#55 L'epoca dell'ermetismo nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
12 set 2022 ·
13 min. 14 sec.
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La prima epoca della storia del flamenco è stata definita "Epoca dell'ermetismo" perché ci sono pochissime informazioni a riguardo e molti sono i dubbi e le domande irrisolte. E' il...
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La prima epoca della storia del flamenco è stata definita "Epoca dell'ermetismo" perché ci sono pochissime informazioni a riguardo e molti sono i dubbi e le domande irrisolte.
E' il passaggio dalla musica e dalla danza precedente, la scuola bolera, al flamenco.
Le notizie sono solo quelle che si possono ricavare dalle riviste e dai giornali.
Ciò che si può chiamare a pieno diritto Flamenco è ciò che nasce nel quartiere sivigliano di Triana, e nel triangolo fra Siviglia, Cadice e Jerez de la Frontera.
Il primo cantaor storico, Luis el de la Tomasa, è un personaggio mitologico, del quale non si sa assolutamente nulla.
Saltiamo dunque al primo cantaor di cui ci sono informazioni nella storia: El Planeta, Antonio Monge Rivero, classe 1789 (ne ho già parlato in altri podcast). E' molto interessante che fosse ancora del 1700!
Si accompagnava con la chitarra. Originario di Puerto Real, Cadice, si trasferì a Siviglia, a Triana e lì creò le sue opere artistiche, dando origine alla Siguiriya.
El Fillo era suo allievo, classe 1820, gitano di Cadice, attivo a Siviglia, divenne molto famoso.
Una cantaora della stessa epoca, Maria Amaya Heredia la Andonda, nata a Moron, in provincia di Siviglia nel 1831, fu probabilmente la prima a cantare una solea. Fra l'altro ancora oggi si canta la solea dell'Andonda! Il flamenco è molto rispettoso delle proprie origini.
Il cante flamenco nasceva anche a Jerez, alla scuola del cantaor Paco La Luz, un vero esperto della Siguiriya, dal quale appresero a cantare tutti i grandi cantaores storici di Jerez, El Loco Mateo, Manuel Molina, Mercé La Serneta, che ha avuto un grosso seguito nel flamenco, tanto che ancora oggi si canta la Solea de La Serneta.
Nei puertos, Puerto Real e Puerto de Santa Maria nella baia di Cadice c'erano Ciego la Peña, Curro Durse, e uno dei cantaores punto cardine del cante flamenco Enrique "El Mellizo", personaggio molto importante nella storia del flamenco di cui parleremo in futuro.
Una vera rivoluzione fu quella dei cafes cantantes e dell'opera di Silverio Franconetti e del Burrero.
Silverio Franconetti, di origine italiana per parte di padre, oltre ad essere un cantaor, aveva una mentalità imprenditoriale, e aveva capito che avrebbe potuto guadagnare anche dalla vendita dell'arte altrui.
Silverio e il Burrero (si chiamava così perché vendeva latte di burra, di asina) erano amici, e quando Silverio tornò in Spagna dal Sud America, nel 1864, cominciarono a collaborare, riportando grande successo.
Ad un certo punto si separarono, e Silverio aprì il suo locale.
Franconetti aveva un gusto musicale più legato a Jerez e a Cadice, mentre il Burrero aveva preferenza per i cantes di Malaga e per le danze più eleganti e stilizzate che venivano dalla scuola bolera.
La mentalità imprenditoriale di Silverio gli regalò molto successo, mentre il Burrero aveva una mentalità più legata al divertimento, al piacere di gestire le serate dedicate all'arte. Spesso nel locale del Burrero c'erano litigi, alimentati anche dalla bontà del vino manzanilla... Ad un certo punto fuori dal suo locale venne ucciso un cantaor, El Canario, probabilmente per una lite professionale o forse per gelosia.
La polizia gli stette con il fiato sul collo, e i benpensanti giudicarono molto negativamente come pericolosi i cafes cantantes.
El Burrero non si diede per vinto e prese il coraggio di aprire un locale nella centralissima Calle Sierpes di Siviglia, nella ex sede del Casino Militar, il circolo del dopolavoro dei militari. Ebbe così un grande successo, durato poco perché purtroppo el Burrero morì all'improvviso.
El Burrero e Silverio Franconetti diedero il via alla professionalizzazione del flamenco, contribuendo alla sua espansione.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano.
E' molto affascinante immaginare come potessero essere gli esordi del flamenco in un'epoca totalmente diversa. In quel momento c'era un grande fermento e tutte le carte erano ancora da giocare. Il flamenco era molto più limitato di quello che è oggi, ma forse era molto più sentito. Il professionismo del flamenco lo porta a snaturarsi un po', perdendo emozionalità e spontaneità.
Non so se il flamenco sarebbe sopravvissuto fino ad oggi se non fosse diventato una forma d'arte professionale. Probabilmente sarebbe sopravvissuto ma soltanto come forma spontanea e non si sarebbe tanto evoluto.
Per capire il flamenco di oggi è fondamentale capire la sua storia, e i flamencologi studiano tanto gli archivi informatici delle riviste e dei giornali.
Io cerco di mettere a disposizione quello che so, e oggi è facile googolare un po' di informazioni, ma si può sempre cadere in errore e prendere per vere cose che non lo sono, e informazioni che magari qualcuno ha distorto allo scopo di dimostrare le proprie tesi, ma quanto più sappiamo e tanto meno cadremo in errore!
