"La fuga davanti a Dio"

27 apr 2020 · 32 min. 31 sec.
"La fuga davanti a Dio"
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"La fuga davanti a Dio" Max Picard con un testo di Hermann Hesse prefazione di Jean-Luc Egger Vita e Pensiero www.vitaepensiero.it Pubblicato nel 1934, in piena epoca nazista, La fuga...

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"La fuga davanti a Dio"
Max Picard
con un testo di Hermann Hesse
prefazione di Jean-Luc Egger
Vita e Pensiero
www.vitaepensiero.it


Pubblicato nel 1934, in piena epoca nazista, La fuga davanti a Dio riflette il clima storico segnato dal tumultuoso industrialismo, dal culto futuristico della velocità, dalla crisi economica, dal disfarsi dei legami sociali, dalle mattanze delle guerre mondiali e dei totalitarismi. Il pamphlet di Picard descrive con toni quasi apocalittici una modernità in perenne fuga dal divino, dal fondamento dell’essere, dal paradigma stesso dell’esistenza. La sua diagnosi è netta: «Nel mondo della fuga l’uomo non esiste come singolo essere delimitato, ma come coacervo di sensazioni, volontà e azioni continuamente mutevoli». La critica di Picard appare oggi visionaria e anticipatrice. La sua analisi della mobilità inesausta, dell’accelerazione della vita e del continuo cambiamento dei rapporti tra gli esseri umani individua problematiche sollevate da filosofi come Morin, Baudrillard, Virilio, Debord. La sua descrizione del dissolvimento dell’oggettività e dell’avvento di una realtà virtuale e fantasmagorica, costituita da grumi di materiali informativi fluttuanti in un continuum di immagini, ci ricorda la società liquida di Bauman e il dominio mondiale della rete. La lezione di Picard assume un significato particolare per questo nostro tempo: ricentrare l’essere umano intorno ad alcuni nuclei essenziali e imprescindibili, per riconoscere il mondo come donazione, ma anche per riaffermare le ragioni di un principio di umanità da opporre alle forze omologanti che oggi sembrano dominare su scala planetaria. Come scrive Hermann Hesse nel testo che accompagna il saggio di Picard: «Molte sono le ragioni che rendono importante questo libro. È un’opera spaventosa e confortante allo stesso tempo».





Hermann Hesse, Nobel per la letteratura nel 1946, è stato uno scrittore, poeta, filosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero. La sua produzione, in versi e in prosa, è vastissima e conta quindici raccolte di poesie e trentadue tra romanzi e raccolte di racconti.



Jean-Luc Egger (Torino 1961) laureato in filosofia, è giurilinguista e saggista.





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