72 - Il grido di Persefone - «Morimondo» di Paolo Rumiz
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Descrizione
Il terremoto. Già, chi ci pensò al terremoto in quel viaggio. Veleggiando tra argini secolari e mobili, a nessuno di noi venne in testa che la pianura era solo un...
mostra di piùGià, chi ci pensò al terremoto in quel viaggio.
Veleggiando tra argini secolari e mobili, a nessuno di noi venne in testa che la pianura era solo un Adriatico interrato e che sotto quel mare una lingua enorme di zolla africana premeva con forza bestiale contro le Alpi.
Mancavano solo due settimane al boato che avrebbe fatto ballare l'Emilia e non ci ispirò l'immagine di quella massa oscura che spingeva, sotto chissà quanti strati di lava, ghiaie e, sabbie, ossa di mastodonti, conchiglie e balene fossili.
Eppure sapevo delle botte tremende che profondo aveva inferto, fin dal medioevo, proprio lì lungo l'asta di Po.
Ma quel giorno avevamo altri pensieri, altre catastrofi ci venivano incontro, indotte dall'uomo e non dalla natura. Disastri evitabili, dunque.
Subito dopo il Mincio, la Secchia sbucò mormorando in Po e sapevamo che sarebbe bastato risalirla fin sotto l'Appennino per trovarla incassata in una voragine di 15 m sotto il piano di campagna.
L'avevano sfigurata i cavatori di ghiaia, e ancor peggio avevano fatto quelli che avevano tentato di limitare il danno mettendo le pezze di cemento.
Anche lì si scoperchiavano gli abissi di Persefone.
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
Organizzazione | Giuseppe Cocco |
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