Ecco perché è importante investigare e farsi domande su questa meravigliosa forma d'arte che è il flamenco.
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E' il passaggio dalla musica e dalla danza precedente, la scuola bolera, al flamenco.
Le notizie sono solo quelle che si possono ricavare dalle riviste e dai giornali.
Ciò che si può chiamare a pieno diritto Flamenco è ciò che nasce nel quartiere sivigliano di Triana, e nel triangolo fra Siviglia, Cadice e Jerez de la Frontera.
Il primo cantaor storico, Luis el de la Tomasa, è un personaggio mitologico, del quale non si sa assolutamente nulla.
Saltiamo dunque al primo cantaor di cui ci sono informazioni nella storia: El Planeta, Antonio Monge Rivero, classe 1789 (ne ho già parlato in altri podcast). E' molto interessante che fosse ancora del 1700!
Si accompagnava con la chitarra. Originario di Puerto Real, Cadice, si trasferì a Siviglia, a Triana e lì creò le sue opere artistiche, dando origine alla Siguiriya.
El Fillo era suo allievo, classe 1820, gitano di Cadice, attivo a Siviglia, divenne molto famoso.
Una cantaora della stessa epoca, Maria Amaya Heredia la Andonda, nata a Moron, in provincia di Siviglia nel 1831, fu probabilmente la prima a cantare una solea. Fra l'altro ancora oggi si canta la solea dell'Andonda! Il flamenco è molto rispettoso delle proprie origini.
Il cante flamenco nasceva anche a Jerez, alla scuola del cantaor Paco La Luz, un vero esperto della Siguiriya, dal quale appresero a cantare tutti i grandi cantaores storici di Jerez, El Loco Mateo, Manuel Molina, Mercé La Serneta, che ha avuto un grosso seguito nel flamenco, tanto che ancora oggi si canta la Solea de La Serneta.
Nei puertos, Puerto Real e Puerto de Santa Maria nella baia di Cadice c'erano Ciego la Peña, Curro Durse, e uno dei cantaores punto cardine del cante flamenco Enrique "El Mellizo", personaggio molto importante nella storia del flamenco di cui parleremo in futuro.
Una vera rivoluzione fu quella dei cafes cantantes e dell'opera di Silverio Franconetti e del Burrero.
Silverio Franconetti, di origine italiana per parte di padre, oltre ad essere un cantaor, aveva una mentalità imprenditoriale, e aveva capito che avrebbe potuto guadagnare anche dalla vendita dell'arte altrui.
Silverio e il Burrero (si chiamava così perché vendeva latte di burra, di asina) erano amici, e quando Silverio tornò in Spagna dal Sud America, nel 1864, cominciarono a collaborare, riportando grande successo.
Ad un certo punto si separarono, e Silverio aprì il suo locale.
Franconetti aveva un gusto musicale più legato a Jerez e a Cadice, mentre il Burrero aveva preferenza per i cantes di Malaga e per le danze più eleganti e stilizzate che venivano dalla scuola bolera.
La mentalità imprenditoriale di Silverio gli regalò molto successo, mentre il Burrero aveva una mentalità più legata al divertimento, al piacere di gestire le serate dedicate all'arte. Spesso nel locale del Burrero c'erano litigi, alimentati anche dalla bontà del vino manzanilla... Ad un certo punto fuori dal suo locale venne ucciso un cantaor, El Canario, probabilmente per una lite professionale o forse per gelosia.
La polizia gli stette con il fiato sul collo, e i benpensanti giudicarono molto negativamente come pericolosi i cafes cantantes.
El Burrero non si diede per vinto e prese il coraggio di aprire un locale nella centralissima Calle Sierpes di Siviglia, nella ex sede del Casino Militar, il circolo del dopolavoro dei militari. Ebbe così un grande successo, durato poco perché purtroppo el Burrero morì all'improvviso.
El Burrero e Silverio Franconetti diedero il via alla professionalizzazione del flamenco, contribuendo alla sua espansione.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, dal 1990 insegno baile flamenco a Milano.
E' molto affascinante immaginare come potessero essere gli esordi del flamenco in un'epoca totalmente diversa. In quel momento c'era un grande fermento e tutte le carte erano ancora da giocare. Il flamenco era molto più limitato di quello che è oggi, ma forse era molto più sentito. Il professionismo del flamenco lo porta a snaturarsi un po', perdendo emozionalità e spontaneità.
Non so se il flamenco sarebbe sopravvissuto fino ad oggi se non fosse diventato una forma d'arte professionale. Probabilmente sarebbe sopravvissuto ma soltanto come forma spontanea e non si sarebbe tanto evoluto.
Per capire il flamenco di oggi è fondamentale capire la sua storia, e i flamencologi studiano tanto gli archivi informatici delle riviste e dei giornali.
Io cerco di mettere a disposizione quello che so, e oggi è facile googolare un po' di informazioni, ma si può sempre cadere in errore e prendere per vere cose che non lo sono, e informazioni che magari qualcuno ha distorto allo scopo di dimostrare le proprie tesi, ma quanto più sappiamo e tanto meno cadremo in errore!
Ecco perché è importante investigare e farsi domande su questa meravigliosa forma d'arte che è il flamenco.
Informazioni
Autore | Sabina Todaro |
Organizzazione | Sabina Todaro |
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