Giorgio Ieranò "Festival del Classico" Circolo dei Lettori

29 nov 2022 · 22 min. 36 sec.
Giorgio Ieranò "Festival del Classico" Circolo dei Lettori
Descrizione

Giorgio Ieranò "Festival del Classico" Circolo dei Lettori, Torino https://festivaldelclassico.it/ Cosa manca al nostro tempo dell’effimero? Forse un paradigma interpretativo, ancorato alla memoria del passato ma capace di orientare il...

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Giorgio Ieranò
"Festival del Classico"
Circolo dei Lettori, Torino
https://festivaldelclassico.it/

Cosa manca al nostro tempo dell’effimero?
Forse un paradigma interpretativo, ancorato alla memoria del passato ma capace di orientare il futuro. Perché la storia non è un fluire incessante: se si trovano adeguati strumenti di lettura, noteremo l’esistenza di avvenimenti che offrono occasioni per riflettere sulla vita collettiva.
La cassetta degli attrezzi la mettono a disposizione i classici, libri che non offrono soluzioni semplificate, ma ripropongono antichi dilemmi, non presentano un’immagine unilaterale ed edulcorata dell’uomo e del mondo, ma danno da pensare.
Da questa idea nasce il Festival del Classico, lezioni, dialoghi, letture, dispute dialettiche, presentazione di libri, spettacoli teatrali, alimentati dalle parole della letteratura e della filosofia, sullo sfondo della storia.

presidente onorario Luciano Canfora
curatore Ugo Cardinale

Il Festival del Classico è un progetto di Fondazione Circolo dei lettori.

Giovedì 1° dicembre, ore 21:00
L’utopia del non lavoro
reading con Anna Bonaiuto
introduce Giorgio Ieranò // grecista
al pianoforte Elena Tirrito
L’età dell’oro è l’epoca felice in cui l’umanità non era costretta a lavorare per vivere: tutto si offriva spontaneamente all’uomo, il mondo era per sua natura regolato e perfetto. Poi l’armonia si è infranta e gli autori antichi hanno raccontato in vario modo il declino dell’umanità e la nostalgia del paradiso perduto: Ovidio, per esempio, all’inizio delle Metamorfosi, ha dipinto un grande affresco sull’avvicendarsi delle età dell’uomo, mentre Seneca, nella Medea, ha legato la fine della felicità primordiale al varo della prima nave e alla proto-globalizzazione provocata dalla marineria. L’età dell’oro ha così potuto trovare il suo posto solo fuori dalla storia: dal favoloso regno dei Feaci cantato già da Omero fino al Paese di Cuccagna vagheggiato nel Medioevo.


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