Ivan Crico in conversazione con Roberto Paci Dalò

13 dic 2019 · 1 h 12 min. 10 sec.
Ivan Crico in conversazione con Roberto Paci Dalò
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Attribution: Ivan Crico and Roberto Paci Dalò, in “Usmaradio” for the radio program “Encounters” by Roberto Paci Dalò, recorded at Casa della Fornace a San Vito al Torre (Udine) 2019,...

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Attribution: Ivan Crico and Roberto Paci Dalò, in “Usmaradio” for the radio program “Encounters” by Roberto Paci Dalò, recorded at Casa della Fornace a San Vito al Torre (Udine) 2019, cc by-sa all.

Una conversazione attorno al libro di Pier Paolo Pasolini I Turcs tal Friùl / I Turchi in Friuli (Quodlibet, 2019). Prefazione di Giorgio Agamben, testo e traduzione a cura di Graziella Chiarcossi, traduzione in versi di Ivan Crico. Testo a fronte. Ardilut.

Nel silenzio della cucina di Casa della Fornace a San Vito al Torre (Udine) abbiamo avuto la possibilità di parlare a lungo con Ivan Crico attorno al libro I Turcs tal Friùl / I Turchi in Friuli da poco pubblicato da Quodlibet nella nuova collana Ardilut dedicata alla poesia in dialetto e curata da Giorgio Agamben all'insegna della tesi: «una sorta di bilinguismo è consustanziale alla poesia italiana». Il libro presenta il testo originale nell’autorevole revisione critica di Graziella Chiarcossi, accompagnata dalla traduzione in versi di Ivan Crico, uno dei più sensibili poeti friulani di oggi.

Si è trattato di una conversazione ampia, appassionata e a tratti davvero emozionante, dove – a partire dal libro stesso – ci siamo incamminati attraverso la storia, la geografia (dal Friuli alla Mitteleuropa tutta tornando più volte a Gorizia e Trieste), i conflitti, le lingue e i popoli.

La scheda del libro: https://www.quodlibet.it/libro/9788822902719

Nel 1944, nel Friuli percorso dalle truppe naziste e devastato dai bombardamenti anglo-americani, il giovane Pier Paolo Pasolini scrive in friulano un dramma, a metà fra la tragedia e la sacra rappresentazione, che contiene, in una drastica e quasi profetica abbreviazione, tutti i temi della sua opera futura. Soggetto del dramma è l’invasione dei Turchi in Friuli del 1499, testimoniata da una lapide che il giovane poeta poteva leggere nella chiesa di Casarsa; ma, sotto l’apparenza di un’evocazione storica, è tutto il mondo di Pasolini che I Turchi in Friuli mette in scena in un inestricabile ordito di elementi personali (i protagonisti portano lo stesso nome della madre Susanna Colussi) e motivi ideali: l’appassionata fede religiosa e la rivolta contro la Chiesa, l’amore per la vita e la fascinazione per la morte (l’uccisione di Meni Colùs alla fine del dramma sembra annunciare quella del fratello Guido solo un anno dopo), l’impegno nell’azione e la fuga nella preghiera. E non è certo un caso se tutti questi motivi, almeno in apparenza contraddittori, si compongono in una parola che è la stessa che il poeta molti anni dopo avrebbe proposto come titolo per la raccolta delle sue poesie complete: bestemmia.
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Autore USMARADIO
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