Omelia XXII Dom. T.O. - Anno B (Mc7,1-8.14-15)
Scarica e ascolta ovunque
Scarica i tuoi episodi preferiti e goditi l'ascolto, ovunque tu sia! Iscriviti o accedi ora per ascoltare offline.
Descrizione
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7884 OMELIA XXII DOM. T.O. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23) di Giacomo Biffi La pagina evangelica ci presenta una delle tante occasioni di polemica e di scontro con...
mostra di piùOMELIA XXII DOM. T.O. - ANNO B (Mc7,1-8.14-15.21-23) di Giacomo Biffi
La pagina evangelica ci presenta una delle tante occasioni di polemica e di scontro con i farisei e i dottori della legge, che si sono verificate durante la missione di Gesù. L'argomento della discussione stavolta è il rispetto delle minuziose prescrizioni legali, che accompagnavano la vita giudaica di allora e spesso la intristivano e la inceppavano. Ancora una volta Gesù condanna quanto di troppo esteriore e quasi meccanico c'è nelle prescrizioni farisaiche e cerca di ridonare al rapporto con Dio l'autenticità e la freschezza dell'origine. [...]
Gesù, per superare la grettezza della mentalità dei suoi interlocutori, in questa pagina enuncia o suppone alcuni princìpi di vita, che hanno un valore eterno, e come tali sono per noi sorgente inesauribile di riflessione.
1) IL PRIMATO DEL MONDO INTERIORE
Il pregio dell'uomo non sta in ciò che è al di fuori di lui, ma in quello che è dentro di lui. Ciò che è fuori di noi - qualunque cosa sia: condizione economica, sociale, politica, culturale ecc. - non determina la nostra sorte. E questo è un pensiero consolante: le circostanze esteriori, per quanto sfavorevoli o addirittura oppressive, né ci possono mai veramente costringere né in definitiva ci possono seriamente mandare in perdizione. Sotto ogni necessità, sotto ogni disagio, sotto ogni prepotenza, noi restiamo liberi e padroni del nostro ultimo destino.
Ciò che c'è dentro di noi invece - i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre decisioni, i nostri orientamenti di fondo - determina il nostro reale valore, e dipende da noi. E questo è un pensiero preoccupante, perché ci dice che il nostro destino sta nelle nostre mani, e possiamo giocarcelo con leggerezza. Noi dunque con le nostre scelte sbagliate possiamo arrivare a perdere noi stessi. Arriviamo così al secondo principio.
2) LA VERA ORIGINE DEL MALE E' IL CUORE DELL'UOMO
L'origine vera del male del mondo non è esteriore all'uomo, ma è il cuore stesso dell'uomo. Questa concezione di Cristo è opposta a quella che domina la mentalità contemporanea in tutte le sue componenti. Per l'uomo di oggi il male è sempre fuori di lui: sta nelle strutture sociali, nelle leggi sbagliate, nel governo che non funziona, nella classe politica, nel potere economico, nel consiglio comunale, nell'assemblea dei condòmini, ecc. Di qui l'illusione, sempre ricorrente, che basti cambiare le strutture esteriori, perché si abbia il benessere, la giustizia, la felicità; di qui la delusione che di solito segue ogni cambiamento.
Non che sia sempre e tutto sbagliato questo giudizio; ma non coglie il nòcciolo del problema. Il nostro male nasce dal nostro interno. Perciò la sola cosa decisiva da fare per combattere il male e per migliorare la condizione nostra e del mondo, è la "conversione", il cambiarci di dentro. Ed è la strada seguìta dai santi, gli unici veri benefattori dell'umanità.
3) LA RELIGIONE E' UN FATTO D'AMORE
Il primato del mondo interiore vale anche e soprattutto per la vita religiosa. La religione non è, come credevano i farisei e come talvolta crediamo anche noi, una serie di formalità, di pratiche, di abitudini. È soprattutto un fatto d'amore: vuol dire voler bene a Dio, che per primo ci ha amati. Essendo un fatto d'amore, segue le leggi dell'amore. Per esempio, l'amore non si accontenta mai del minimo, del puro dovuto, di ciò che è tassativamente prescritto, ma vuole sempre superare se stesso. Un cristiano che ha capito la religione come fatto d'amore non cercherà di venire a messa tardi e di partire in anticipo; al contrario sentirà il desiderio di partecipare a questa grande realtà che è la celebrazione eucaristica anche nei giorni feriali, quando non è obbligato; e vorrà aprire il suo cuore al Signore nella preghiera e nella lode il più spesso che gli sarà consentito dalle sue condizioni concrete d'esistenza. Soprattutto, essendo un fatto d'amore, la religione consisterà essenzialmente nel tentativo sempre imperfetto ma sempre ripetuto di conformare la propria volontà a quella del Padre. E qui nasce il quarto principio.
4) LA SAGGEZZA DELL'UOMO STA NELL'OSSERVARE LA LEGGE DI DIO
L'osservanza dei comandamenti è la fonte e la misura della saggezza e della intelligenza dell'uomo. Oggi comunemente si crede il contrario. Essere furbi, slegati da ogni norma di comportamento, che non sia il proprio tornaconto o il proprio piacere: questo è l'ideale di vita decantato dai nostri spettacoli, dalle nostre canzoni, dai discorsi che si ascoltano un po' a tutti i livelli. Chi non è capace di prevaricare, è considerato un povero di spirito, un pavido, un complessato.
Dio pensa il contrario. Non si può, dice Gesù, "trascurare il comandamento di Dio". Come ci ha insegnato la prima lettura, la saggezza e l'intelligenza dell'uomo sta nell'osservare la legge che il Signore ci ha dato. Chi trascura i dieci comandamenti non è solo un peccatore; è prima di tutto uno che si comporta da sciocco, perché quella è la legge della vita, e chi la vuole violare si rovina con le proprie mani.
5) IL CUORE UMANO E' FONTE DI MALVAGITA'
Ogni uomo per se stesso è sempre cattivo. Gesù sa che noi siamo malvagi, e il nostro cuore è fonte di malvagità: Dal cuore dell'uomo escono le intenzioni cattive: prostituzioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizie, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Gesù non si illude sull'uomo; non ritiene che sia una creatura innocente e indifesa rovinata dalla società.
Ritiene piuttosto che la società malvagia sia il risultato della cattiveria di ogni singolo uomo. Come si vede, non ci ha amati perché ci credeva buoni, ma per renderci buoni. Ci ha amati così come siamo, per farci diventare come ci vuole lui. Concludiamo con l'ammonimento di san Giacomo: Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi.
Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
Per acquistare il libro "Stilli come rugiada il mio dire" che raccoglie le omelie per le Domeniche del Tempo Ordinario Anno B (€ 12), clicca qui!
Per acquistare i tre volumi (Anni A, B, C) a prezzo scontato (€ 29) con anche in omaggio due piccoli libri sempre del card. Biffi (La fortuna di appartenergli e L'ABC della fede), clicca qui!
Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.
Informazioni
Autore | BastaBugie |
Organizzazione | BastaBugie |
Sito | - |
Tag |
Copyright 2024 - Spreaker Inc. an iHeartMedia Company
Commenti