Serena Vitale "La mite" Fedor Dostoevskij
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Descrizione
Serena Vitale "La mite" Racconto fantastico Fedor Dostoevskij Adelphi www.adelphi.it Circolo dei Lettori - Torino www.circololettori.it "Giorni Selvaggi" Mercoledì 7 novembre, ore 18.00 Biblioteca Civica Centrale, Via Cittadella 5, Torino...
mostra di più"La mite"
Racconto fantastico
Fedor Dostoevskij
Adelphi
www.adelphi.it
Circolo dei Lettori - Torino
www.circololettori.it
"Giorni Selvaggi"
Mercoledì 7 novembre, ore 18.00
Biblioteca Civica Centrale, Via Cittadella 5, Torino
presentazione del libro "La mite" con Serena Vitale e Nicola Lagioia
«Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo» scrive Dostoevskij nel presentare ai lettori questo racconto perfetto, che di quell'uomo restituisce, con stenografica precisione, il soliloquio delirante e sconnesso, tutto esitazioni, ripetizioni, contraddizioni, pause, balbettii, ripensamenti. Di lui sentiamo i gemiti, e perfino l'eco dei passi che tornano in continuazione al cadavere steso sul tavolo. L'uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato da un illustre reggimento con l'accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un giusto, ma nemmeno un inveterato criminale. È semmai parente stretto dell'Uomo del sottosuolo, con cui ha in comune la rabbia dell'individuo rifiutato dalla società, l'istinto dell'animale braccato. Sragionando ad alta voce, cerca di capire e ricostruire le cause della catastrofe. Ha amato la Mite, ma torturandola con le parole e ancor più con il silenzio, con il perverso «sistema» ideato per vendicarsi di un'antica offesa e ritrovare la dignità perduta. E ora continua a chiedersi: «Perché questa donna è morta?».
Genio guastatore, maestro nel far saltare i ponti dei legami causali, Dostoevskij gli nega – e lo nega ai lettori – il sollievo di una spiegazione univoca, definitiva. E il monologo si sgretola in un dialogo con immaginari interlocutori: giudici? avvocati d'ufficio? fantasmi?
Serena Vitale
Scrittrice italiana (n. Brindisi 1945). Allieva di A.M. Ripellino è diventata una grande conoscitrice della lingua e letteratura russa, è docente di Lingua e Letteratura russa presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha tradotto importanti autori russi e ha scritto numerosi saggi su diversi autori, tra questi: I.A. Brodskij, A.S. Puškin, V.V. Nabokov, M.I. Cvetaeva, S.A. Esenin, M. Bulgakov, J.V. Trifonov, V.V. Majakovskij. Del 1979 è Testimone di un'epoca: conversazioni con Viktor Sklovskij e del 1995 Il bottone di Puškin (Premio Viareggio per la saggistica), che ha avuto un grande successo ed è stato tradotto in diverse lingue. Con La casa di ghiaccio. Venti piccole storie russe (2000) ha vinto sia il Premio Bagutta che il Premio Chiara. Nel 2006 con L'imbroglio del turbante ha vinto il Premio Grinzane Cavour. Successivamente ha pubblicato A Mosca, a Mosca! (2010) e Il defunto odiava i pettegolezzi (2015).
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