La linea ionica di Francois Lenormant - Memorie del Sud

26 apr 2024 · 21 min. 12 sec.
La linea ionica di Francois Lenormant - Memorie del Sud
Descrizione

Francois Lenormant, archeologo francese (1837-1883) venne in Italia per la prima volta nel 1866 per studiare il patrimonio artistico della Puglia e della Basilicata. Tornò nel Mezzogiorno altre due volte...

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Francois Lenormant, archeologo francese (1837-1883) venne in Italia per la prima volta nel 1866 per studiare il patrimonio artistico della Puglia e della Basilicata.
Tornò nel Mezzogiorno altre due volte nel 1879 e nel 1882 per lunghe visite in Calabria, Basilicata e Campania.
I resoconti dei suoi soggiorni sono raccolti nella Grande Grèce, un’opera in tre volumi che suscitò un grande interesse in tutta Europa.

Torremare, che dà il nome all'attigua stazione ferroviaria, è un'antica roccaforte medievale, rimaneggiata nel 1500, oggi da molto tempo smantellata e trasformata in masseria. 
Tutta la superficie della pianura circostante, tra il Bradano e il Basento, è coltivata dai contadini che scendono a lavorare dal grosso paese di Bernalda, situato a circa otto chilometri, sulle prime falde della montagna.
Qui non esiste un solo sentiero battuto o coperto di ghiaia; si è costretti a camminare attraverso le campagne, il cui suolo grasso è naturalmente irrorato dalle infiltrazioni dei due fiumi, che dopo qualche giorno di pioggia si trasforma in un mare di fango.
Se in tali condizioni si vogliono visitare le antichità di Metaponto, non c'è altro modo che prendere a nolo da un massaro un carretto altissimo, appoggiato su due grandi ruote, che ad ogni momento ci ricoprono di fango dalla testa ai piedi, e farsi trasportare su questo veicolo non molleggiato (particolare di cui ci si accorge fin troppo presto), da un paio di cavalli fisici, di cui uno, attaccato fuori dalle stanghe, sta lì soltanto per forma e non può tirare un bel niente; senza poi considerare la possibilità di vedere il carretto affondare in una palude, cosicché si è costretti a scendere, la mota fino al ginocchio, per dare una mano al carrettiere a spingere la ruota.
Ma non è il moderno comfort che si è venuto a cercare nelle rovine di Metaponto, e chi non sa prendere con allegria queste piccole miserie del viaggio ha una sola cosa da fare, restare a Napoli e non azzardarsi mai ad abbandonarla per spingersi più a sud.
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Autore Giuseppe Cocco
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