I motoristi, diciamolo francamente, non godono le più grandi simpatie della grande massa del pubblico, composta di… vilissimi pedoni. (…) È altrettanto vero, però, che la più gran parte dei poveri pedoni cangia subito opinioni e sentimenti quando può divorare gli spazi standosene mollemente sdraiata sui cuscini di un’automobile, e si reputerebbe del tutto felice se anch’essa possedesse un’auto per somministrare ai meschini pedestri omuncoli il fango o la polvere».
La Cara Vecchia Rassegna Stampa – ideata, scritta e letta da Federico Storni, e rifinita da Jenny Covelli – racconterà, per otto puntate almeno, com’erano la vita e il dibattito pubblico in Ticino esattamente cent’anni fa, settimana per settimana, partendo dalla lettura di cinque quotidiani dell’epoca: Gazzetta Ticinese e Il Dovere (organi del partito liberale radicale) Popolo e Libertà (conservatore), Corriere del Ticino (indipendente) e Libera Stampa (socialista).
Domande, consigli, errate, e qualsiasi altra cosa: https://cdt.ch.
4 GEN 2024 · La Cara Vecchia Rassegna Stampa – il nuovo podcast del Corriere del Ticino, ideato, scritto e letto da Federico Storni, giornalista di cronaca con il pallino della storia locale – racconterà per otto puntate com’era la vita e il dibattito pubblico in Ticino esattamente cent’anni fa, settimana per settimana, partendo dalla lettura di cinque quotidiani dell’epoca: Gazzetta Ticinese e Il Dovere (organi del partito liberale radicale) Popolo e Libertà (conservatore), Corriere del Ticino (indipendente) e Libera Stampa (socialista).
In questa prima puntata presenteremo un po’ più nel dettaglio il panorama mediatico di allora e leggeremo, fra l’altro, di un controverso capo della polizia, di come i luganesi festeggiarono il Capodanno e di come i bambini si preparavano per l’arrivo dei Re Magi, di come stavano le industrie ticinesi, della capanna sull’Adula con strascichi polemici, dei litigi sulle senso delle elezioni lucernesi, nonché dell’arrivo del telefono nelle valli e della radio nelle case. Quanto al primo premio della sentita lotteria indetta dalla Civica Filarmonica di Lugano, era una sala da pranzo in mogano.
Buon ascolto!
Per domande, consigli, errate, e qualsiasi altra cosa: federico.storni@cdt.ch.
Nei primi mesi del 1924 il «pateracchio» compirà due anni, in metà dei Comuni ticinesi si tengono le elezioni sull’arco di alcuni mesi e non senza polemiche e cazzotti, le...
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Nei primi mesi del 1924 il «pateracchio» compirà due anni, in metà dei Comuni ticinesi si tengono le elezioni sull’arco di alcuni mesi e non senza polemiche e cazzotti, le battaglie a palle di neve sono un problema sentito a Bellinzona, i tifosi del Lugano inseguono un arbitro, molti ticinesi emigrano in cerca di fortuna (non sempre trovandola), le auto stanno prendendo il sopravvento sulle strade e fascisti e socialisti litigano a mezzo stampa al punto da far intervenire il Consiglio Federale. Sono solo alcune delle notizie, grandi e piccole, che leggeremo nella Cara vecchia rassegna stampa, un nuovo podcast del Corriere del Ticino, ideato, scritto e letto da Federico Storni, giornalista di cronaca con il pallino della storia locale.
In questa sua prima stagione, per almeno otto puntate a cadenza settimanale, Storni leggerà con approccio tendenzialmente naïve le notizie relative al Ticino tratte da cinque quotidiani dell’epoca: Gazzetta Ticinese e il Dovere, organi del Partito liberale radicale; Popolo e Libertà, organo del partito conservatore; Corriere del Ticino, che già allora si definiva indipendente; e Libera Stampa, organo del partito socialista.
Approccio naïve in quanto Storni ha deciso di partire proprio dai giornali, approfondendo solo dopo averli appresi «in diretta» i temi e i personaggi. Conduttore e ascoltatore cresceranno dunque insieme.
Scopo della CVRS è però innanzitutto intrattenere (i giornali dell’epoca sono spesso divertenti e divertiti), mostrando al contempo come si viveva dalle nostre parti cento anni fa, quali erano le sfide a cui erano confrontati i nostri avi e come i giornali le raccontavano e trattavano il discorso politico. L’epoca è per certe cose sorprendentemente familiare e per altre sorprendentemente aliena e apprezzare le differenze rispetto al nostro tempo – vedere cosa abbiamo guadagnato, o perso – può anche aiutare a dare un senso a ciò che siamo oggi. Si tratta di articoli ancora in grado di dire qualcosa di noi.
