Carcere e religione sono due termini che non vengono accostati praticamente mai. Come molti altri aspetti dell’esperienza detentiva, la dimensione religiosa è infatti ritenuta una questione di minor conto rispetto ad altre esigenze. Un simile atteggiamento è evidentemente il riflesso di una concezione secondo cui al detenuto non spetta altro che il minimo indispensabile per sopravvivere ogni giorno fra le mura del carcere. Per chi è in regime di reclusione la religione può essere invece una risorsa fondamentale. A volte, invece, la religione viene utilizzata come “strategia carceraria” - anche nel caso di detenuti appartenenti ad organizzazioni mafiose - o può aumentare il fondamentalismo e arrivare al radicalismo religioso.

Il quarto episodio di "Carcere allo scoperto", il podcast delle volontarie e dei volontari di Libera Bologna, a cura di Francesca Moricca e Giuditta e con le voci di Domenico Cambareri, cappellano dell’istituto penale minorile di Bologna e Ignazio De Francesco, monaco e islamologo.