Martedì 27 settembre, Nino Formicola è stato ospite in studio al PN1, con Miky Boselli e Andrea Ferrari. L'attore viaggia verso i 50 anni di carriera piena di successi, da Drive-in, all'iconica coppia Gaspare e Zuzzurro, da Emilio, ai Tg delle vacanze e molti spettacoli in teatro. Uno di questi è La cena dei cretini, che lo vede alla regia. Lo spettacolo è una commedia che torna a far parte del repertorio periodicamente. «È la quarta volta che la riporto in scena, ormai la ho nel DNA. È una commedia clamorosa, una di quelle pochissime commedie che chi esce dice agli amici di andare a vederla perché ha riso per due ore consecutive». Sarà in scena fino al 16 ottobre al Teatro Leonardo di Milano, che è l'unico che non ha gli abbonati e conta solo sul passaparola del pubblico. 

LA COMMEDIA – La pièce è un adattamento comico di un film-commedia francese degli anni '90, pieno di momenti di improvvisazione. È la storia di Pignon, invitato a cena da personaggi della Parigi bene che vogliono farsi beffe delle persone più semplici, credute stupide. Ma non sanno che il protagonista si rivelerà tutt'altro che idiota... «Ho spinto molto sulla risata, perché per far tornare la gente a teatro, bisogna farla divertire».

LA PARTE DI MAX – Insieme c'è Max Pisu, che sostituisce Andrea Brambilla, scomparso da qualche anno. «Quando sono salito sul palco a interpretare questa commedia senza il mio collega storico, mi è venuto un po' uno smalvino. Era la prima volta che facevo una cosa che avevo fatto con Andrea 300 volte, con un'altra persona. Ma infatti ho scelto Max perché ha un umorismo surreale e poi è simpaticissimo al pubblico. Ha un'imponenza impressionante, anche fisica. Allora ho spostato la regia sulla sua comicità, è inutile replicare quella di Andrea. Max prende la parte di Andrea a modo suo con lo stesso fantastico risultato: vengono giù i teatri dalle risate, ha un'empatia meravigliosa con il pubblico».

IL RICORDO DI ANDREA – Andrea Brambilla è scomparso nel 2013 ed è stato compagno di vita e di carriera per Nino. «Andrea è morto quando avevo 60 anni e credetemi, perderlo è stato un trauma vero. Ed lo è stato anche per la gente. Noi siamo stati l'unica coppia iconica che la gente chiamava con i nomi scambiati. Per loro, morto Zuzzurro, morto anche Gaspare. Ma non è affatto così».

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