In ricordo di Luis Sepulveda

16 apr 2020 · 15 min. 34 sec.
In ricordo di Luis Sepulveda
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In ricordo di Luis Sepulveda conversazione con Ilide Carmignani traduttrice dei libri dello scrittore scomparso il ricordo di Ranieri Polese sul Corriere della Sera «Il sangue mapuche è forte» diceva...

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In ricordo di Luis Sepulveda
conversazione con Ilide Carmignani
traduttrice dei libri dello scrittore scomparso


il ricordo di Ranieri Polese sul Corriere della Sera
«Il sangue mapuche è forte» diceva sempre «nei secoli ha saputo resistere ai conquistatori spagnoli, ha difeso la sua regione, la Araucania, dal nuovo Stato cileno. In me scorre quel sangue». La madre Irma, ricordava, era di origine mapuche. Per questo diceva che era fatto per resistere alle prove anche le più dure. Quelle che la vita non gli avrebbe risparmiato. Stavolta però a Luis Sepúlveda, Lucho per tutti gli amici, la forza del sangue mapuche non è bastata. Covid-19, il virus che l’aveva infettato, ha vinto la sua resistenza. Lo aveva contratto dopo il ritorno dal festival letterario Correntes d’Éscritas.


il ricordo di "Avvenire":
Se c’è un segno che ha contraddistinto l’opera e le parole di Luis Sepulvelda è la sua fedeltà nella difesa dei diritti dell’uomo, nella capacità di credere che sia necessario essere consapevoli del proprio essere individuo, non isolato, ma responsabile di un vivere civile al quale la nostra socialità richiama. Ne è stato fortemente convinto e lo ha raccontato nella sua opera letteraria, così variegata, come scelta di generi, ma unificata proprio da questo valore che unisce i romanzi e le favole, raccontate non solo ai ragazzi, ma a tutti i suoi lettori, come forma “antica” e immediata per riportare l’attenzione su tutti quegli aspetti che portano un uomo a condividere il suo essere all’interno della collettività in modo consapevole. Diceva: «Siamo esseri umani e questa condizione è determinata dal nostro essere legati alla socialità, alla possibilità di riunirci, ad essere parte di una collettività chiamata famiglia umana. Oggi c’è una tendenza ad isolare l’individuo, a fare in modo che dimentichi la sua socialità, tuttavia io mi oppongo a questo e insisto nella necessità di essere sociali».


il ricordo di giornalettismo.it
Ci sono due cose che vengono subito in mente, con la notizia della morte di Luis Sepulveda. La prima è che questo coronavirus sta distruggendo con tutte le sue forze anche gli aspetti più intimi del genere umano. Perché non riguarda soltanto una questione di salute e di indubitabile rischio per la sicurezza di ciascuno. Questo virus ci sta colpendo anche l’anima, perché – a ogni giorno che passa – entra dentro le nostre debolezze. Con le ferite mortali davvero incolmabili che sta lasciando all’interno dello scibile umano, della cultura, di tutto quello che le sta intorno.




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