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Un ciclo di reportage andati in onda su Popolare Network per raccontare le grandi città dell'Emilia-Romagna alla prova del voto amministrativo del maggio 2019 e regionale del gennaio 2020.
27 LUG 2021 · Nelle fabbriche emiliano-romagnole gli operai si dividono più che in altre categorie se si tratta di politica. Alle prossime elezioni Regionali del 26 gennaio 2020 il 30.5% guarda alla Lega, mentre solo il 25.5% riconfermerebbe al governo il centrosinistra. E lo farebbe in quanto parte di "quell'élite operaia che ha saputo intercettare meglio di altre il treno della ripresa", spiega Marco Valbruzzi dell'Istituto Cattaneo, oppure perché parte di realtà affianco alle quali la Regione è scesa in campo per difendere lavoratori e lavoratrici. A fare la differenza potrebbero essere quindi gli indecisi, ancora 27.5%, e chissà che a convincerli non possa essere proprio il ritorno del Partito Democratico nelle fabbriche: a Bologna, infatti, si punta già da quest'inverno a far rinascere dopo anni la realtà dei circoli operai.
[Roberta Cristofori, 2019]
27 LUG 2021 · Per le strade di Modena c'è chi pensa che sia giunta "l'ora di cambiare", che "i componenti del Comune potrebbero fare di più", soprattutto sul fronte sicurezza. Il tema è entrato massicciamente nell'agenda di tutti i candidati sindaco, compreso l'attuale primo cittadino Pd Gian Carlo Muzzarelli, in corsa per il secondo mandato all'interno di una larga coalizione: "Dobbiamo realizzare le proposte di sicurezza e lo Stato ci deve dare una mano", contesta. Contro di lui corrono altri 6 candidati, tra i quali Stefano Prampolini del centrodestra e Andrea Giordani del Movimento 5 Stelle, che hanno scelto di puntare tutto proprio sulla sicurezza.
Se questo è il fronte sul quale il Pd cerca di strappare voti alla destra, è sull’urbanistica e sulla mobilità che si gioca però il futuro di Modena, la città più inquinata dell'Emilia-Romagna. "Siamo una provincia ricca ma paghiamo questa forte industrializzazione", spiega Pietro Rivasi del comitato ecologista #Mobastacemento, una delle realtà più attive sul territorio. E così nel 2018 sono stati 117 i giorni in cui PM10 e ozono hanno sforato il limite consentito dalla legge, come fotografato dal dossier di Legambiente 'Mal’Aria 2019'; secondo Mauro Solmi, presidente modenese dell'associazione ambientalista le cause sarebbero principalmente da ricondurre al "traffico autoveicolare", per questo bisognere "puntare sull'implementazione delle piste ciclabili" e del trasporto pubblico, disincentivando l'uso dell'auto.
"Modena è una delle città più inquinate d'Europa e non si è fatto niente", premette subito Carolina Coriani della nuova esperienza civica ‘Modena Volta Pagina’, che raccoglie così le istante dei comitati e collettivi cittadini. Per invertire la tendenza, le parole chiave di Prampolini sono "indifferenziata e riciclo, chiusura dell'inceneritore, mobilità sostenibile e riqualificazione"; così come per Giordani, che propone di "riutilizzare l'esistente" con l'obiettivo del consumo di suolo zero, e di "arrivare alla graduale dismissione dell'inceneritore". Ed è proprio dalla mobilità che Muzzarelli promette di ripartire, nel caso in cui dovesse essere rieletto: "La prima cosa? Far approvare il Piano urbano della mobilità sostenibile, dando un segnale inequivocabile alla nostra comunità".
[Roberta Cristofori, 2019]
27 LUG 2021 · Piazza della Libertà è stato uno di quei progetti che a Cesena ha diviso letteralmente politica e cittadinanza negli ultimi anni. Da parcheggio a piazza pedonale, sarebbe dovuto diventare uno dei luoghi di aggregazione del centro, ma i ritardi nei lavori e il piano di rilancio mancato l'hanno svuotata sia di attività che di persone. Il tema è entrato a pieno titolo nel dibattito elettorale, con i commercianti che "sperano cambi qualcosa" dopo le elezioni amministrative del 26 di maggio, e i candidati che presentano le loro ricette per il rilancio dell'area e del commercio; infatti, è l'intero settore a non decollare: stando all'indagine 2018 di Confesercenti, solo il 28% delle imprese ha aumentato il fatturato a fronte di un 33% in diminuzione. Per alcuni tra i sette candidati sindaco, Piazza della Libertà è diventata il simbolo degli errori commessi dall'amministrazione del sindaco uscente Paolo Lucchi e il punto di partenza per rovesciare quella sinistra che a Cesena governa da sempre.
Primo tra tutti, l'imprenditore Andrea Rossi, candidato del centro destra per la civica 'Cambiamo', che i sondaggi danno al ballottaggio con Enzo Lattuca del Partito Democratico. "Piazza della Libertà - dice - è l'emblema di quanto sia stata inefficace e inefficiente questa amministrazione". Le sue ricette per rilanciare il commercio sono: "Semplificare la macchina amministrativa, ridurre le tasse e l'occupazione del suolo pubblico". Dall'altra parte c'è il giovane Enzo Lattuca (Pd), che dovrebbe succedere a Lucchi con una coalizione di cinque liste: uomo di partito, alle spalle si lascia un'esperienza alla Camera come più giovane parlamentare della storia della Repubblica. Lattuca promette di "prolungare fino alla fine dell'anno gli incentivi per l'affitto dei locali di Piazza della Libertà e di animarla di eventi. Riaprire il dialogo con i commercianti, rompendo alcuni tabù, come quello dei parcheggi a servizio del centro storico al di fuori delle mura". Proposta che potrebbe persino trovare l'approvazione di chi si era battuto contro il progetto attuale di Piazza della Libertà, come il comitato di esercenti e residenti Centro Anch'io.
