Mimmo Sammartino "Ballata dei miracoli poveri"
17 ago 2019 ·
23 min. 23 sec.
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Descrizione
Mimmo Sammartino "Ballata dei miracoli poveri" Hacca Edizioni www.hacca.it Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò...
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Mimmo Sammartino
"Ballata dei miracoli poveri"
Hacca Edizioni
www.hacca.it
Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò che era. In questo spazio abitato da ombre e da fantasmi, non sa più riconoscersi, non sa che cosa è diventato. Un viaggio sentimentale, tra fiaba e mito, in una terra grondante di visioni e di prodigi. Terra del sogno e di disperazioni. Terra dell’infanzia e di magia. Spazio della memoria ritrovata, dell’abdicazione della presenza dinanzi alla furia della natura, del pregiudizio umano e degli accadimenti. Davanti alla ineluttabilità dei destini.
“Tornarono le pupille dell’incanto, della malia d’amore. Il seguito ideale di “Vito ballava con le streghe”
Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò che era. In questo spazio abitato da ombre e da fantasmi, non sa più riconoscersi, non sa che cosa è diventato. Un viaggio sentimentale, tra fiaba e mito, in una terra grondante di visioni e di prodigi. Terra del sogno e di disperazioni. Terra dell’infanzia e di magia. Spazio della memoria ritrovata, dell’abdicazione della presenza dinanzi alla furia della natura, del pregiudizio umano e degli accadimenti. Davanti alla ineluttabilità dei destini.
Il racconto di uno spaesamento. Della dissoluzione del mondo contadino, della terra di mezzo, quella dell’Appennino.
Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni. Pensa che in un albero c’è un violino d’amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita. Te l’ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.
Alda Merini
IL POSTO DELLE PAROLE
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Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò che era. In questo spazio abitato da ombre e da fantasmi, non sa più riconoscersi, non sa che cosa è diventato. Un viaggio sentimentale, tra fiaba e mito, in una terra grondante di visioni e di prodigi. Terra del sogno e di disperazioni. Terra dell’infanzia e di magia. Spazio della memoria ritrovata, dell’abdicazione della presenza dinanzi alla furia della natura, del pregiudizio umano e degli accadimenti. Davanti alla ineluttabilità dei destini.
“Tornarono le pupille dell’incanto, della malia d’amore. Il seguito ideale di “Vito ballava con le streghe”
Vito, il contadino, si è perduto in un bosco remoto. Si è fatto errante. Ha smarrito, insieme alla strada, tutto ciò che era. In questo spazio abitato da ombre e da fantasmi, non sa più riconoscersi, non sa che cosa è diventato. Un viaggio sentimentale, tra fiaba e mito, in una terra grondante di visioni e di prodigi. Terra del sogno e di disperazioni. Terra dell’infanzia e di magia. Spazio della memoria ritrovata, dell’abdicazione della presenza dinanzi alla furia della natura, del pregiudizio umano e degli accadimenti. Davanti alla ineluttabilità dei destini.
Il racconto di uno spaesamento. Della dissoluzione del mondo contadino, della terra di mezzo, quella dell’Appennino.
Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni. Pensa che in un albero c’è un violino d’amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita. Te l’ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.
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