#56 I primordi del flamenco e l'identità andalusa dell'epoca - Flamenco Chiavi in Mano

16 set 2022 · 13 min. 28 sec.
#56 I primordi del flamenco e l'identità andalusa dell'epoca - Flamenco Chiavi in Mano
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L'epoca dei primordi del flamenco è stata chiamata "Epoca dell'ermetismo", come se il flamenco fosse stato tenuto segreto nelle famiglie gitane andaluse. Non credo che sia stato tenuto segreto dalle...

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L'epoca dei primordi del flamenco è stata chiamata "Epoca dell'ermetismo", come se il flamenco fosse stato tenuto segreto nelle famiglie gitane andaluse.
Non credo che sia stato tenuto segreto dalle famiglie, perché era un'occasione di divertimento e di festa ed un mezzo per riconoscersi nella propria cultura. Anche in contrapposizione alla cultura francese, poiché Napoleone all'inizio dell'800 aveva fatto il tentativo di invadere tutta la Spagna, e arrivando a Cadice assediò la città e la tenne in scacco per molto tempo. Cadice è un promontorio e accedere ad una città un po' sopraelevata non era facile. Inoltre il popolo era molto determinato e alla fine riuscì a liberarsi.

Quindi tutto ciò che era contro Napoleone era positivo, era come dire di no all'invasione francese, come una garanzia di identità. L'opinione pubblica aveva quindi una opinione positiva verso ciò che era andaluso contro ciò che era francese. Il nascente flamenco è stato visto con benevolenza, e quindi sicuramente non è stato chiuso in segreto nelle famiglie andaluse.
Questo è ciò che sostiene il musicologo e studioso del flamenco Faustino Nuñez.

Ciò che ci rende difficile capire esattamente la relazione flamenco- scuola bolera, quando la scuola bolera si stava ritraendo verso un eccessivo manierismo ed il flamenco stava nascendo, è anche che le persone che ne parlarono per lungo tempo non avevano nessuna formazione: non si trattava di esperti di danza o di musica, ma solo di cronisti. Anche gli stessi studiosi che si sono occupati del flamenco per primi non avevano magari una grande formazione storica, e non stavano a guardare con troppa attenzione la relazione storia/arte flamenca. A volte si crearono così alcune teorie, non corroborate da nessuna certezza, che sono state date per valide solo perché "così diceva qualcuno". Questo fra l'altro è successo relativamente alla storia artistica di varie culture!

In qualche modo si può dire che la danza e la musica bolera siano stati un antecedente del flamenco.
Le stesse seguidillas e le tonadillas, alla base della scuola bolera, che erano musiche popolari, verso il 1870/1900, nei testi raccontano di canti fatti da gitani, sulla chitarra canti di origine gitana...

Le seguidillas hanno un ritmo composto di 3/4 composto da due frasi distinte: 1-2-3 1-2-3, 1-2 1-2 1-2. Chi conosce il flamenco riconosce senz'altro il ritmo che sostiene gran parte del flamenco!
Il flamenco non è nato dal niente ed ha ovviamente una radice nella musica autoctona spagnola, come già ti ho raccontato in altri podcast.

Il flamenco non era prodotto dai gitani, ma era ispirato ai gitani, e veniva prodotto fin dai primordi da artisti di origine gitana e non gitana. Alcuni cantaores non erano affatto gitani, il che dimostra che il flamenco fin dalle origini non era patrimonio esclusivo ermetico dei gitani.

In un articolo di giornale del 1847 si menziona un cantaor, Lazaro Quintana, che fra l'altro era nipote dei due fratelli di cui ti ho parlato nei podcast relativi alla scuola bolera, Luis Alonso e El Planeta. Lazaro Quintana veniva definito "cantante flamenco, cantante del genere gitano". Se il flamenco fosse stata una cosa ermetica dei gitani, non ci sarebbe stato un cantante dei primordi non gitano che cantava musica gitana!

Lo stesso Silverio Franconetti, un cantaor dei primordi che ebbe il grandissimo merito di professionalizzare il flamenco, non era gitano, tant'è che era figlio di un padre romano... ma era cresciuto con i gitani.

Per dare maggiore qualità artistica alle tonadillas e alle seguidillas, qualcuno cominciò a farle assomigliare all'Opera, che era considerata la musica cantata più evoluta del tempo. Da qui si evolse un genere musicale nuovo, che darà seguito alla cultura delle Zarzuelas, di cui parleremo in altri podcast.

Nella prima metà dell'800, il pubblico adorava la danza bolera, e, secondo i racconti dei cronisti dell'epoca, il pubblico, se la ballerina preferita non si esibiva, voleva ricevere indietro i soldi! I fans erano davvero molto appassionati!

Le accademie di Siviglia, le maggiori delle quali furono la scuola de los De La Barrera e quella de La Campanera, avevano, ad accompagnare gli allievi, i cantaores che poi sarebbero stati i primi cantaores flamenchi, fra i quali lo stesso Silverio Franconetti.

In un giornale del 1854 si racconta che una ballerina bolera di Cadice, Pepita Vargas, dovette ripetere molte volte la sua Solea, perché il pubblico, entusiasta, le chiese più volete il bis. E' proprio scritto così in questo articolo: Soleà!
Questo significa che la danza della scuola bolera per evolversi guardò in due direzioni per trovare ispirazione: da una parte il balletto, dall'altra il nascente flamenco.

Se guardiamo il baile flamenco ed ascoltiamo il cante flamenco di oggi e li confrontiamo con la scuola bolera, individuiamo una differenza molto grande, ma è passato tanto tempo e l'evoluzione di queste danze di è molto differenziata. La scuola bolera nel tempo ha perso la sua identità veramente spagnola, ma è più internazionale. E' sicuramente interessante per altri danzatori accademici internazionali, ma si è allontanata dalla identità spagnola in generale e andalusa in particolare.

La sivigliana Marta Carrasco, esperta di danza della scuola bolera, in una intervista si lamenta del fatto che il flamenco abbia un po' mangiato tutti gli spazi della danza in Spagna, come se si fosse trattato di una cosa decisa da qualcuno! E' semplicemente che il flamenco corrisponde molto di più della scuola bolera ad una identità prettamente iberica.

Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1990 e insegno baile flamenco e Lyrical Arab Dance a Milano dal 1990.
Ogni volta che studio il flamenco dal punto di vista culturale, musicale, emozionale, antropologico, mi rendo conto della profondità di questa forma d'arte e delle mille implicazioni che ha riguardo alla storia, e di quanto sia riduttivo considerarlo una bellissima forma di danza o di musica, o una interessante maniera di cantare.

I risvolti culturali, psicologici del flamenco sono talmente tanti e profondi che sarebbe un vero peccato limitarsi alla superficie. Ci fanno riflettere sulla vita in generale e sul fatto che nessun evento ha senso se scisso dal suo contesto e non interpretato nella sua logica.
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Autore Sabina Todaro
Organizzazione Sabina Todaro
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