Lorenzo Pavolini "Festival del Mondo Antico"

18 lug 2022 · 17 min. 5 sec.
Lorenzo Pavolini "Festival del Mondo Antico"
Descrizione

Lorenzo Pavolini "Festival del Mondo Antico" Rimini Mercoledì 20 luglio 2022, ore 21:30 Festival del Mondo Antico, Rimini "Il consenso e il regime fascista" con Lorenzo Pavolini, Francesco Filippi, Laura...

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Lorenzo Pavolini
"Festival del Mondo Antico"
Rimini



Mercoledì 20 luglio 2022, ore 21:30
Festival del Mondo Antico, Rimini
"Il consenso e il regime fascista"
con Lorenzo Pavolini, Francesco Filippi, Laura Fontana



Lorenzo Pavolini
Vicedirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti, Lorenzo Pavolini collabora da oltre vent’anni con Rai Radio3 curando le letture dei romanzi Ad alta voce oltre alle trasmissioni Wikiradio, Pantheon e Zazà.
Partecipa a diversi progetti teatrali (recentemente ha adattato per la scena il romanzo di Moravia La donna leopardo). Ha pubblicato i romanzi Senza rivoluzione (Giunti 1997, premio Grinzane Cavour esordiente), Essere pronto (peQuod, 2005), Accanto alla tigre (Fandango, 2010, Marsilio/Feltrinelli 2019, finalista Premio Strega), Tre fratelli magri (Fandango 2012), Si sente in fondo? Avventure dell’ascolto (Ediesse, 2013), L’invenzione del vento (Marsilio 2109, finalista premio Flaiano). Ha curato tra l’altro Italville – New Italian Writing (Exile Edition, 2005) e l’edizione integrale delle Interviste impossibili (Donzelli 2006). Per la regia del documentario sonoro Ninnananna di Natale, musica e storie dall’Orchestra di Piazza Vittorio ha vinto il Prix International de la Radio URTI 2003.


Lorenzo Pavolini
"Accanto alla tigre"
Fandango

Lorenzo è uno scrittore alle prese con teatro, riviste, radio e crede di possedere una visione politica consolidata. Vive a Roma nel quartiere Esquilino. Lì si mescolano due idee molto diverse dell'Italia contemporanea: quella multietnica, del mercato di piazza Vittorio e dei negozi cinesi e quella nazionalista rappresentata da un centro sociale di estrema destra. In quel pezzo di Italia c'è un altro dissidio, quello che Lorenzo coltiva sin dall'adolescenza dentro di sé, un dissidio che affonda le radici nel suo cognome. Lo stesso del nonno Alessandro, raffinato intellettuale ma soprattutto fascista implacabile, fondatore delle Brigate nere e anima della Repubblica di Salò. Lorenzo scopre chi era suo nonno a scuola, quando vede su una pagina del libro di storia una foto, quella immagine di piazzale Loreto, in cui Benito Mussolini, Claretta Petacci e gli altri gerarchi sono appesi a testa in giù. Tra loro un uomo a torso nudo pende sotto una pensilina su cui è scritto in stampatello: Pavolini. Tanti anni dopo l'autore prova a capire chi sia stato veramente suo nonno, cosa lo abbia spinto a cavalcare con tanta ostinazione la sua tigre. Ricostruisce così una storia fatta di reticenze, conflitti e timori riguardo il rapporto tra lui, la sua famiglia e l'eredità di quel cognome. Un romanzo di memorie e passione che attraversa l'Italia di questi anni dove ancora la notte giovani mani scrivono sui muri la scritta "Pavolini eroe" e le sue frasi celebri sono slogan di nuovi estremismi.




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