Guerrino Zagagnoni – La testimonianza di un reduce italiano dei campi di lavoro del Terzo Reich
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Descrizione
Per la Giornata della Memoria, dettata dalla legge e dagli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211, ho voluto condividere l’esperienza di Guerrino Zagagnoni, nato nel...
mostra di piùNon sa ancora cosa lo attenderà.
Prima il fronte russo, in un momento in cui tutto sommato per le forze dell’Asse le cose andavano abbastanza bene.
Rientrato in Italia, evita l’imbarco per l’Africa settentrionale, il suo cargo sarebbe stato affondato.
Viene così inviato nel settore fra Albania e Grecia, dove con l’arrivo dell’8 settembre del 1943, nei pressi di Tebe (Grecia) sarà arrestato e condotto in Germania ai lavori forzati nei pressi di Stoccarda.
In questo periodo avrà modo, come falegname esperto di visitare i tristemente famosi campi di Dachau e di Buchenwald.
Liberato dai francesi a guerra finita, rientrerà in Italia dopo mesi per ricongiungersi con la moglie e il figlio nato nel 1941.
Guerrino Zagagnoni era mio nonno.
Condividete tutti e soprattutto, siate affamati delle storie di tutti coloro che sono potuti tornare.Ci raccontano Marco Palmieri e Mario Avagliano:«In pochi giorni i tedeschi disarmarono e catturarono 1.007.000 militari italiani, su un totale approssimativo di circa 2.000.000 effettivamente sotto le armi. Di questi, 196.000 scamparono alla deportazione dandosi alla fuga o grazie agli accordi presi al momento della capitolazione di Roma. Dei rimanenti 810.000 circa (di cui 58.000 catturati in Francia, 321.000 in Italia e 430.000 nei Balcani), oltre 13.000 persero la vita causa azioni di siluramento inglesi durante il trasporto dalle isole greche alla terraferma.
Altri 94.000, tra cui la quasi totalità delle Camicie Nere della MVSN, decisero immediatamente di accettare l’offerta di passare con i tedeschi.Al netto delle vittime, dei fuggiaschi e degli aderenti della prima ora, nei campi di concentramento del Terzo Reich vennero dunque deportati circa 710.000 militari italiani con lo status di IMI e 20.000 con quello di prigionieri di guerra.
Entro la primavera del 1944, altri 103.000 si dichiararono disponibili a prestare servizio per la Germania o la RSI, come combattenti o come ausiliari lavoratori.
In totale, quindi 600.000 militari rifiutarono di continuare la guerra al fianco dei tedeschi»Fra le cause dei decessi vi furono:la durezza e pericolosità del lavoro coatto nei lager;
le malattie e la malnutrizione, specialmente negli ultimi mesi di guerra;
le esecuzioni capitali all’interno dei campi;
i bombardamenti alleati sulle installazioni dove gli internati lavoravano e sulle città dove prestavano servizio antincendio ;
altre migliaia perirono sul fronte orientale.
Informazioni
Autore | RADIO BUNKER |
Organizzazione | Simone Zagagnoni |
Sito | www.radiobunker.it |
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