Giovanni Nucci "La differenziazione dell'umido"

16 dic 2018 · 23 min. 44 sec.
Giovanni Nucci "La differenziazione dell'umido"
Descrizione

Giovanni Nucci "La differenziazione dell'umido" e altre storie politiche Italo Svevo www.italo-svevo.it «Nucci è un nipotino di Dossi, Artusi, e Manganelli: un puer-senex, un bambino che la sa lunga come...

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Giovanni Nucci
"La differenziazione dell'umido"
e altre storie politiche
Italo Svevo
www.italo-svevo.it


«Nucci è un nipotino di Dossi, Artusi, e Manganelli: un puer-senex, un bambino che la sa lunga come un anziano e per questo si rifiuta di crescere. Invece di dire cose serie e frontali, evade, elude, scherza». - Alfonso Berardinelli, il Foglio



Nominato senatore a vita, un poeta decide di scrivere un discorso da pronunciare al senato con cui ripercorrere il Giulio Cesare di Shakespeare come fosse un esempio distorto della nostra attualità politica. Questo è un utile libello politico, ma solo se si consente alla poesia la possibilità di aggiungere un valore alla gestione del presente.


La nuova filosofia ci mette nel dubbio,
l’elemento del fuoco è spento, perduto il sole, e la terra,
e non c’è ingegno umano che possa aiutarci a cercarli.
Gli uomini sembrano confessare che questo mondo è ormai estinto, quando nei pianeti e nel firmamento ne cerchiamo di nuovi,
lì dove tutto è sbriciolato in atomi.
Tutto a pezzi, ogni coerenza scomparsa
così come ogni giusto sostegno, o relazione.
john donne, An Anatomy of the World


Così comincia "La differenziazione dell'umido":
"Signor Presidente, colleghi senatori,
per quanto non voglia diffidare della fiducia che il Presidente della Repubblica ha voluto riporre nella mia persona, vengo qui – come si dice – con più dubbi che certezze: perché un poeta in quest’aula? Mi sono domandato. Quale valore mi renderebbe prezioso al vostro lavoro?
In cosa la letteratura potrebbe servire a questa istituzione? Pensavo fossero finiti i tempi in cui
veniva chiesto alla poesia di prendere parte attiva alla vita politica del paese.
Il mio disagio, adesso, è nel pensare che la letteratura in realtà non serva a niente, e che dia
il meglio nella sua inutilità. E proprio per questo non dovrebbe avere niente a che fare con
il potere.
Ecco, dunque: per quanto la realtà intorno a noi sia oramai completamente frantumata, temo
di non essere io a potervi dire come dovrebbe muoversi la terra, o come andrebbero costruite
le cose al di là del loro stesso proposito.

Questa è una battuta che dice Cicerone nel Giulio Cesare di Shakespeare. «È un tempo con strane inclinazioni, ma gli uomini possono costruirsi le cose a loro modo, al di là del proposito delle cose stesse». Mi ha sempre colpito che Shakespeare nel suo dramma abbia voluto riservare una parte a Cicerone, anche se in tutto non gli fa dire più che sei battute. Cicerone era un avvocato, oltre che
un grande scrittore e un politico abbastanza accorto: questo non depone a suo favore, ma
spiega perché dà l’impressione di saperla molto più lunga di tutti gli altri. Di aver capito cosa
sta succedendo e proprio per questo di volersi tenere alla larga da quegli accadimenti. "




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