Sicilia 1948 (4a parte) da «Un treno nel Sud» di Corrado Alvaro

26 dic 2023 · 25 min. 40 sec.
Sicilia 1948 (4a parte) da «Un treno nel Sud» di Corrado Alvaro
Descrizione

Le nove ore di treno tra Palermo e Catania bastano, senza bisogno di altre informazioni, a dare un'immagine concreta della Sicilia più remota, quella che fa parlare di sé nei...

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Le nove ore di treno tra Palermo e Catania bastano, senza bisogno di altre informazioni, a dare un'immagine concreta della Sicilia più remota, quella che fa parlare di sé nei drammi della vita sociale.
Lungo la fascia costiera, l'impressione è di una fatica a cui sorride il cielo.
È sempre presente in Sicilia una doppia immagine della vita: la fatica degli uomini, diligente, accanita, primitiva nei campi, che si capisce prospera ma senza segni di evidente benessere nell'abitato, segretamente prospera come tutto qui è segreto, e non soltanto per sinuosità ma per pudore o decoro; e poi il cielo, l'aria, il mare, fantastici, prodighi, felici.
Internandosi a dieci chilometri dalla costa, è come se si capitasse in un altro paese.
È un altopiano compatto, per gran parte dell'anno colore della terra nuda fra fulva e rossiccia, senza un albero, con rare abitazioni sparse che poi si scoprono per rifugi; con macchie di verde intenso attorno, che poi si scoprono per folti, siepi, viali di fichi d'india, simulanti veri viali, frutteti, giardini. E non un albero.
Tutto è colore della terra, colore del pane, colore della pietra.
In una crepa un torrentello rompe la compattezza della terra.
E silenzio ininterrotto. Lontano, sui poggi e sui monti, che appena si distinguono dalla sassaia delle cime o su vere fortezze naturali, i paesi e le città.
Scarsi gli animali, per lo più i muli e gli asini aggiogati all'aratro primitivo, e sembra un fenomeno di mimetismo che essi siano fulvi un poco più della terra.
Sulla strada nazionale che segue il fondovalle, che si attorciglia ai colli, e ai monti fino all'altezza della rocca di Enna, un uomo a cavallo evoca una vecchia immagine solitaria e avventurosa, e un'auto, la sola che abbia visto in tante ore, simile a un grosso coleottero, poiché non vi sono abitazioni in vista se non i paesi a grandi distanze sulle alture, gli scarsi uomini che badano ai campi, alle semine, con l'asinello, sembrano raminghi in un perpetuo viaggio.
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Autore Giuseppe Cocco
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