Terre rare nella polveriera Africa

15 gen 2023 · 15 min. 13 sec.
Terre rare nella polveriera Africa
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Ituri, Kivu... Kagame non vuol più accettare i profughi provenienti da quelle zone ricche di risorse e di scontri per il loro controllo tra i ribelli tutsi dell’M23 – finanziati dal Ruanda – ed esercito congolese. Proprio il rapporto con il governo di Kigali da parte dei ribelli è stato sancito dagli organismi internazionali ufficialmente e questo ha indispettito il presidente ruandese. Il rischio di estensione del conflitto anche ad altri paesi, come già si era cominciato ad analizzare nell'incontro che Bastioni di Orione ha avuto il 17 novembre con Massimo Zaurrini, si è accentuato e sembra anche che mosse di questo tipo non facciano che gettare benzina sul fuoco... intanto in fuga sono già stati contati 76.000 profughi congolesi.
Il direttore di "Africa&Affari" è cauto a distribuire colpe della situazione: la sua impressione è che sia dal lato di Kinshasa che da quello di Kigali ci sia la volontà di aumentare la tensione (da parte di Tshisekedi per uso elettorale). Ma sono soprattutto le risorse quelle che determinano i conflitti in loco; e qui si apre un mondo di terre rare che in Africa si trovano in particolare in Zimbabwe (che tende ad arrivare al 10% della produzione mondiale), da dove sono trapelate notizie sul tentativo di arginare il saccheggio straniero ma ancora aggirato variamente. "GreenReport" spiega in modo particolareggiato: «Il maggior produttore di litio africano cerca di prevenire le perdite dovute all'estrazione illegale per sostenere la sua economia in bancarotta. Dal 21 dicembre, con l’adozione del “Base Minerals Export Control (Unbeneficiated Lithium Bearing Ores) Order, 2022”, il governo dello Zimbabwe ha imposto pesanti restrizioni all’esportazione di litio grezzo, per frenare le vendite sul mercato nero e impedire che miliardi di dollari di proventi minerari vadano a compagnie straniere. Ma secondo quanto scrive la Reuters, tre importanti compagnie minerarie cinesi, che nell’ultimo anno hanno investito 678 milioni di dollari in miniere di litio e impianti di lavorazione in Zimbabwe, saranno esentate dal divieto».
Ma le realtà che riescono già a produrre terre rare sfruttabili in Africa è tutto in fieri, per mancanza di strutture e potenzialità di strutture produttive, tanto che Tesla ha in progetto di andarsi a produrre ciò di cui ha bisogno in loco con sue manifatture. Per fortuna esiste un documento di cui ci parla Zaurrini redatto dalla Banca Africana che prevede i vari livelli di raffinazione e i prodotti finiti; poi staremo a vedere se riusciranno a realizzarlo.
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Autore OGzero - Orizzonti geopolitici
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