96 - Il bisillabo - «Morimondo» di Paolo Rumiz
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Descrizione
Andai a sedermi in cima al molo ad aspettare Vezza, il traghetto della sera. Su una panca c'era solo una donna sugli ottanta, vestita alla maniera sansegota. Era nata in...
mostra di piùSu una panca c'era solo una donna sugli ottanta, vestita alla maniera sansegota.
Era nata in America, mi disse, da una coppia di emigranti.
"Mi piasi America,” ”ma mi vojo morir qua".
Come ti chiami, chiesi alla vecchia. "Dinka", rispose, "mi chiamo Dinka".
Era la seconda volta che mi imbattevo in quel bisillabo.
Anni prima, in una camminata sui monti dell'Istria, un amico aveva incontrato un'altra vecchia con quel nome; era seduta ai piedi di un muretto, vestita di nero, e si abbracciava alle ginocchia col capo reclinato.
Solo che era morta. Era andata a morire nel bosco da sola.
La bella vecchia se ne andò soletta, io rimasi solo davanti al mare increspato.
Fu subito dopo che vidi passare, ha una trentina di metri, una donna in nero molto più giovane e senza fazzoletto in testa.
Percorreva leggera il muro frangiflutti a protezione della diga; era eretta e aveva il fianco verrà stremato dei vecchi remi di Dalmazia.
Era greca, caucasica e persiana nello stesso tempo. Ne conoscevo i lineamenti a memoria.
Mi accorsi improvvisamente che Dinka poteva essere stata simile a lei un tempo.
Di una cosa ero certo: era un gran bel nome di fiume.
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
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