Omelia II Domenica Tempo Ordinario - Anno B (Gv 1,35-42)
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6368 OMELIA II DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 1,35-42) Maestro, dove abiti? Venite e vedrete da Il settimanale di Padre Pio Il tema centrale di questa...
mostra di piùOMELIA II DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 1,35-42)
Maestro, dove abiti? Venite e vedrete
da Il settimanale di Padre Pio
Il tema centrale di questa seconda domenica del Tempo Ordinario è la vocazione. La vocazione è una chiamata particolare che Dio rivolge a qualche sua creatura, affinché essa sia tutta sua e si consacri a Lui nella vita sacerdotale o religiosa.
Già nella prima lettura abbiamo ascoltato il racconto della vocazione di Samuele. Nella notte, Dio chiamò per tre volte il giovane Samuele e, per tutte e tre le volte, il giovane pensò che fosse stato il suo maestro Eli a chiamarlo. Alla fine Eli comprese che si trattava del Signore, e allora invitò il giovane a seguire questa chiamata di Dio. Così, quando per la quarta volta Samuele udì quella voce misteriosa che a lui si rivolgeva, così rispose: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,10).
In questo brano colpisce molto la prontezza e la disponibilità di Samuele, il quale, appena si accorse che Dio lo chiamava si rese subito disponibile a compiere la sua Volontà. Sul suo esempio anche noi dobbiamo essere pronti ad eseguire la Volontà di Dio, a chiedere con insistenza che il Signore ci indichi ciò che Lui vuole da noi. Ogni volta che recitiamo il Padre nostro, tra le varie richieste, diciamo anche «sia fatta la Tua Volontà». Affinché queste non siano parole superficiali, da parte nostra ci deve essere tutta la disponibilità a uniformare la nostra volontà alla Volontà Divina. Dobbiamo essere sempre pronti a rinunciare al nostro punto di vista appena ci accorgiamo che il Signore vuole qualcos'altro da noi. In questa uniformità alla Volontà di Dio consiste la vera santità.
In questa prima lettura colpisce anche il fatto che fu Eli a far comprendere l'origine di questa chiamata. Così sarà anche per noi. È indispensabile la presenza di una guida spirituale che ci indichi con certezza ciò che il Signore vuole da noi. Su ciascuno di noi, Dio ha un progetto particolare e solo se riusciremo a realizzare questo piano troveremo la nostra felicità. Fino a che non riusciremo a compiere ciò, il nostro cuore sarà sempre insoddisfatto. Ma, per comprendere quella che è la nostra chiamata, c'è bisogno di una guida spirituale.
Questo vale per tutti i cristiani e vale soprattutto per quella che è la grande scelta della vita. Da alcuni Dio vuole una vocazione particolare, una consacrazione nella vita religiosa o sacerdotale. Secondo san Giovanni Bosco, che fu il Santo dei giovani, Dio chiama un ragazzo su tre. Si capisce allora quanto numerose dovrebbero essere le vocazioni. Purtroppo si assiste un po' ovunque al calo delle vocazioni. Ciò dipende dal fatto che molti giovani chiamati dal Signore non ascoltano o non vogliono seguire questa speciale vocazione. Non la ascoltano perché distratti da mille cose, e non la comprendono perché non sono guidati da nessuno.
È dunque importante pregare affinché molti giovani comprendano e rispondano come Samuele; ed è importante, per chi si pone questo interrogativo, trovare una buona guida spirituale che li possa aiutare.
Nel brano del Vangelo abbiamo invece la chiamata dei primi Discepoli da parte di Gesù. Sono loro a seguire il Maestro alle parole di Giovanni il Battista: «Ecco l'Agnello di Dio» (Gv 1,36). Colpisce profondamente il disinteresse del Precursore, il quale non raduna attorno a sé dei discepoli se non per indirizzarli a Gesù. Egli non ricercò la propria gloria, ma unicamente quella di Dio. E così Andrea, che prima era discepolo di Giovanni, da quel momento iniziò a seguire Gesù e indusse suo fratello Pietro a fare altrettanto. Già in questo brano del Vangelo possiamo vedere il primato dell'apostolo Pietro, per il fatto che Simone, il fratello di Andrea, fu l'unico Apostolo a cui fu cambiato il nome: «Sarai chiamato Cefa – che significa Pietro» (Gv 1,42).
Ai primi Discepoli che chiedevano qualcosa su di Lui, il Signore disse: «Venite e vedrete» (Gv 1,39). Così, a tutti quelli che, pur sentendo la chiamata di Dio, hanno paura di fare questo passo, Gesù dice: «Venite e vedrete» (Gv 1,39). Queste parole sono un invito a fidarsi di Lui, ad abbandonarsi giorno per giorno alla Divina Provvidenza, sicuri che Egli ci sosterrà ogni giorno della nostra vita.
Colpisce un ultimo particolare. Trovato il Messia, Andrea coinvolge subito il fratello Simone. Trovato il Signore, Andrea sentì l'ardente desiderio di farlo conoscere anche agli altri. E quello fu il suo primo apostolato. Se veramente ameremo il Signore, sentiremo anche noi il desiderio di farlo conoscere a chi ci sta intorno e a tutti quelli che incontreremo. Questa è una chiamata che Dio rivolge a tutti.
Infine, nella seconda lettura, l'apostolo san Paolo ci ricorda che noi apparteniamo a Dio e che, pertanto, dobbiamo stare lontani da ogni forma di impurità. «State lontani dall'impurità!» (1Cor 6,18), grida san Paolo, ricordandoci che il nostro corpo «è tempio dello Spirito Santo» (1Cor 6,19). Spesso è proprio l'impurità che impedisce a tanti giovani di capire qual è la loro strada. Accecati dalla carne, essi non sentono la chiamata di Dio, il quale li invita a qualcosa di diverso e di immensamente superiore a qualsiasi gioia terrena. Se saremo puri di cuore comprenderemo sempre la Volontà di Dio.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
Pubblicato su BastaBugie n. 699
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