Grazia Verasani "Lettera a Dina"
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Descrizione
Grazia Verasani "Lettera a Dina" Giunti Editore www.giunti.it "È successo il 22 maggio, di mattina, mentre parcheggiavo l’auto sotto casa. La voce dello speaker annunciò il titolo di un vecchio...
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Giunti Editore
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"È successo il 22 maggio, di mattina, mentre parcheggiavo l’auto sotto casa. La voce dello speaker annunciò il titolo di un vecchio successo degli Alunni del Sole: E mi manchi tanto…
Dodici anni io, dodici anni tu. Casa dei tuoi genitori. «Non senti che non suona più? Mi hai rotto il disco a furia di ascoltarlo!»
Un 45 giri di cui non ricordavo la copertina, ma la tua voce acuta, sottile, arrivò di nuovo, dopo trentasette anni. Ripeto: trentasette anni. E rividi tutto. "
Un passato di sogni e ideali, un'amicizia unica e irripetibile, una canzone che ritorna dopo trentasette anni. "Lettera a Dina", il nuovo, toccante romanzo di Grazia Verasani.
È una mattina del 1973 e nella classe 2a H entra per la prima volta Dina. Ha dodici anni, indossa abiti costosi, è bionda e sovrappeso. Si volta verso la sua nuova compagna di banco e le dice: ''Io sono fascista''. L'altra le risponde: ''Io sono comunista''. E' un colpo di fulmine. Tra le due nasce un'amicizia travolgente, fatta di sotterfugi, giuramenti, chiacchiere, litigi, riconciliazioni appassionate. Due mondi diversi, due famiglie di estrazione opposta, una di matrice operaia, l'altra, quella di Dina, decisamente borghese, che le due ragazzine mescolano e alternano in una Bologna animata dalle prime lotte studentesche.
Trentasette anni dopo, mentre parcheggia l'auto, la protagonista di questa storia sente alla radio la canzone che lei e Dina ascoltavano fino allo sfinimento su un giradischi. E di colpo, vivissima, Dina è di nuovo lì. Dove si è persa l'adolescente ribelle sempre in lotta con una madre fredda e seducente? Qual è stato il momento esatto in cui qualcosa si è spezzato? E perché quella tentazione irrefrenabile di camminare a occhi chiusi sul bordo di un precipizio?
''Lettera a Dina'' di Grazia Verasani è il racconto toccante di un'amicizia assoluta e dei segni che ha lasciato; una riflessione sui sogni e gli ideali della giovinezza attraverso un paesaggio esistenziale che tocca un decennio importante della storia italiana, in una sovrapposizione tra passato e presente il cui raccordo emotivo - e provvidenziale - è la musica.
Grazia Verasani (Bologna 1964), scrittrice e musicista, ha esordito ventenne pubblicando racconti sul Manifesto, nella rubrica curata da Gianni Celati. Sono seguiti romanzi, antologie, opere teatrali, fino a Quo vadis baby? (Feltrinelli) da cui il regista Gabriele Salvatores ha girato l’omonimo film nel 2005 e prodotto una serie tv. Per Feltrinelli, oltre a Tutto il freddo che ho preso, sono usciti Velocemente da nessuna parte, Di tutti e di nessuno, Cosa sai della notte e Senza ragione apparente (menzione speciale premio Scerbanenco 2015), con protagonista l’investigatrice privata Giorgia Cantini. Del 2012 è il film Maternity Blues
tratto dalla sua opera From Medea (Sironi Editore), vincitore di molti premi. Per Giunti, sono usciti Mare d’inverno (2014) e Lettera a Dina (2016).
Il suo sito è www.graziaverasani.it
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