83 - L'ordalia - «Morimondo» di Paolo Rumiz
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Descrizione
Tornando a Valle, Valentina ripartì con le citazioni. Fu un trattato di letteratura fluviale. Era bellissimo, ma io ero stanco di libri. Dopo i racconti del bardo, cominciai a pensare...
mostra di piùFu un trattato di letteratura fluviale.
Era bellissimo, ma io ero stanco di libri.
Dopo i racconti del bardo, cominciai a pensare che non mi avessero aiutato per niente a capire il mondo. Anzi.
Quella roba era stata una zavorra, mi aveva appesantito di citazioni, impedendomi di vedere con i miei occhi.
Sentivo bisogno di silenzio.
Di ascoltare solo me stesso e la voce del fiume. Sì, la voce.
Avevo bisogno di voci, non di scrittura.
Pensai a un’ordalia.
Ripudiare un libro, e non uno qualsiasi, doveva essere un libro importante.
Sentivo l'urgenza di staccarmene con un atto plateale, per sancire l'inizio di una nuova fase.
Lasciare indietro la mia vecchia pelle.
Arrivai al punto di pensare che il libro aveva rovinato l'umanità, distrutto civiltà, disseccato fiumi di memoria, staccato la spina alle conoscenze orali, che erano la sola vera sapienza collettiva, quella che si passa di padre in figlio, anzi da nonno a nipote.
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
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