INCIPIT - Il gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958)

19 lug 2023 · 6 min. 24 sec.
INCIPIT - Il gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958)
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"Incipit", la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della...

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"Incipit", la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

Il romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato nel 1958, ci porta nella Sicilia della seconda metà dell’Ottocento.
Il contesto storico è fondamentale: sono gli anni cruciali del Risorgimento italiano (fra il 1860, epoca della spedizione dei Mille, e il 1910), un momento di inevitabile rottura con la tradizione del passato, tema fondamentale del libro. La futura affermazione della classe borghese e il decadimento della classe aristocratica sono descritti tramite le vicende di casa Salina e in particolare del capofamiglia, don Fabrizio Cordera Principe di Salina: un aristocratico, affascinante signore proprietario terriero di una tenuta vicino Palermo, raffinato cultore di studi astronomici, nonché attento osservatore della progressiva e inesorabile decadenza del proprio ceto in favore della nuova classe emergente, la borghesia, che il principe, dall'alto del proprio rango, guarda con malcelato disprezzo. La Sicilia del maggio 1860 vede lo sbarco di Garibaldi e del suo esercito, momento che segna il collasso del Regno dei Borboni e, in seguito, con la proclamazione del Regno d’Italia, l’arrivo dei funzionari amministrativi sabaudi.

Il finale del romanzo è tutto in quel senso di decadenza testimoniato dallo scritto sullo stemma araldico delle casate dei Salina e dei Tomasi di Lampedusa, il gattopardo, da cui il titolo del libro, che recita: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”.
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Autore Direzione Itaca
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