11 OTT 2023 · Nulla, nessuno, in Haiti, mai
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Day of Action for Haitian Sovereignty è il 12 ottobre 2023… anniversario della Conquista dell’America di Cristobal Colon.
Messi sull’avviso dalla consueta mossa perdente dell’Onu che prevede l’invio di forze di interposizione (non come caschi blu, ma “semplicemente” come operazione di polizia sotto la guida del Kenya – cioè quelle guardie che durante la pandemia sono state accusate di abusi in patria), una settimana prima abbiamo risentito Roberto Codazzi dopo un anno esatto e ci siamo resi conto di quanto sia peggiorata la situazione. La volta precedente le truppe nepalesi inviate dall’Onu portarono il colera che uccise più di 10.000 haitiani; nel frattempo è stato ammazzato il https://ogzero.org/haiti-lordine-e-di-uccidere-il-presidente-moise/ Jovenel Moïse, al cui assassinio, secondo le rivelazioni di oggi 11 ottobre 2023, hanno contribuito una società statunitense di Miami di cui i colombini esecutori erano al soldo e un ex senatore haitiano; il controllo delle 200 bande armate ha raggiunto l’80% della capitale, che si spartiscono… la miseria, sono sorti dei nuclei di autodifesa nei vari quartieri.
Quello che non è avvenuto, ma non si nota la differenza – a sancire che il voto è dovunque una trappola –, sono le elezioni (l’ultima risale al 2016) o la presenza di giudici costituzionali, i funzionari di polizia che non hanno dato vita a bande sono stati uccisi o fuggiti in Usa clandestinamente. Il conteggio approssimativo dei morti è di 3000 vittime da gennaio.
Dalle parole di Roberto abbiamo appreso che ci sono anche forze di polizia italiane e spagnole (oltre ai senegalesi, poliziotti del Suriname, Guatemala, Belize) tra gli inviati ad Haiti sotto la guida dei kenioti che hanno già sovrinteso altre missioni in Sudan e Somalia, dove non hanno brillati per i modi. Si tratta di un intervento di polizia statica: cioè presidiano porti e infrastrutture sensibili, ma non vanno a caccia di gang per ingaggiare scontri armati (visto che anche a Nairobi non è che sia risolto il problema delle gang). Tuttora si assiste alla presenza del sincretismo religioso incentrato sul voodoo, che era utilizzato dai Duvalier spargendo il terrore con i Tonton Macoute, allora collegati direttamente al potere; ora le bande sono legate al narcotraffico e al controllo dei porti e della piccola criminalità.
Interessante il legame dorado tra Canada e Haiti fin da quando erano entrambi colonie francesi, ma stavolta non ha voluto intervenire, perché ad alto rischio di fallimento (oltre ai trascorsi poco edificanti, di stupri da parte dei caschi blu canadesi nell’isola). Haiti non ha ricchezze particolari, attualmente è solo una enorme corazzata perché interporto per il narcotraffico verso gli Usa, che si stanno disimpegnando da Haiti, mentre prima era il giardino di casa tanto che Clinton pensò di trasferire la Escuela de las Americas, dopo il terremoto non c’è più speranza di far crescere qualsiasi affare a Haiti. Gli haitiani sono solo più clandestini che premono sui confini.
Altro aspetto interessante è quello collegato ai rapporti con la Repubblica dominicana che, pur suo malgrado offrendo rifugio agli haitiani in fuga, ha chiuso le frontiere non solo per l’emergenza profughi, ma anche per un contenzioso sulle acque del fiume Pedermales che divide i due stati a causa del progetto di costituzione di un canale che priverebbe la parte orientale dell’isola di parte delle sue acque.