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Voci dal passato

  • Lettera di un paziente allucinato al direttore del manicomio

    23 NOV 2020 · In questa lettera del 7 dicembre 1929, un paziente scrive al direttore dell’Ospedale psichiatrico Roncati di Bologna, Giulio Cesare Ferrari, denunciando presunte “sevizie ipnotiche” da parte del personale infermieristico "fascistizzante". Nel nostro archivio sono conservate in tutto sette lettere di questo paziente, sempre di denuncia dei maltrattamenti subiti, indirizzate sia a Ferrari che a sua moglie, Emilia Giordani. In particolare, il paziente credeva di essere stato ipnotizzato, o meglio occultamente “magnetizzato” (con riferimento alla teoria settecentesca del “mesmerismo” o “magnetismo animale”). Nell’ultima lettera, datata 11 febbraio 1931, chiedeva infatti a Ferrari di accordarsi con lo psichiatra Giuseppe Antonini, direttore del Manicomio di Mombello, affinché, nella diagnosi che avevano formulato per lui, il termine “allucinato” fosse sostituito con il termine “magnetizzato”. Impossibile capire, dalla documentazione in nostro possesso, se al di là dell’evidente disturbo mentale dell’uomo vi fosse anche un fondo di verità nelle sue accuse di maltrattamenti, molto frequenti all’epoca nei manicomi, tanto che in quegli anni Ferrari inaugurò proprio al Roncati dei corsi professionalizzanti per gli infermieri, al fine di insegnare loro “che cosa è l’uomo sano e l’uomo malato” e come “non fargli del male” ma “aiutarlo, farlo guarire”. Tra le caratteristiche indicate da Ferrari per l’infermiere tipo vi erano: “serenità, dolcezza, educazione, onestà o almeno correttezza, spirito di sacrificio, tolleranza”. Le lettere di questo paziente non sono pubblicate sul nostro portale in quanto firmate e dunque soggette alla normativa sulla privacy, ma gli appunti di Ferrari sul corso per gli infermieri sono interamente consultabili online: https://www.aspi.unimib.it/collection... Grazie alle voci di Sergio Scorzillo e Daniela La Pira. Sigla di Carmela Napoletano e Giorgio Katena Nocerino
    Ascoltato 1 min. 21 sec.
  • Il suicidio dell'esploratore Giacomo Bove

    10 LUG 2020 · Il celebre esploratore Giacomo Bove, membro della spedizione svedese che nel 1878 aprì un passaggio a Nord-est tra Asia e Giappone, tra i primi a esplorare la Terra del Fuoco e il Congo belga, si suicidò a Verona l’8 agosto 1887. L’evento suscitò scalpore e perfino lo scrittore Emilio Salgari, "padre" di Sandokan, affascinato dalla figura e dalle imprese di Bove e allora cronista del giornale "Arena", scrisse tre articoli sulla sua morte. Tuttavia pochi sanno che un mese prima di suicidarsi, Giacomo Bove era stato visitato dallo psichiatra Andrea Verga, il quale scrisse poi nel suo resoconto clinico:
    Ascoltato 4 min. 11 sec.
  • Hélène Spir, Ferrari e l'odio per i tedeschi

    17 GIU 2020 · Giulio Cesare Ferrari (1867-1932), uno degli psicologi più attivi sul fronte della prima guerra mondiale, pubblicò nel 1919, sulla sua “Rivista di psicologia”, un articolo che suscitò non poche polemiche in Germania: “Pedagogia della guerra”. Ferrari vi sosteneva che il popolo tedesco, incapace di modificare la propria “innata barbarie”, era stato destinato a “vincere tutte le battaglie ma a perdere la guerra”, poiché aveva creduto di poter piegare l’avversario con la sola forza fisica, insistendo sui “metodi di terrorizzazione sistematica”. Il 5 febbraio 1921 Hélène Spir, moglie dello psicologo svizzero Edouard Claparède, preoccupata per la reazione dello psicologo tedesco Otto Lipmann, scrisse a Ferrari una lettera (in francese), nella quale non solo lo pregava di chiarire la sua posizione nei confronti della Germania e del suo popolo, ma analizzava acutamente le criticità politiche e sociali che stavano minando la pace dopo la Conferenza di Parigi, presagendo lo scenario che il rancore e la rabbia avrebbero generato negli anni a venire: «i Governanti alleati nella loro cieca follia decretano delle condizioni fantasiose che vanno a cacciare il popolo tedesco in uno stato disperato, le cui conseguenze si ripercuoteranno terribilmente dovunque. Io sono rimasta atterrita pensando a ciò che significavano in realtà le somme favolose fissate dagli Alleati a Parigi. […] Mai finora l'avvenire ha offerto prospettive così oscure. […] Ahimè, l'opinione pubblica in Francia è stata ingannata e illusa senza tregua, si è talmente praticata la propaganda che la gente non si rende per niente conto di ciò che avviene realmente, e quando gli occhi alla fine si apriranno, può darsi che il male sia già irreparabile».
    Ascoltato 8 min.
  • Un marito pazzo raggirato dai preti

