Danilo Manzi e i quarantaquattro giorni di Junko Furuta
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Descrizione
Quarantaquattro sono i giorni che Junko Furuta ha passato in un appartamento. In quel periodo a cavallo tra il 1988 e il 1989 la sedicenne venne torturata da quattro suoi...
mostra di piùDanilo Manzi ha raccontato la sua storia in un fumetto breve intitolato Junko, uscito nel 2018 per Hollow Press. Lo fa attraverso la partita a mahjong cui è appesa la vita delle ragazze. Le tessere e le mani si muovono sulla superficie del tavolo che Manzi lascia quasi sempre fuori campo come a suggerirci che il vero gioco e la vera strategia stanno altrove. Infatti superata la linea di demarcazione del tavolo e abbandonate le tessere, Manzi dà vita a un gioco psicologico che lentamente si trasforma in una storia di fantasmi. La matita di Manzi ha la forma dell'incubo sottile, gli spazi che costruisce brulicano di sporco e malvagità, i corpi dei carnefici invece sono statue disarmoniche che cercano di riempire la scena senza grossi risultati. L'unico vero corpo è quello martoriato di Junko Furuta, uno spirito di vendetta la cui presenza è centellinata e per questo ancora più deflagrante.
Ma quello che possiamo leggere in queste pagine, non è altro che la somma degli elementi di un lungo percorso di ricerca. Manzi infatti inseguiva questa storia già da qualche anno, accumulando prove e tentativi, fumetti e racconti, per cercare di trovare il modo giusto di raccontare la vicenda. Questa intervista è il riassunto di questa ricerca.
Intervista di Matteo Contin
Montaggio di Marco Saporiti
Informazioni
Autore | NeverWas Radio |
Organizzazione | NeverWas Radio |
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