Stefano Verdino "Amore, com'è ferito il secolo"

6 dic 2017 · 1 h
Stefano Verdino "Amore, com'è ferito il secolo"
Descrizione

Stefano Verdino Giorgio Caproni "Amore, com'è ferito il secolo" Poesie e lettere alla moglie A cura di Stefano Verdino Postfazione di Vincenzo Ostuni Manni Editori www.mannieditori.it A Rina "L'erba dove...

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Stefano Verdino
Giorgio Caproni
"Amore, com'è ferito il secolo"
Poesie e lettere alla moglie
A cura di Stefano Verdino
Postfazione di Vincenzo Ostuni
Manni Editori
www.mannieditori.it


A Rina
"L'erba dove tu posi
i fianchi, le reni
giovane data ai terreni
riposi, come si spossa
languida nella serata
piena d'aria e volubili
voci, sotto le braci
fresche del cielo e i lumi
minuti, mentre all'amata
persona intorno e ai grezzi
fieni si fa spaziosa
l'ora che signoreggi"




Sono qui raccolte alcune fra le più belle liriche di Caproni per la moglie e quindici lettere di una corrispondenza fra Rina e Giorgio in cui emerge la storia di un rapporto d’amore e di una famiglia.
C'è una particolare sintonia tra i due, che potremo chiamare “il governo della casa”, uno scambio continuo su contingenze di economia domestica e accanto pudiche dichiarazioni sentimentali: si entra nel quotidiano della vita di allora, con tante piccole cose, che danno il sapore di un forte legame e di una coppia, attenta alle ragioni composte di affetto e di praticità.

"Caproni, poeta impossibile ad affratellarsi, è forse anche per questo un poeta profondamente in bilico: fra ripiegamento lirico e narrazione antilirica e deidentificata, fra negazione brutale e leggerezza suadente, fra novecentismo e antinovecentismo, fra nichilismo e umanesimo non ha mai inteso realmente decidere né creduto di doverlo o poterlo fare, consapevole com’era dei limiti di ciascuno dei corni e oscillando, spesso strettamente, fra essi. Un poeta «di centro», in un senso virtuoso del termine: di un centro instabile, dinamico, progressivo. Di qui, una delle fonti non solo della sua grandezza ma della sua fortuna."
Vincenzo Ostuni


Araldica
"Amore, com'è ferito
il secolo, e come siamo soli
-tu, io- nel grigiore
che non ha nome. Finito
è il tempo dell'usignolo
e del leone. Il blasone
è infranto. Il liocorno
orma non ha lasciato
sul suolo: l'Ombra, è in cuore"




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