Giovanni Filoramo "Il grande racconto delle religioni"
11 apr 2020 ·
34 min. 53 sec.
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Descrizione
"Il grande racconto delle religioni" Giovanni Filoramo Il Mulino Editore www.mulino.it «Tutte le cose sono opera del Grande Spirito, Egli è presente in ognuna: gli alberi, le graminacee, i fiumi,...
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"Il grande racconto delle religioni"
Giovanni Filoramo
Il Mulino Editore
www.mulino.it
«Tutte le cose sono opera del Grande Spirito, Egli è presente in ognuna: gli alberi, le graminacee, i fiumi, le montagne, i quadrupedi e gli uccelli...» (Alce Nero)
«È la figura che non ha figura, l’immagine che non ha materia: è l’indistinto e l’indeterminato. Ad andargli incontro non ne vedi l’inizio, ad andargli appresso non ne vedi la fine» (Libro del Dao e della virtù)
Nella straordinaria varietà di miti, simboli, forme, riti e valori in cui nelle diverse culture storiche trova espressione il sentimento religioso, il nucleo fondamentale è sempre lo stesso: il rapporto dell’uomo con il cosmo e con le sue forze potenti, misteriose e ingovernabili. Che si tratti di aborigeni, di nativi americani, di sumeri, cinesi, di cultura hindu, o di antichi greci, del credo mazdeo, di ebraismo, cristianesimo o islam, la visione religiosa del mondo garantisce ai credenti un punto di vista unitario sulla realtà, una bussola per orientarsi tra il bene e il male. Mentre alcune visioni hanno al loro centro il problema del rapporto con una natura selvaggia e minacciosa, altre insegnano all’uomo a vivere in armonia con il cosmo che lo circonda, lo ha creato e lo nutre. In altre ancora, ordinatrice del cosmo è una figura di sovrano divinamente ispirato. Tra VIII e VII secolo a.C. si fa strada una visione religiosa nuova: il monoteismo. Il divino non si manifesta più nella natura, non ha tratti antropomorfi, ma trascende radicalmente l’uomo. Con il Cristianesimo la concezione del Dio incarnato opera una svolta antropologica destinata a segnare la storia del pensiero occidentale. È di tutto questo che parla il libro: dell’eterno, inesausto bisogno umano di realizzare la pienezza dell’essere attraverso il sacro.
Giovanni Filoramo è professore emerito di Storia del cristianesimo dell’Università di Torino. Fra i suoi libri ricordiamo «Il sacro e il potere. Il caso cristiano» (Einaudi, 2009), «La croce e il potere. I cristiani da martiri a persecutori» (Laterza, 2011) e, per il Mulino, «Ipotesi Dio. Il divino come idea necessaria» (2016).
guarda il booktrailer:
https://www.youtube.com/watch?v=dIEum3sOyb8
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Nella straordinaria varietà di miti, simboli, forme, riti e valori in cui nelle diverse culture storiche trova espressione il sentimento religioso, il nucleo fondamentale è sempre lo stesso: il rapporto dell’uomo con il cosmo e con le sue forze potenti, misteriose e ingovernabili. Che si tratti di aborigeni, di nativi americani, di sumeri, cinesi, di cultura hindu, o di antichi greci, del credo mazdeo, di ebraismo, cristianesimo o islam, la visione religiosa del mondo garantisce ai credenti un punto di vista unitario sulla realtà, una bussola per orientarsi tra il bene e il male. Mentre alcune visioni hanno al loro centro il problema del rapporto con una natura selvaggia e minacciosa, altre insegnano all’uomo a vivere in armonia con il cosmo che lo circonda, lo ha creato e lo nutre. In altre ancora, ordinatrice del cosmo è una figura di sovrano divinamente ispirato. Tra VIII e VII secolo a.C. si fa strada una visione religiosa nuova: il monoteismo. Il divino non si manifesta più nella natura, non ha tratti antropomorfi, ma trascende radicalmente l’uomo. Con il Cristianesimo la concezione del Dio incarnato opera una svolta antropologica destinata a segnare la storia del pensiero occidentale. È di tutto questo che parla il libro: dell’eterno, inesausto bisogno umano di realizzare la pienezza dell’essere attraverso il sacro.
Giovanni Filoramo è professore emerito di Storia del cristianesimo dell’Università di Torino. Fra i suoi libri ricordiamo «Il sacro e il potere. Il caso cristiano» (Einaudi, 2009), «La croce e il potere. I cristiani da martiri a persecutori» (Laterza, 2011) e, per il Mulino, «Ipotesi Dio. Il divino come idea necessaria» (2016).
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