Capitolo XIII - 23 e 24 agosto del «Diario di un viaggio a piedi» del 1847 con Edward Lear
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Descrizione
Questo è un viaggio, durato dal luglio al settembre del 1847, attraverso la più meridionale delle province calabresi, svolto e raccontato dal viaggiAutore inglese Edward Lear. Lasciamo la casa Scaglione...
mostra di piùLasciamo la casa Scaglione e la costa orientale della Calabria Ulteriore I - Salita la catena centrale della montagna - Arrivati in vista del mare occidentale - Discesa alla immensa pianura di Gioia, Terranova, ecc. - Cambiamento completo nel carattere del paesaggio - Pauroso terremoto del 1783 - Discesa a Castelnuovo - Accoglienza di Don Vincenzo Tito - Carattere dei dintorni di Castelnuovo - Oliveti - Progetti per il domani - Estesa terra di oliveti - Città di San Giorgio - Costumi degli abitanti - Polistena - Visita alla casa del pittore Morani - Ritratti di Sir Walter Scott e Pio Nono - Ospitalità di Don Vincenzo Tito - Partenza da Castelnuovo - Strada fra gli oliveti - Radicena - La città distrutta di Terranova - L'immensa pianura di oliveti dalle montagne al mare - Arriviamo a Oppido in ritardo e ci accorgiamo che non ci sono amici - Una sosta notturna spiacevole.
23 agosto
Come d'abitudine, non era stato possibile persuadere i domestici ad accettare niente nel prendere commiato dalla casa Scaglione che abbiamo lasciato un'ora prima dell'alba.
Alla nostra partenza, Gerace era ancora ferma e calma il nostro rammarico di doverla lasciare era solo interrotto da un non necessario torrente di parole da parte di Ciccio, il cui soggetto sembrava un inno in onore dell'ospitalità e della festa della città, e un forte paragone a sfavore di Gioiosa - «Dìghi, dòghi, dà».
Fummo presto alla salita delle cime centrali delle montagne verso il distretto occidentale della Calabria.
Le due coste sono riunite qui dal Passo del Mercante, ed al tremendo passo sopra Canolo.
Addio Gerace, con Roccella e Siderno, Ardore, Bovalino e tutti i nostri vecchi amici.
24 agosto
Da lunghi viottoli, attraverso l'immensa distesa di oliveti, e scendendo nella parte della gola di montagna marcata dal terremoto, attraversando letti di torrenti, e camminando per giardini irrigati, dopo tre ore siamo arrivati ai piedi di San Giorgio, che è una distesa isolata, fuori dalle colline centrali, e coronata magnificamente con la città e il castello.
Fra le numerose posizioni di città in questa terra variegata, San Giorgio si può considerare un posto eminente.
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
Organizzazione | Giuseppe Cocco |
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