#32 Il valore del silenzio nel flamenco - Flamenco Chiavi in Mano
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Descrizione
In musica le pause sono a tutti gli effetti note musicali che non si sentono, sono note, come tutte le altre. La società occidentale ci impone una grande attenzione ai...
mostra di piùSe guardo solo i pieni in un quadro, vedo solo dei piccoli particolari e non riesco più a vedere l'insieme. Se si considera la danza è ancora peggio: se considero solo i pieni, tolgo completamente la dimensione espressiva del movimento, perdendo totalmente il messaggio. L'arte è tutto ciò che succede tra un pieno e l'altro.
Il cante flamenco non sta nelle note che vengono cantate, ma nella dimensione espressiva del cantaor. Se ascoltiamo una Siguiriya, uno dei palos flamenchi più antichi, e proviamo a scrivere le note singole su di un pentagramma, notiamo di certo che si tratta di una manciata di note. Ma il valore di una Siguiriya sta nell'ornamentazione che il cantaor fa di quella melodia semplice tradizionale.
Pensiamo a quei disegni che vengono fatti congiungendo i puntini numerati con una linea. E' vero che il disegno si vede, ma è "quadrato", non ha nessuna fluidità e certamente non ha espressività artistica! Il flamenco al contrario è fatto di espressività, e tutto il resto è una sorta di traccia, come i puntini da congiungere.
Se nel fare un discorso ho davanti a me uno schema di punti per aiutarmi nell'esposizione, lo utilizzerò come punto di riferimento. Ovviamente non sarebbe lo stesso se io leggessi semplicemente al mio pubblico l'elenco così come'è!
E' vero che in questa società si sono diffusi gli audiolibri, che sono un sistema di banalizzare in 15 minuti l'opera di mesi di lavoro di un autore! Questa società può assolutamente considerare il flamenco come una somma di suoni o di gesti, in modo superficiale, a prescindere dal loro messaggio espressivo, perdendo completamente il suo valore.
Pensiamo ad esempio a quando stiamo parlando: il 90% della nostra comunicazione non avviene attraverso le parole che utilizziamo, ma attraverso il tono, il volume, la velocità, le pause! Per capire cosa intendo basti pensare a quanto spesso siamo caduti in fraintendimenti perché abbiamo comunicato soltanto attraverso messaggi di testo scritti, privi di tutti i segni espressivi del linguaggio!
Pensiamo ad una coreografia di baile flamenco: se imparo una bellissima coreografia, il flamenco dov'è? Nel braccio che si alza? Nel piede che batte? Nella mano che si muove? No, il flamenco è dentro, nascosto tra un gesto e l'altro. E' come chi balla è presente fra un gesto e l'altro. Senza la presenza il flamenco non c'è.
Il silenzio è un momento in cui ho tempo di godermi una emozione. Se tutto è troppo pieno di note, di gesti, l'emozione è condotta ed imposta dalla musica e dalla danza. Ma nel flamenco il pubblico non è un soggetto passivo, ma un soggetto attivo, che risponde a chi sta sul palcoscenico. Il pubblico nel flamenco è composto da persone che esprimono il proprio sentire, attraverso il jaleo, e si crea una conversazione. Ma se riempio tutto lo spazio, creo un monologo, non una conversazione. Il flamenco richiede che io parli e tu ascolti, tu parli e io ascolti.
Un ottimo esempio per capire il valore del silenzio è ascoltare una Tonà, uno dei palos più antichi, fatta di solo cante, senza accompagnamento. Si tratta di uno degli stili più puri, più primigeni. Andiamo ad ascoltarne un bel numero, per capire di cosa si tratta.
Se immaginassimo di togliere tutte le pause, ne distruggeremmo l'espressività, e il risultato sarebbe qualcosa di frenetico.
Nella danza è proprio la stessa cosa: se mentre ballo non mi fermo mai e riempio tutti gli spazi, in realtà mi sto anestetizzando, e invece di essere presente, in ogni pausa faccio qualcosa, muovo una mano, un piede, una gamba. Il flamenco è l'emozione forte di essere veramente vivi, e il silenzio lo esprime al 100%.
Sono Sabina Todaro, mi occupo di flamenco e di danze e musiche del mondo arabo dal 1985, ed insegno dal 1990. Osservo tantissimo i miei allievi e cerco di trovare tutti i sistemi per far capire loro che cosa sia il flamenco.
Un esercizio che faccio fare agli allievi per far capire loro il valore profondo del baile flamenco, è di utilizzare una parola per intrattenere una conversazione con un'altra persona, senza cambiare la parola, ma modificando l'intenzione. Il corpo accompagna la parola, e facilmente il concetto viene trasposto alla danza: non è importante la forma di quello che faccio, ma la qualità del movimento, l'intenzione, la forza che ci metto. In una parola l'espressività.
Se faccio un movimento soltanto perché, come dico per scherzare "me l'ha detto la maestra mia", la comunicazione non c'è e il gesto non funziona. E il flamenco non c'è!
L'intenzione è ciò che rende pieno il mio movimento. E quando ho fatto un movimento pieno mi verrà abbastanza spontaneo lasciare uno spazio vuoto. Esattamente come quando faccio un discorso, se ho detto una cosa importante, lascio uno spazio vuoto, in modo che l'altra persona possa riflettere ed ascoltare le sue sensazioni. Nella danza e nella musica dovrebbe essere lo stesso.
Se sono un bailaor o un musicista, e voglio che il pubblico veda che sono bravo, che sono competente e che "so fare", tenderò a riempire tutti gli spazi, anestetizzando la mia presenza. Al pubblico interessa sapere quanto sono bravo, veloce, preciso? Il pubblico del flamenco vuole provare una emozione, non vedere le capacità tecniche.
Se il pubblico pensa "quanto è bravo questo artista, quanto ha studiato!", il flamenco non esiste più.
Se chi è sul palcoscenico è presente e resta nel flusso della presenza, permette allo spettatore di fare altrettanto, e di essere presente nel presente.
Informazioni
Autore | Sabina Todaro |
Organizzazione | Sabina Todaro |
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