Il 1924 è anche inserito in un periodo ricco e interessante della storia ticinese. A livello politico erano infatti i primi anni del Governo di paese – il «pateracchio» di cui a inizio articolo, per usare l’espressione dispregiativa per definirlo – cioè gli anni in cui grazie al passaggio dal maggioritario al proporzionale le minoranze riuscirono a strappare il potere ai liberali che lo detenevano da diversi anni, dopo averlo preso con la forza nel 1890 (con il consigliere di Stato conservatore Luigi Rossi morto ammazzato sull’uscio di Palazzo delle Orsoline e l’intervento del Consiglio Federale che impone un governo di compromesso con a capo Agostino Soldati, fondatore l’anno dopo del CdT). Ora al potere vi sono i conservatori, grazie a un patto stretto con i socialisti e gli agrari (gli avi dell’odierno UDC), benché la maggioranza relativa sia ancora liberale e i liberali in generale controllino le città. Sono, in altre parole, i primi anni del consociativismo. Gli anni in cui il Ticino – e la Svizzera tutta, che adottò il proporzionale nel 1919 – imparò a portare a casa i risultati collaborando.
Ma – e allarghiamo lo sguardo – sono anche gli anni fra due guerre (certo, allora non lo si immaginava) e, sull’uscio di casa, della presa del potere del fascismo e di Mussolini. Una presa del potere vista con una certa benevolenza, almeno fino a lì, dai due giornali liberali e dal CdT. Poi le cose cambieranno, anche grazie a degli episodi del 1924 che, argomentano alcuni storici, furono decisivi per il radicamento dell’antifascismo nel nostro cantone, di cui peraltro Libera Stampa è stata la prima espressione in lingua italiana in assoluto.
Quali, lo scopriremo insieme, se avrete il piacere di seguirci in queste puntate. Buon ascolto!
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In questa sua prima stagione, per almeno otto puntate a cadenza settimanale, Storni leggerà con approccio tendenzialmente naïve le notizie relative al Ticino tratte da cinque quotidiani dell’epoca: Gazzetta Ticinese e il Dovere, organi del Partito liberale radicale; Popolo e Libertà, organo del partito conservatore; Corriere del Ticino, che già allora si definiva indipendente; e Libera Stampa, organo del partito socialista.
Approccio naïve in quanto Storni ha deciso di partire proprio dai giornali, approfondendo solo dopo averli appresi «in diretta» i temi e i personaggi. Conduttore e ascoltatore cresceranno dunque insieme.
Scopo della CVRS è però innanzitutto intrattenere (i giornali dell’epoca sono spesso divertenti e divertiti), mostrando al contempo come si viveva dalle nostre parti cento anni fa, quali erano le sfide a cui erano confrontati i nostri avi e come i giornali le raccontavano e trattavano il discorso politico. L’epoca è per certe cose sorprendentemente familiare e per altre sorprendentemente aliena e apprezzare le differenze rispetto al nostro tempo – vedere cosa abbiamo guadagnato, o perso – può anche aiutare a dare un senso a ciò che siamo oggi. Si tratta di articoli ancora in grado di dire qualcosa di noi.
Il 1924 è anche inserito in un periodo ricco e interessante della storia ticinese. A livello politico erano infatti i primi anni del Governo di paese – il «pateracchio» di cui a inizio articolo, per usare l’espressione dispregiativa per definirlo – cioè gli anni in cui grazie al passaggio dal maggioritario al proporzionale le minoranze riuscirono a strappare il potere ai liberali che lo detenevano da diversi anni, dopo averlo preso con la forza nel 1890 (con il consigliere di Stato conservatore Luigi Rossi morto ammazzato sull’uscio di Palazzo delle Orsoline e l’intervento del Consiglio Federale che impone un governo di compromesso con a capo Agostino Soldati, fondatore l’anno dopo del CdT). Ora al potere vi sono i conservatori, grazie a un patto stretto con i socialisti e gli agrari (gli avi dell’odierno UDC), benché la maggioranza relativa sia ancora liberale e i liberali in generale controllino le città. Sono, in altre parole, i primi anni del consociativismo. Gli anni in cui il Ticino – e la Svizzera tutta, che adottò il proporzionale nel 1919 – imparò a portare a casa i risultati collaborando.
Ma – e allarghiamo lo sguardo – sono anche gli anni fra due guerre (certo, allora non lo si immaginava) e, sull’uscio di casa, della presa del potere del fascismo e di Mussolini. Una presa del potere vista con una certa benevolenza, almeno fino a lì, dai due giornali liberali e dal CdT. Poi le cose cambieranno, anche grazie a degli episodi del 1924 che, argomentano alcuni storici, furono decisivi per il radicamento dell’antifascismo nel nostro cantone, di cui peraltro Libera Stampa è stata la prima espressione in lingua italiana in assoluto.
Quali, lo scopriremo insieme, se avrete il piacere di seguirci in queste puntate. Buon ascolto!
Informazioni
Autore | Corriere del Ticino |
Organizzazione | Corriere del Ticino |
Categorie | Notizie: approfondimenti |
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