Liliana Molineri "Polenta Bastarda"

30 mar 2023 · 10 min. 48 sec.
Liliana Molineri "Polenta Bastarda"
Descrizione

Liliana Molineri "Polenta Bastarda" Caraglio (Cuneo) Domenica 2 aprile 2023 Liliana Molineri / Cascina dell'Aglio https://cascinadellaglio.it Domenica 2 Aprile 2023 si terrà a Caraglio (CN) la Fiera di Primavera, la...

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Liliana Molineri
"Polenta Bastarda"
Caraglio (Cuneo)
Domenica 2 aprile 2023


Liliana Molineri / Cascina dell'Aglio
https://cascinadellaglio.it


Domenica 2 Aprile 2023 si terrà a Caraglio (CN) la Fiera di Primavera, la manifestazione dedicata all’Artigianato, ai Prodotti Tipici, a tutte le attività del territorio, organizzata dall'Associazione Turistica Pro Loco Insieme per Caraglio in collaborazione con il Comune di Caraglio.La Fiera si svilupperà lungo l’asse di Via Roma. Quest'anno, verrà organizzata sotto l’Area del Pellerin dalle ore 12.30 anche la 4° Edizione della Sagra della Polenta “Bastarda”.Preparata con una farina speciale chiamata proprio “Bastarda” perché è un misto di 5 farine diverse riscoperta dal concittadino Lucio Alciati, ed oggi prodotta dall’Azienda Agricola Molineri Liliana, si potrà gustare sia con il sugo di salsiccia di bufala, che con la salsa al Castelmagno del Caseificio Produttori Alta Valle Grana.Gradita la Prenotazione → 329.2516729 - 346.1546124Ad allietare il pomeriggio dalle ore 14,30 in Piazza Cavour sono previsti balli occitani con Daniela Mandrile.

Si dice che tanto tempo fa in un grande cascinale in provincia di Cuneo, ai piedi delle Alpi occitane, vivevano cinque famiglie di contadini.Ognuna di essa conduceva una parte di quella fattoria ed erano molto solidali fra di loro. Si aiutavano nei lavori e nei casi di urgenza, si prestavano le attrezzature e, alcune, le acquistavano in società.Insomma regnava l’armonia e la cascina era prosperosa.Le loro origini erano diverse: una famiglia proveniva da Alessandria, una dal Veneto, una dall’Astigiano, una dal Torinese e una era del luogo.Ogni anno il fattore accompagnava il proprietario a verificare il buon andamento dei suoi interessi.Il proprietario viveva a Torino ed era nobile, severo ma buono. Era un uomo sulla sessantina, dallo sguardo burbero e il suo fisico era rubicondo e questo lo rendeva alla fine simpatico.Quell’anno il proprietario comunicò al fattore e ai suoi contadini che il Natale successivo avrebbe fatto grande festa e avrebbe ospitato in quella cascina, personaggi illustri e altolocati, ma anche buongustai, amanti soprattutto della buona polenta. Per cui raccomandava che tutto fosse preparato nel migliore dei modi.Iniziarono i nervosismi per la preparazione della polenta. ogni famiglia si era portata, dalle sua terra, il mais che usava per preparare il tipico piatto e ognuna diceva che la sua era la più buona e che sarebbe sicuramente piaciuta di più.Incominciarono le discussioni e i litigi, fino a che decisero che ogni famiglia si sarebbe coltivata il suo mais e avrebbe offerto, separatamente, la sua polenta agli invitati.Prepararono cinque appezzamenti vicini, tutti coltivati a mais da polenta ma ognuno di varietà diversa: uno coltivava un mais alessandrino, uno di origine torinese, uno che proveniva dall’astigiano, uno del posto e uno il mais bianco del Veneto.Il diavolo osservava maligno e divertito la piccolezza umana e per divertirsi ancora di più, una notte, quando il mais era bello fiorito, cominciò a soffiare così tanto da creare un vento impetuoso che investi i 5 appezzamenti.L’intenzione era quella di mischiare i pollini dei fiori in modo che le varietà si incrociassero e si imbastardissero creando del mais impuro che fosse improponibile e che portasse scompiglio nella fattoria.Nessuno dei cinque mezzadri si accorse del vento perché questo si abbatté, incredibilmente, solo su quei 5 pezzi coltivati. Da altre parti no.Venne il giorno della raccolta e della successiva spannocchiatura. Successe il finimondo: il mais aveva forme strane e colori diversi. Un miscuglio che mandò nella disperazione le cinque famiglie.Ormai era tardi. Appesero quel mais ad asciugare, lo sgranarono e lo macinarono tutto insieme. Se non altro quel disastro aveva riavvicinato le famiglie e decisero di affrontare uniti l’evento.Arrivò il Natale e preparano la polenta con quella farina. Il risultato fu straordinario. Gli ospiti rimasero stupiti per la bontà della polenta piacque tanto che fu richiesto il bis per il giorno dopo.E’ proprio vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi ed è ancor più vero che non è sempre la razza a far la bontà.



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