Stefano Zuffi "Toulouse-Lautrec. La Belle Epoque"

30 ott 2016 · 23 min. 46 sec.
Stefano Zuffi "Toulouse-Lautrec. La Belle Epoque"
Descrizione

Stefano Zuffi curatore mostra "Toulouse-Lautrec. La Belle Epoque" Palazzo Chiablese, Torino fino al 5 marzo 2017 www.mostratoulouselautrec.it Con circa 170 opere, tutte provenienti dalla collezione dell’Herakleidon Museum di Atene, dal...

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Stefano Zuffi
curatore mostra
"Toulouse-Lautrec. La Belle Epoque"
Palazzo Chiablese, Torino
fino al 5 marzo 2017
www.mostratoulouselautrec.it



Con circa 170 opere, tutte provenienti dalla collezione dell’Herakleidon Museum di Atene, dal 22 ottobre 2016 al 5 marzo 2017 arriva a Palazzo Chiablese di Torino una grande retrospettiva dedicata a Toulouse-Lautrec, l’aristocratico bohémien considerato il più grande creatore di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. La mostra, sotto l’egida del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è prodotta e organizzata dai Musei Reali di Torino e Arthemisia Group, vede il patrocinio della Città di Torino ed è curata da Stefano Zuffi. Attraverso le opere dell’Herakleidon Museum di Atene, il percorso illustra l’arte eccentrica e la ricercata poetica anticonformista e provocatoria - tra le più innovative tra Ottocento e Novecento - di uno degli artisti oggi più apprezzati e ammirati; un’anima da “artista tormentato” fin dall’infanzia e non adeguatamente “riconosciuto”, seppur pervaso da un fortissimo slancio ottimista e dalla consapevolezza della bellezza della vita. Una bellezza semplice, dai contorni volutamente sfumati e da vivere in momenti dissoluti, dai colori forti e spregiudicati e priva di abbellimenti, nei disegni come nelle tinte. Nessuno, dopo di lui, è stato in grado di rendere così “perfetto” il volto dell’imperfezione. È questo il suo stile. In mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec. Rampollo di un’antica famiglia aristocratica del sud della Francia, nel 1881 il diciassettenne Henri decide di sfidare l’opposizione del padre, trasferirsi definitivamente a Parigi e di diventare pittore. Era ormai chiaro che non avrebbe potuto seguire le tradizioni di famiglia, una vita da gentiluomo di campagna o una carriera militare: a causa di una malattia genetica, la sua crescita si era fermata appena sopra il metro e mezzo, con gambe cortissime e problemi alla parola. Nonostante i limiti fisici Henri non ha difficoltà a inserirsi nel mondo libero e bohémien degli artisti e degli spettacoli: i caffè-concerto e i cabaret, principali luoghi della vita notturna parigina di fine secolo, diventano il suo rifugio prediletto e forniscono i temi principali della sua arte. Fra coraggiose scelte di soggetti scabrosi e innovative ricerche espressive, Toulouse Lautrec trae ispirazione per i protagonisti delle sue opere soprattutto dal quartiere parigino di Montmartre e ne racconta la vita notturna, alternando l’animazione dei locali con istanti di quotidianità, sempre fissati con un effetto di grande immediatezza. In poco tempo diventa uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rappresentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre che illustrazioni d’importanti riviste dell’epoca, come la satirica Le Rire. Il circo e il Moulin Rouge, l’amore e le stelle effimere del cabaret, l’ultimo bicchiere di assenzio e il sorriso tirato di un’attricetta: l’aristocratico visconte di Lautrec lascia la scena a trentasette anni, il 9 settembre 1901, alle soglie del XX secolo. Un’epoca si chiude con lui. L’evento è consigliato da Sky Arte HD. Il catalogo è edito da Skira.


L’itinerario dell’esposizione è scandito in 10 sezioni tematiche, sempre in rapporto con i grandi cambiamenti storici, tecnologici, sociali e architettonici di Parigi alla fine del XIX secolo, al tempo scintillante della Belle Époque.







Stefano Zuffi (1961), storico dell'arte milanese, ha curato la realizzazione di numerosi volumi di divulgazione culturale, con particolare attenzione all'arte rinascimentale e barocca. In qualità di consulente editoriale della casa editrice, è responsabile di collane molto note al grande pubblico, come gli "Artbook" e curatore del grande evento e successo editoriale, avviatosi nel 2002, la collana "I Dizionari dell'Arte".
Fra gli oltre 50 titoli pubblicati si segnalano Dürer, Il Grande Atlante della Pittura (entrambi pubblicati da Electa) e Rinascimento (Mondadori). Le sue opere sono state tradotte in più lingue con una distribuzione complessiva di oltre un milione e mezzo di copie in tutto il mondo.
È vicepesidente dell'Associazione Amici di Brera e membro del consiglio dell'Associazione Amici del Poldi Pezzoli.


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