Francesco Zambon "L'altra metà del sogno mi appartiene" Alicia Gallienne
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Francesco Zambon "L'altra metà del sogno mi appartiene" Alicia Gallienne Andrea Molesini Editore www.molesinieditore.it Prefazione e scelta di Sophie Nauleau. Nota di Guillaume Gallienne. Traduzione di Francesco Zambon «Dura e...
mostra di più"L'altra metà del sogno mi appartiene"
Alicia Gallienne
Andrea Molesini Editore
www.molesinieditore.it
Prefazione e scelta di Sophie Nauleau.
Nota di Guillaume Gallienne.
Traduzione di Francesco Zambon
«Dura e segreta è la mia anima». La morte, l’amore, la vita: avrebbe potuto essere questo il motto di una ragazza che adorava la poesia di Éluard e di Baudelaire. Tanto più che, a differenza della maggior parte dei poeti che con il pensiero della fine intrattengono solo un legame intellettuale, Alicia Gallienne ha dato del tu alla morte negli anni dell’adolescenza, fino ad affrontarla all’alba del 24 dicembre 1990, qualche mese dopo aver compiuto vent’anni. Le sue poesie sono quelle di una radiosa ragazza di diciassette, diciotto e diciannove anni, di una giovane donna appassionata, coltissima, dall’animo vigoroso, a un tempo tenero e inespugnabile, che ha vissuto intensamente il destino di una cometa. I suoi versi, precisi e incandescenti, sono carne dolorante che dice di sì alla vita, alla voglia di gioia e di pathos, sono l’eco commossa di un destino che non smette di ardere, sintesi sconcertante di tenebra e di folgore.
Alicia Gallienne (Parigi 1970 – ivi 1990) muore, ventenne, per una malattia incurabile. Tra il 1986 e il 1990, gli ultimi quattro anni della sua coraggiosa, straziante e appassionata esistenza, ha scritto centinaia di poesie. Grazie soprattutto a suo cugino, l’attore Guillaume Gallienne, i suoi versi sono stati «ritrovati» nel febbraio 2020, a tre decenni dalla morte, e pubblicati da Gallimard con il titolo L’autre moitié du songe m’appartient. Il libro ha avuto uno straordinario successo di critica e di pubblico. «Non m’importa quello che lascio, mi basta che la materia si ricordi di me, basta che le parole che vivono in me siano scritte da qualche parte e mi sopravvivano».
Francesco Zambon (Venezia 1949) è professore emerito di Filologia romanza presso l’Università di Trento. Studioso di fama internazionale, ha indagato su numerosi aspetti della letteratura allegorica e religiosa del medioevo latino e romanzo (bestiari, mito del Graal, trovatori, eresia catara, mistica). Ha scritto inoltre su alcuni poeti italiani ed europei contemporanei. Con questa casa editrice ha pubblicato L’iride nel fango. L’anguilla di Eugenio Montale; curato Messaggio di Fernando Pessoa e Il mio solo fratello. Ritratto di Goffredo Parise di Nico Naldini.
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