32 - Confluenza alpina - «Morimondo» di Paolo Rumiz

21 gen 2024 · 13 min. 52 sec.
32 - Confluenza alpina - «Morimondo» di Paolo Rumiz
Descrizione

Nel tratto di pianura del Ticino vedemmo ancora risaie, monasteri, fabbriche, campi di battaglia, le terrazze fluviali sul canale Villoresi, la vista immensa sul Rosa, il ponte guerreggiato della Buffalora...

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Nel tratto di pianura del Ticino vedemmo ancora risaie, monasteri, fabbriche, campi di battaglia, le terrazze fluviali sul canale Villoresi, la vista immensa sul Rosa, il ponte guerreggiato della Buffalora e quello più pacifico, di barche, vicino a Bereguardo.
Io vidi un fuoco acceso della locanda della mia Morimondo e, più a valle, le torri di Pavia.
In una biblioteca di Brescia avevo visto di sfuggita una carta ottocentesca del Ticino che mostrava una densità mai vista di toponimi.
Non c'era meandro, cascina, ramo laterale, passerella, casa isolata che non avesse un nome.
Una densità di toponimi da mal di testa.
Era la rappresentazione di un luogo vivo e abitato in ogni anfratto.Molto più vivo e conosciuto di oggi.
Ci avvicinavamo al miracolo di un fiume selvaggio incastrato nel cemento di mille paesi, officine, filande e capannoni.
Entravamo in un dedalo dei mille rami laterali dalle mille sorgenti d'acqua pura che aiutavano le piante indigene a resistere alla pestilenza dei pioppeti e all'insulto del cemento armato.
Il suo alveo era largo fino a 5 km, potevi perderti lì dentro, o incontrare silenziosi pescatori sul barcè o rintanati in tane fumose nei giorni d'inverno.
Era sul Ticino che si trovava nel nostro approdo, e per raggiungerlo dovevamo risalire il fiume per un piccolo tratto verso Pavia, ma il Po ci spingeva veloce verso Valle, e ogni metro diventava un pezzo di strada in più da fare controcorrente.
”Controoo! Controoooo!”
Gridò Angelo alla vista dell'affluente che ci veniva addosso da sinistra, e si mise a vogare alla rovescia con un anticipo che mi parve esagerato.
Ma non è mai troppo presto per una confluenza simile: la barca pesava più di una tonnellata e l'inerzia era così forte che restammo a lungo immobili prima di poter risalire.
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Autore Giuseppe Cocco
Organizzazione Giuseppe Cocco
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