Oggi vi racconto il libro di Valerio Varesi
Vuoti di memoria, pubblicato da Mondadori. A tre anni di distanza dall’ultima indagine torna il commissario Soneri, uno dei più interessanti e originali investigatori della provincia italiana. Nata dalla fantasia del giornalista di Repubblica Valerio Varesi, la vita letteraria di Soneri ha ormai superato il quarto di secolo. La prima inchiesta -
Ultime notizie da una fuga - risale infatti al 1998. Mentre
Vuoti di memoria è il diciassettesimo capitolo della tormentata storia del commissario, un personaggio «le cui indagini sono spesso un pretesto per raccontare le contraddizioni del presente». Soneri «coltiva l’arte del dubbio, è perennemente in bilico esistenziale» e non ama un granché l’azione. Preferisce sicuramente pensare, guardare dentro alle persone e al loro mondo, consapevole che la logica, applicata alle inchieste, non sempre può essere considerata una scienza esatta. «Non si riflette mai abbastanza su ciò che appare scontato - dice il commissario nel libro - La realtà si presenta sempre per ciò che è: un groviglio, un abbaglio, un costante equivoco». «Credo di possedere una mia cifra narrativa che è forse più vicina al noir francese, vale a dire un romanzo che contiene un’indagine condotta da un poliziotto, ma su un fatto che ha grande rilevanza sociale e che può essere rappresentativo di un problema che riguarda tutti noi. Insomma, un romanzo “impegnato” - ha sottolineato in un’intervista Varesi - Papa Bergoglio dice che un pastore deve puzzare del suo gregge. Io dico che uno scrittore deve sporcarsi le mani con la cronaca e la società che lo circonda. Questo, nella grande letteratura avviene sempre, ma è un dovere pressante per il noir, genere che dev’essere necessariamente inquietante e a suo modo eversivo, anche rispetto alla cronaca di cui è una filiazione».
Vuoti di memoria si inserisce pienamente in questo filone. Il suo punto focale, al di là della trama gialla, è appunto una riflessione sulla memoria. La memoria che cambia con il tempo. La memoria irrimediabilmente trasformata dall’avvento del computer e della Rete. La «memoria artificiale. Diventata - dice Soneri nel libro - ormai indispensabile. La grande memoria che, alla lunga, ci annienterà, ci renderà sterili, privi di pensiero autonomo». Che ci farà elaborare ragionamenti su dati prestabiliti e ci condurrà «in massa verso un pensiero unico».Buon ascolto!
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