    25 MAG 2020 · Il 25 aprile 1884 la nobildonna milanese Giuseppina Pacini, madre della poetessa Vittoria Aganoor, scrisse questa lettera all’amico psichiatra Andrea Verga, preoccupata per i problemi mentali del marito Edoardo. Voci di Carmela Napoletano e Sergio Scorzillo La sigla del video è stata realizzata da "Giorgio Nocerino - Katena prod." https://www.youtube.com/channel/UCXN-... Università degli Studi di Milano-Bicocca https://www.youtube.com/user/unibicocca CuriosaMente - Appuntamenti culturali in Biblioteca https://www.biblio.unimib.it/it/terza... Museo del Risorgimento http://www.museodelrisorgimento.mi.it/ #laculturanonsiferma
    Ascoltato 3 min. 26 sec.
  • I manoscritti del poeta pazzo Dino Campana

    13 MAG 2020 · Nel 1922 il critico letterario Emilio Cecchi scriveva al cognato psichiatra Arnaldo Pieraccini, fratello di sua moglie Leonetta, pregandolo di recuperare i manoscritti del poeta Dino Campana, ricoverato nel manicomio toscano di Castel Pulci… Voci: Carmela Napolitano e Sergio Scorzillo La sigla è stata realizzata da "Giorgio Nocerino - Katena prod." con la voce di Carmela Napoletano
    Ascoltato 4 min. 12 sec.
  • Deliri e pestilenze

    11 MAG 2020 · Il padre della psichiatria italiana Andrea Verga così scriveva nel 1862 a proposito delle "Particolari forme di delirio cui danno origine le grandi pestilenze" Credits: Voce: Sergio Scorzillo La sigla del video è stata realizzata da "Giorgio Nocerino - Katena prod." con la voce di Carmela Napoletano
    Ascoltato 3 min. 38 sec.

Ogni archivio custodisce molte storie. Immergendosi nella lettura e abbandonandosi al fascino del passato, si può entrare nella vita di uomini e donne, fanciulle e fanciulli vissuti nell’Otto e nel...

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Ogni archivio custodisce molte storie. Immergendosi nella lettura e abbandonandosi al fascino del passato, si può entrare nella vita di uomini e donne, fanciulle e fanciulli vissuti nell’Otto e nel Novecento, dare una sbirciatina oltre le sbarre degli antichi manicomi, assistere alla discussione di un perito in Tribunale, osservare uno psicologo sperimentale chino sugli strumenti mentre sottopone a un test il soggetto esaminato, udire il racconto angoscioso di un tentato suicida o il delirio di un paranoico; dalle carte riemergono antiche rivalità, nuove correnti di pensiero, giochi di potere, reti di relazioni; si odono i medici parlare con i pazienti; riprendono vita progetti abbozzati e spesso interrotti; si rivelano sprazzi di vita quotidiana e affetti perduti. Ecco allora il guizzo del tagliacarte sulla busta, il fruscio dei fogli di una lettera appena aperta, lo scorrere del pennino inchiostrato sulla carta…
Ascoltate le voci del passato, immergetevi nella lettura dei documenti dell'Aspi-Archivio storico della psicologia italiana (www.aspi.unimib.it).
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Autore Archivio storico psicologia
Categorie Storia
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