7 OTT 2024 · Il Nuovo Ordine a guida sionista deve guadare il Litani per imporre gli scambi di Abramo
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Come capita ormai da decenni, Israele può contare sì sulle armi sofisticate degli americani che svolgono – meglio dello sbandierato Iron Dome – il ruolo di protezione del territorio usurpato dallo stato ebraico, ma soprattutto contano sull’unanimità delle versioni dei fatti da parte del mondo mediatico. Smentite false, veline, accordi sottaciuti, doppiogiochismo: una narrazione predefinita che palesemente consente a Idf quello che, se attribuito agli avversari, diventa esiziale, consentendo così lo svolgimento unilaterale di una strage genocida, che si va estendendo al Libano e al resto del Medio Oriente senza considerare i diritti elementari delle genti che vi abitano, perché disumanizzate e considerate inferiori agli eletti del signore. Fin qui nulla di nuovo
Un anno che sta cambiando il sistema mediorientale del dopoguerra
La disamina di Lorenzo Forlani prende spunto dalla decisione di eliminare Nasrallah da parte di Tel Aviv, perché, come ha rivelato un alto funzionario americano alla Nbc, aveva vincolato il cessate il fuoco sul fronte libanese a quello nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. E comunque il racconto dell’annientamento delle organizzazioni filoiraniane non considera la natura di questi partiti confessionali, dove ciascuno è sostituibile e tutti sono irrazionalmente votati al martirio; e le armi a disposizione non sono precisate. In fondo non è la prima volta che Israele si va a impantanare in Libano, pur nella consapevolezza di non poter eliminare Hezbollah, in quanto gruppo nato dal basso; dunque l’intento è di terrorizzare e fare in modo che i libanesi insorgano, facendo il gioco di Netanyahu, che si insinua nelle spartizioni interconfessionali del potere a Beirut e alle divisioni sull’operato di Hezbollah da parte di una popolazione stremata da crisi economica e polemiche a seguito dell’esplosione del porto, puntando sulla borghesia che patisce un’altra sofferenza, non paragonabile da chi abita il Sud del Libano: le molte anime del paese con infinite narrazioni. In pratica lo Stato ebraico mira a rinfocolare una nuova Guerra civile libanese, tra fenici cristiani e arabi; questo riduce ulteriormente la possibilità di quello che poteva essere il naturale processo di decolonizzazione in prospettiva di un’unica nazione araba tra genti che parlano la stessa lingua e hanno interessi che sarebbero comuni tra Libano, Siria, Iraq e che andrebbero a collidere con le ambizioni di Erez Israel.
Il sistematico annientamento dei leader più attempati anche di organizzazioni laiche come Fplp non fa che radicalizzare ulteriormente l’aspetto confessionale del fanatismo giovanile. E questo va nell’ottica superficiale della guerra per la guerra senza alcuna strategia, ma solo tattica dell’attuale governo stragista di Tel Aviv, ma il risvolto potrebbe essere la presa del potere dell’ala militare anche presso Hezbollah, con valutazioni che esulano da diplomazia e valutazione strategica: lo scontro di due tattiche squisitamente belliche.