Marina Ballo Charmet "Con la coda dell'occhio"

20 mag 2017 · 22 min. 37 sec.
Marina Ballo Charmet "Con la coda dell'occhio"
Descrizione

Marina Ballo Charmet "Con la coda dell'occhio" Scritti sulla Fotografia a cura di Stefano Chiodi Quodlibet Edizioni www.quodlibet.it Il soggetto privilegiato della fotografia di Marina Ballo Charmet è il «sempre...

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Marina Ballo Charmet
"Con la coda dell'occhio"
Scritti sulla Fotografia
a cura di Stefano Chiodi
Quodlibet Edizioni
www.quodlibet.it


Il soggetto privilegiato della fotografia di Marina Ballo Charmet è il «sempre visto», ciò che rimane sulla soglia della percezione, il fuori-fuoco in cui traspare «il rumore di fondo della nostra mente». Per far affiorare questa dimensione occorre allora guardare il mondo «con la coda dell’occhio», incorporando allo sguardo la distrazione, la latenza, la multivocità dell’esperienza quotidiana.
Accompagnare le immagini con la scrittura è stata una costante necessità dell’autrice lungo tutto l’arco del suo percorso. Dialogare a distanza con gli autori e i fotografi prediletti (come Gabriele Basilico e Lewis Baltz), appuntare pensieri, redigere diari di lavoro, chiarire retroterra teorici e scoprire affinità d’ispirazione (ad esempio con Robert Adams, Raoul Hausmann, Timothy O’Sullivan) si rivelano così momenti integranti della sua pratica creativa. Disposti seguendo un ordinamento insieme tematico e cronologico, i testi illuminano anche la relazione tra lavoro con le immagini e lavoro psicoterapeutico, visti entrambi come processi basati su «una particolare relazione di ascolto con il mondo o il paesaggio esterno, di sorpresa verso cose che sembrano non avere un senso particolare». Questo libro offre una riflessione sulla fotografia come strumento di conoscenza e come mezzo di esperienza che attiva l’inconscio.
Il volume, a cura di Stefano Chiodi, è accompagnato da una conversazione di Jean-François Chevrier con l’autrice.

«L’immagine fotografica può essere altro dalla restituzione o dal ricordo di una cosa vista: può avere un’attualità simile o, più esattamente, equivalente all’esperienza della percezione. L’immagine fotografica esiste allora nello spazio della percezione di chi guarda. Si può parlare cioè di “presenza” dell’immagine, come accade nella fotografia di Marina Ballo Charmet».
Jean-François Chevrier


Marina Ballo Charmet lavora con la fotografia e il video. Da più di trent’anni opera come psicoterapeuta nei servizi territoriali pubblici di Milano. Ha esposto in numerosi musei e istituzioni in Italia e all’estero, tra cui il Musée Unterlinden a Colmar, il Museo del Novecento a Milano, il MACRO a Roma, la Triennale di Milano, il Fotomuseum a Winterthur, il Centre national de la photographie a Parigi e lo Storefront for Art and Architecture a New York. Ha partecipato alla XII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia nel 2010 e alla XLVII Biennale d’Arte di Venezia nel 1997. Tra i suoi libri ricordiamo: Il parco/The Park (Charta, 2008), Marina Ballo Charmet. Fotografie e video 1993/2006 (Electa, 2007), Primo campo (Le Point du Jour, 2004), Rumore di fondo (Art&, 1998), Con la coda dell’occhio (Art&, 1995), L’incontro difficile (Emme, 1984).


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