Silvia Stucchi "Caligola"

13 ago 2024 · 22 min. 35 sec.
Silvia Stucchi "Caligola"
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Silvia Stucchi "Caligola" Giunti Editore www.giunti.it Amato, odiato, tradito: la storia mai raccontata del terzo imperatore La vita non è stata tenera con Gaio Cesare, detto Caligola, terzo imperatore della...

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Silvia Stucchi
"Caligola"
Giunti Editore
www.giunti.it

Amato, odiato, tradito: la storia mai raccontata del terzo imperatore


La vita non è stata tenera con Gaio Cesare, detto Caligola, terzo imperatore della dinastia giulio-claudia dopo Augusto e Tiberio. E non lo è stata la Storia, che ce lo ha tramandato come un mostro vizioso e sanguinario, un despota crudele, folle e spietato, incline ad assecondare ogni suo capriccio fino al punto di pensare alla nomina a senatore per il proprio cavallo Incitatus. Un ritratto talmente cupo, disumano e monocorde da risultare caricaturale. Qual è la verità? Figlio di un padre venerato mancato troppo presto, il grande Germanico, vissuto sin da piccolo in circostanze drammatiche, fra ribellioni, intrighi e cospirazioni, costretto ad assistere impotente alla rovina della madre amatissima e dei fratelli maggiori, Caligola darà prova di un indomabile istinto di sopravvivenza. Aggrappato alla vita con le unghie e coi denti, riuscirà a salire al sommo del potere. Ammirato dal popolo, odiato dal Senato, dovrà scoprire quanto sia effimero e vano il favore del primo e quanto implacabile e feroce il rancore del secondo, fino a soccombere a soli ventotto anni sotto i pugnali dell’ultima delle congiure architettate contro di lui, tradito da coloro che gli erano più vicini. Grazie all’appassionata ricerca e alla penna vivacissima di Silvia Stucchi ci addentriamo nei meandri di una vicenda a tratti fosca, a tratti commovente, ricca di colpi di scena, che ci regala un quadro inedito e avvincente dei primi decenni dell’impero e insieme un ritratto di Caligola capace di rendere giustizia alla complessità e allo spessore del personaggio: un talento incompreso, un visionario che cercò caparbiamente l’amore del suo popolo e trovò la morte per aver sognato un avvenire diverso per Roma.


Silvia Stucchi, bergamasca, laureata in Lettere classiche e dottore di ricerca in Filologia e Letteratura latina, insegna Latino nei licei ed è docente di Lingua e Letteratura latina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano per i corsi di laurea in Lettere Moderne e Scienze dei Beni Culturali, e per quello in Scienze dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato saggi su Petronio e sulla sua fortuna e ricezione nei secoli XVII e XX, su Seneca tragico, Lucano, Ovidio, Cassio Emina e sulla tematica consolatoria nel mondo antico. Ha tradotto Apuleio (Apologia), Seneca (Epistola 70) e Plauto (Rudens). È autrice dei volumi Come il latino ci salva la vita (Edizioni Ares 2020) e A cena con Nerone. Viaggio nella cucina dell’antica Roma (Edizioni Ares 2021). Svolge attività di giornalista pubblicista su varie testate cartacee e online.




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