#38 La paura e il disgusto nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano

7 lug 2022 · 14 min. 19 sec.
#38 La paura e il disgusto nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
Descrizione

La paura e il disgusto sono due emozioni primarie, che nascono prima dell'educazione e proteggono la nostra stessa esistenza in vita. Il disgusto serve ad evitare che l'essere umano ingerisca...

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La paura e il disgusto sono due emozioni primarie, che nascono prima dell'educazione e proteggono la nostra stessa esistenza in vita.

Il disgusto serve ad evitare che l'essere umano ingerisca cose pericolose o si infili in situazioni in cui potrebbe mettersi in pericolo. Per estensione, il disgusto può essere il rifiuto di qualcosa che potrebbe farmi male, ma anche qualcosa che io penso che potrebbe farmi male... Quindi nell'ambito del disgusto si possono annoverare tutte le paure di qualcosa che potrebbe contaminarmi, o ferirmi, o mettermi a rischio.

Si possono annoverare in questo ambito i disturbi alimentari, i pensieri ossessivo compulsivi, lo stress post-traumatico, in ultima istanza persino la depressione. Questi disturbi esprimono una esigenza di ordine, simmetria, controllo, un criticare la realtà e non accettarla per come è.

La paura ci avvisa di un pericolo ma non ci insegna assolutamente come affrontarlo: ci dice che c'è un pericolo ma lì si ferma. E' sempre difficile capire cosa mi fa la paura, dove la sento e come si esprime.

Nel flamenco queste due emozioni sono marginali: il flamenco non ha mai paura di qualcosa che potrebbe succedere ma che forse non succederà, e non ha ancora un dato di realtà.

Spesso la paura ci impedisce di agire, ma il flamenco essendo una cultura antica e saggia, non ha mai paura di qualcosa che potrebbe accadere... ma anche non verificarsi.

La postura di chi fa flamenco è aperta e forte, perché nulla funzionerebbe se cercassi di cantare, ballare, dare la palma se rimanessi chiuso e contratto!

Se mi pre-occupo, esco dalla logica del flamenco: le strofe poetiche del flamenco, le letras, non parlano mai di una possibile preoccupazione o pausa per il futuro: il flamenco parla sempre di una realtà, non fa una denuncia contro qualcosa che non gli piace o che potrebbe succedere.

Le emozioni primarie vengono attivate direttamente, non a causa di una introspezione, di una consapevolezza. Non hanno a che fare con l'educazione, con la consapevolezza, ma con un istinto. Qualcosa che la persona prova in maniera diretta, fisica, tant'è che è difficile capire se un bambino è triste o ha mal di pancia (in realtà lo è anche per l'adulto).

Il flamenco non lavora in modo diretto su queste emozioni, ma lo fa in modo indiretto: ci insegna a non rifiutare ciò che non è direttamente pericoloso per noi. Il flamenco accoglie le emozioni e le aiuta ad esprimersi. Quindi ci può venire in aiuto in caso di emozioni legate al disgusto: obbligandoci a stare molto verticali e forti ci fa capire che possiamo provare emozioni e sopravvivere lo stesso, che la paura si possa esprimere (lo vedremo in un prossimo podcast) e si possa raccontare, ma non ci insegna ad aver paura della paura.

Il flamenco ci insegna a dire o fare qualcosa di imprevedibile. L'esigenza di controllo, ordine e simmetria di chi ha un disgusto patologico non è contemplata nel flamenco. Il flamenco non è prevedibile, e fra l'altro non lo è anche perché dipende dalla interazione con altre persone. Ci fa sentire che siamo forti e questo è un enorme antidoto alla paura.

Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro bellissimo sull'espressione delle emozioni attraverso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance.
Sono una appassionata studiosa di neuroscienze e ogni giorno di più nella mia esperienza vedo come il corpo si comporta in relazione al cervello e al pensiero.

Nelle lezioni insegno utilizzando le neuroscienze, e trovo sempre molto interessante verificare come le persone possano stare nel corpo, stare nel ritmo, esprimersi in modo diverso se lavorano sul corpo in modo efficace.

Se sto per ballare, cantare o suonare, è possibile che abbia pensieri che mi distraggono. Ma se sto nel corpo questi pensieri "parassiti" perdono forza. Spesso quando gli allievi sbagliano si auto-rimproverano: finché non ci permettiamo di sbagliare non impariamo. La paura è quasi sempre il mio peggiore alleato, a meno che non ci sia una tigre davanti a me, ma solitamente la tigre è solo nella nostra mente, ma la temiamo come se fosse davanti a noi!
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Autore Sabina Todaro
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