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Elementi di Teologia morale

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    Cari ascoltatori di Radio Roma Libera, con questo podcast si introduce un nuovo filone di audio dedicati ad una disciplina scientifica di fondamentale importanza: la Teologia Morale. Approcceremo l’argomento cominciando dalla “filosofia morale”, che si pone a fondamento della teologia morale. Tra filosofia e teologia morale intercorre la stessa relazione che sussiste tra ragione e fede: l’una funge da base per la seconda e l’altra amplia e perfeziona la prima. Per questo motivo, ci avvarremo primariamente della lettura di uno scritto di Régis Jolivet (1891-1966), sacerdote e professore nell’Università Cattolica di Lione dal 1926. Nel 1932, per sua iniziativa, venne creata in tale università la Facoltà di Filosofia della quale fu decano per molti anni. Una delle sue opere principali fu il Trattato di Filosofia del 1954, suddiviso in cinque volumi: Logica, Cosmologia, Psicologia, Metafisica e Morale. In particolare, ci apprestiamo a leggere e studiare il primo di due tomi relativi alla Morale i quali trattano rispettivamente della Morale Generale, che ha per oggetto di determinare le condizioni generali della rettitudine morale degli atti umani, e della Morale Speciale, ovvero l’applicazione dei princìpi universali della moralità alle diverse situazioni dell’esistenza e ai rapporti che noi stabiliamo con il prossimo. Di tanto in tanto ci avvarremo anche dell’ausilio di un testo più propriamente di Teologia Morale, scritto dal padre Joseph Mausbach (1861-1931) e del Dizionario di Teologia Morale dei cardinali Francesco Roberti (1889-1977) e Pietro Palazzini (1912-2000). Quanto a quest’ultimo, risulta utile citare uno degli scopi con cui i cardinali lo hanno redatto:




    “[…] La morale domina tutta l’attività umana ed essa sola è capace di condurla al suo perfetto sviluppo. Le più gravi obiezioni contro la religione non provengono dalla speculazione ma dai costumi. Molti crederebbero, se accanto al Credo non ci fosse il Decalogo. Le difficoltà di ordine teoretico sorgono quando servono per giustificare o nascondere gli ostacoli di ordine pratico. L’uomo agisce secondo quello che pensa, ma finisce col pensare quello che fa”.




    Lo studio approfondito della morale è certamente di grande attualità in quanto, anche all’interno del mondo cattolico, sembra essersi persa la cognizione in primis di una corretta concezione dell’uomo e della sua natura, e in secundis dei fini a cui essa tende. Da ciò deriva il fatto che le persone non siano più in grado di discernere se un atto sia o meno conforme all’ordine stabilito da Dio e, di conseguenza, se sia buono, e quindi da desiderarsi e compiersi, o malvagio e quindi da rigettare ed evitare, secondo il noto principio morale per cui si deve fare il bene ed evitare il male. Tale smarrimento ha dei riscontri nella vita quotidiana a partire proprio da quei temi che, nel gergo comune, vengono definiti “etici” e sui quali ci si esprime continuamente senza però dire nulla di decisivo: temi come aborto, eutanasia, suicidio assistito e famiglia, tanto per citarne alcuni, sono continuamente oggetto della discussione filosofica e politica, ma sempre trascurando la dimensione morale che dovrebbe caratterizzarli. Il risultato di questo è una confusione generalizzata su ciò che, oggettivamente, sia moralmente lecito o meno, dando luogo ad una anarchia morale de facto che spinge le persone a vivere etsi Deus non daretur, come se Dio non ci fosse, con una norma morale soggettiva e relativizzata o, addirittura, senza norme morali. Una fra le conseguenze pratiche di questo è l’instaurarsi, nell’ordinamento giuridico, di leggi ingiuste che mietono giornalmente una quantità indefinita di vittime. Non solo: da ciò deriva anche una crisi culturale, sociale, morale e spirituale apparentemente impossibile da sanare, in quanto è venuta meno quella griglia valoriale di riferimento tramite cui offrire una soluzione ai problemi del nostro tempo, inquadrandoli correttamente nelle loro radici profonde. Un’umanità che non si ponga come obiettivo un’inversione di tale tendenza, è inevitabilmente destinata all’auto-distruzione come, purtroppo, i recenti accadimenti attestano. 

    Auspico che, seppur lo studio della morale richieda un certo sforzo intellettuale, esso possa costituire uno spunto di riflessione utile per tutti coloro cui è stata affidata la responsabilità delle anime tanto nell’ambito ecclesiale (sacerdoti, vescovi) quanto nell’ambito statuale (governanti) ma anche, più in generale, per tutti gli uomini di buona volontà che perseguono, a vario grado e titolo, la restaurazione dell’Ordine naturale e cristiano.
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    Categorie Cristianesimo
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