Roberto Rossi Precerutti "Un impavido sonno"

13 ago 2019 · 39 min. 33 sec.
Roberto Rossi Precerutti "Un impavido sonno"
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Roberto Rossi Precerutti "Un impavido sonno" Nino Aragno Editore www.ninoaragnoeditore.it Impavido è, secondo Tommaso Landolfi, il sonno dei morti, nel senso che esso si dispone quale dimensione compiuta e immodificabile,...

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Roberto Rossi Precerutti
"Un impavido sonno"
Nino Aragno Editore
www.ninoaragnoeditore.it


Impavido è, secondo Tommaso Landolfi, il sonno dei morti, nel senso che esso si dispone quale dimensione compiuta e immodificabile, non suscettibile di assimilazione alle fragili leggi dell’umano. Ora, il libro di Roberto Rossi Precerutti si offre al lettore nelle modalità di atto vivente delle lacrime, cioè consapevole e insieme dolorosa assunzione di un destino consumato essenzialmente come preparazione alla fine, dai turbamenti e dagli spasimi di infanzia e adolescenza, rievocati nei poemetti in prosa e precocemente risonanti del sentimento del vuoto, allo strazio degli anni che volgono alla vecchiaia, segnati dalla perdita e dall’impermanenza, ma anche dalla luce consolatoria dell’ininterrotto colloquio con gli auctores. Sontuosamente funebre secondo la lezione di Góngora e Mallarmé di cui Rossi Precerutti è stato raffinato traduttore, questa poesia è dunque un modo di corteggiare l’abisso, nell’attesa vana di un Risorto che dispieghi, sulla plaga di squallore e pena che chiamiamo mondo, il suo vessillo vittorioso.




Roberto Rossi Precerutti poeta, scrittore, critico letterario e saggista, è nato a Torino da una famiglia piemontese di antica origine. Il suo esordio poetico è costituito dalla raccolta Entrebescar (1982), alla quale hanno fatto seguito Falso paesaggio (1984), Anagrammi (1988), Musiche da cantar solo (1994), Stella del perdono (2002). Negli anni Novanta collabora con la rivista «Poesia», dove compaiono suoi contributi poetici e critici e numerose traduzioni dal francese, dal provenzale, dal catalano e dallo spagnolo. In quegli anni escono anche le sue raccolte poetiche maggiormente significative: Una meccanica celeste (2000, Premio Lorenzo Montano 2001), Elogi di un disperso mattino (2003), Rovine del cielo (2005, Premio Mondello 2006; Premio Val di Comino 2009), La legge delle nubi (2012), Rimarrà El Greco (2015, finalista al Premio Viareggio 2015) e le antologie Le più belle poesie di Stéphane Mallarmé (1994), Le più belle poesie di Arthur Rimbaud (1995), Torino art nouveau e crepuscolare (2006). Ha inoltre pubblicato la suite Lezioni di tenebre su «Nuovi Argomenti» (1999), la silloge poetica Spose celesti (2006) e l’antologia Poeti per Torino (2008). Vinse molta bellezza (2015) e Domenica delle fiamme (2016) sono i suoi libri di versi più recenti.




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