In onore della Vergine di Norman Douglas - Memorie del Sud

26 apr 2024 · 22 min. 21 sec.
In onore della Vergine di Norman Douglas - Memorie del Sud
Descrizione

Norman Douglas, narratore e saggista inglese (1868-1952), di padre scozzese e madre tedesca, visse a lungo in Austria. A vent’anni venne per la prima volta in Italia.Nel 1896 abbandonò la...

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Norman Douglas, narratore e saggista inglese (1868-1952), di padre scozzese e madre tedesca, visse a lungo in Austria.
A vent’anni venne per la prima volta in Italia.Nel 1896 abbandonò la carriera diplomatica e si trasferì a Napoli dove acquistò una villa sull’isolotto de «La Gajola».
Successivamente si trasferì a Capri dove morì quasi novantenne.
Fu un profondo conoscitore della Calabria che visitò più volte a partire dal 1907.
La sua opera più conosciuta sul tema è Old Calabria, Vecchia Calabria, pubblicata nel 1915.

Lasciati, la mattina seguente, gli ospitali pastori, giungemmo dopo mezzogiorno alla Madonna di Pollino, lungo remoti sentieri del bosco. 
Il tempio solitario sta appollaiato, come un nido d'aquila, sull'orlo di una rupe a piombo sul torrente Frida.
Grazie alla posizione è l'altitudine, il panorama verso l'interno della regione è splendido; specie verso sera, quando la violenta luce solare si attenua in lontananza e le montagne si rivelano, catena dietro catena, le creste disegnate l'una contro l'altra in morbide gradazioni di malva e di verde.
Pochissimi forestieri, dicono, hanno assistito a questa festa, che cade nel primo sabato nella prima domenica di luglio e che merita un lungo cammino per essere vista.
È un grande pic-nic in onore della Vergine.
Duemila persone si accampano intorno alla cappella, con un esercito di muli e di asini, i cui ragli si mischiano alle musiche pastorali delle zampogne e delle cornamuse. 
L’ondeggiare della folla in movimento riempie la visuale; si accendono i fuochi sotto improvvisati ripari e si divora una pazzesca quantità di cibo, secondo l'uso prescritto in queste occasioni: «si mangia per divozione».
Da tutte le parti pittoreschi gruppi di danzatori, al suono delle cornamuse, si abbandonano a una vecchia danza locale, la Pecorara, una sobria tarantella in cui l'uomo volteggia con atteggiamenti fauneschi di invito e schioccar di dita, mentre la donna sfugge all'invito con gli occhi bassi.
La chiesa è affollata fino all'inverosimile; riti e preghiere si susseguono senza interruzione e i sacerdoti hanno senza dubbio il loro da fare.
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Autore Giuseppe Cocco
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