Silvia Salussolia "Case operaie"

22 dic 2019 · 13 min. 45 sec.
Silvia Salussolia "Case operaie"
Descrizione

Silvia Salussolia "Case operaie" Forse i ricordi fanno male! Fusta Editore www.fustaeditore.it "Pochi sanno quanto i bambini possano soffrire e sopportare dei patimenti, quanto possano sognare, quanto siano forti, nel...

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Silvia Salussolia
"Case operaie"
Forse i ricordi fanno male!
Fusta Editore
www.fustaeditore.it

"Pochi sanno quanto i bambini possano soffrire e sopportare dei patimenti, quanto possano sognare, quanto siano forti, nel combattere la vita, quanto sia grande la loro speranza e celata la loro sensibilità. Io lo so."

Silvia è una bimba minuta: abita alle Case Operaie di Villanovetta, vive una vita semplice, quella che è data vivere a chi, durante gli anni Sessanta e Settanta del nostro Novecento, ha fatto parte di quella società civile che non poteva godere di benessere, né di sicurezze economiche partorite dall’immediato secondo dopoguerra.
Le giornate di Silvia scorrono via semplici. L’appartamento in cui vive con madre, padre e fratello maggiore, fa parte di un grande complesso all’interno del quale abitavano i dipendenti della storica Cartiera Burgo di Verzuolo. Case Operaie le chiamavano...
Crescendo Silvia si accorge che i suoi luoghi sono lo specchio di un’Italia intera. Le case a ringhiera, il gabinetto condiviso con altre famiglie sul ballatoio esterno alle abitazioni; il desiderio di possederne uno; lavare i panni nel torrente; scaldarsi con una stufetta a carbone; considerare una bambola un dono inestimabile; soffrire le colonie estive...
E poi, i malati come il padre di Silvia o lo zio che ha dovuto fare i conti con la deportazione, o ancora l’amichetta, che l’ha seguita nelle sue avventure; le donne, ancora in una posizione subalterna rispetto all’elemento sociale maschile.
Poi irrompe il dramma, nella vita di Silvia, quello vero: la violenza subita. Una brutalità mai denunciata – neppure verbalmente – neanche ai genitori o al fratello. Mai...
Da quel momento la paura incombe sull’esistenza della piccina, troppo fragile per combattere una tragedia di quel peso, ma anche troppo “sola” per sentirsi in diritto di chiedere aiuto.
Allora, scavando tra queste pagine – così leggere e così veloci – ci chiediamo cos’è stata l’integrazione ieri. E cos’è l’integrazione oggi.
Per quali canali passa. Cos’è cambiato negli ultimi cinquant’anni in questa nostra Italia?
Chi meglio di un bambino, di una bambina, può darci le risposte di cui necessitiamo?



Intrappolata
nel mio respiro
corro con in mano
il mio destino
e non c'è nulla
al confine
solo sabbia e vento
e anima.

Silvia Salussolia è nata nel saluzzese e ha lavorato in campo assicurativo. Ha sviluppato ed elaborato la sua passione per la narrazione, la poesia e la pittura. Per la Fusta Editore ha pubblicato La coda del topo (2009). Ancora oggi narra dei luoghi in cui vive e ha vissuto.




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