Oggi vi racconto il libro di Elly Schlein L'imprevista. Un’altra visione del futuro, scritto con Susanna Turco e pubblicato da Feltrinelli. «A Elly Schlein piace mangiare i panini degli autogrill, le lasagne, le patate al forno, canticchiare le canzoni che passa la radio, guardare Sanremo commentandolo con le amiche su Facebook minuto per minuto, secondo un rito stabilito nel 2009 e che non si è interrotto nemmeno con l’arrivo alla segreteria del Pd, staccare un po’ la notte giocando ai videogiochi (dalle saghe storiche di Super Mario e Zelda a Grand Theft Auto, ma si diverte ancora coni primi “punta e clicca” come Monkey Island e giura di aver finito tutti gli Assassin’s Creed), passare un pomeriggio in Fiera a Bologna, anche cimentandosi in pubblico e senza paura di perdere. “Sono una gamer, una nerd degli anni ’90,” è una delle sue sintesi più efficaci. Per descrivere quel poco di vita che si tiene fuori dal lavoro, si intende (per il resto è doverista e instancabile, sfiancante). Una giocatrice di Trivial, di Cluedo, di ping pong, di biliardo. Una cinefila dura e pura, da Festival di Locarno mattina pomeriggio e sera, altro rito celebrato da oltre vent’anni. Una appassionata di musica, capace di elencare brano per brano intere discografie». La giornalista dell’Espresso Susanna Turco riassume così la segretaria nazionale del Partito Democratico all’inizio del librobiografia scritto a quattro mani con la stessa Schlein e uscito poche settimane fa. Titolo: L’imprevista. «Ritratto di una leader riluttante, che all’Università, a Bologna, era molto più presa dai cineforum (con il sogno di fare la regista) che dalla voglia di candidarsi alle elezioni studentesche. Una ragazza, nata in Svizzera, […] che ha imparato a conoscere il mondo nella sua scuola multietnica, e poi a Locarno: «non viaggiavo tanto, il cinema era il mio modo per conoscere le altre culture, imparare le diversità», dice. Una leader inaspettata, «per gli altri ma anche per sé stessa», che ha deciso di superare per una volta la regola autoimposta di non parlare mai della propria vita per un obiettivo politico: mostrare che la sua ascesa alla guida del Pd non è stato un caso, ma l’esito di un percorso molto complicato, durato almeno dieci anni.Buon ascolto!
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