Molti cesenati attivi tra comitati e associazioni sono confluiti nella lista 'Cesena siamo noi', movimento civico che candida il suo consigliere comunale Vittorio Valletta, ingegnere dell'Arpae ed ex grillino, che punta tutto sul patrimonio culturale della città. Su Piazza della Libertà, Valletta si era pronunciato subito a favore della "pedonalizzazione del centro" ma anche di un "parcheggio interrato"; in futuri per aiutare le imprese vakuta "nuovi bandi, gare a invito, un sistema di sostegno e aiuti per la burocrazia". Anche il candidato del Movimento 5 Stelle, medico e consigliere comunale Claudio Capponcini, si era opposto fin da subito al progetto della piazza, che "potrebbe essere ripopolata con un calendario di eventi sul modello Santarcangelo". Mentre per il rilancio il commercio in centro si dice a favore della riduzione degli "obblighi fiscali, Tari e tassa sulle insegne, del suolo pubblico" e dell'istituzione di "fondi per l'avviamento". Un tema che ritorna anche nelle proposte dei candidati Davide Fabbri di 'Cesena in Comune', ex esponente storico dei Verdi, Luca Capaci della giovane esperienza Fondamenta e Antonio Bazzanti di CasaPound.
[Roberta Cristofori, 2019]
27 LUG 2021 · A Reggio Emilia il 26 maggio saranno 125mila i residenti chiamati a votare alle amministrative. Il sindaco Pd Luca Vecchi cerca la riconferma con il sostegno di 6 liste e l'obiettivo di non perdere la guida della città dove, dai 1945 ad oggi, ha sempre governato la sinistra e dove il partito negli “anni d’oro” prendeva più del 50%. Lo stesso Vecchi nel 2014 fu eletto al primo turno con il 56,38% dei voti, ma le cose sembrano essersi complicate in questi 5 anni. Basti guardare alle ultime elezioni politiche, quando il centrosinistra non è andato oltre il 36%, e ascoltare le voci dei reggiani, che in stazione si lamentano di non sapere se sono scesi in Italia o in Africa. Eccellenza nei servizi per l’infanzia e nella sanità, il “modello Reggio” sembra non bastare più: il cruccio dei reggiani è diventato il “decoro”.
Lo sa bene il candidato del centrodestra Roberto Salati, fotografo e imprenditore nel settore immobiliare ed edilizio, il rivale più accreditato del sindaco Vecchi. Salati punta tutto sulla sicurezza e indica via Turri come il quartiere più problematico di Reggio Emilia insieme all'area abbandonata delle ex Officine Reggiane. Una lunga strada che corre parallela alla ferrovia, verso est, sulla quale si affacciano negozi chiusi, appartamenti fantasma, spaccio alla luce del sole: via Turri è il risultato più evidente della speculazione edilizia che ha divorato parte della città dall’inizio degli anni ’90. Ad abitarci sono principalmente persone di origine straniera in affitto a quei proprietari reggiani che guardano i palazzoni di cemento da lontano o dalle cronache, come è stato nel dicembre 2018, quando è divampato un incendio che ha provocato la morte di due persone e decine di intossicati.
Dopo questo tragico episodio l’amministrazione ha eseguito un censimento dei presunti occupanti e ha fatto aprire un nuovo presidio della polizia. Un primo tentativo di riqualificazione, che fa il paio con altri risultati che il sindaco Vecchi ha incassato negli ultimi anni: l'inaugurazione del Core - Centro Oncoematologico, lo sviluppo dealla stazione Mediopadana, l'avvio dell'esperienza del Parco Iil nnovazione alle ex Officine Reggiane, completamento dei Chiostri di San Pietro. Per il prossimo mandato Vecchi promette di dedicare "una fortissima attenzione sul tema del lavoro" e di affrontare "la sfida maggiore, quella ecologica". All'ecologia e all'ambiente si dedica anche la candidata del Movimento 5 Stelle, Rossella Ognibene, avvocata civilista e amministrativa, che dice di puntare "a vincere, con molta determinazione".
"Sul settore immobiliare a Reggio, che sia ex Reggiane o via Turri, c'è anche la speculazione della criminalità organizzata", spiega poi un altro candidato, Daniele Codeluppi della lista civica Reggio Emilia in Comune; l’inchiesta Aemilia e i successivi processi hanno infatti portato alla luce l’esistenza di una cosca ‘ndranghetistica legata ai Grande Aracri di Cutro, che operava in Emilia con base fra Reggio e Brescello. Ingegnere meccanico, Codeluppi lavora in una cooperativa agricola ed è uno dei fondatori del centro sociale Aq16: schierato, quindi, a sinistra del Pd. La sua lista raccoglie esponenti di Rifondazione, Potere al Popolo, Potere Operaio, Sinistra Italiana e attivisti dei centri sociali. C'è poi una quinta candidata in corsa, la consigliera d’opposizione Cinzia Rubertelli, capogruppo della lista Alleanza civica. Il futuro sindaco, chiunque sarà, dovrà in definitiva tentare di ricucire una profonda frattura sociale in atto e la soluzione potrebbe arrivare proprio da progetti già esistenti, come lo Spazio Raga o il caffè letterario Binario69, presidi socio-culturali di via Turri.
[Roberta Cristofori, 2019]
Un ciclo di reportage andati in onda su Popolare Network per raccontare le grandi città dell'Emilia-Romagna alla prova del voto amministrativo del maggio 2019 e regionale del gennaio 2020.
Informazioni
Autore | Roberta Cristofori |
Organizzazione | Roberta Cristofori |
Categorie | Politica |
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