30 aprile: da Tivoli Terme a Roma - Tappa 9 «Sulla Tiburtina reportage di un cammino»
21 ago 2023 ·
20 min. 43 sec.
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Descrizione
Questo è il diario di un viaggio a piedi lungo l’antico tracciato dell’antica via consolare romana Tiburtina Valeria, in un viaggio che, con partenza dal Museo Archeologico di Chieti, in...
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Questo è il diario di un viaggio a piedi lungo l’antico tracciato dell’antica via consolare romana Tiburtina Valeria, in un viaggio che, con partenza dal Museo Archeologico di Chieti, in 256 chilometri circa, in 9 tappe e 8 giorni, ci porta alla Porta Tiburtina che si apre nelle mura Aureliane di Roma, in compagnia del viaggiAutore Pino Cornacchia e del suo libro-guida «Sulla Tiburtina reportage di un cammino».
Tappa 9 - 30 aprile: da Tivoli Terme a Roma
Il mattino di domenica 30 aprile lasciamo abbastanza presto la locanda dove abbiamo passato la notte, al confine tra Tivoli e Guidonia.
Più che dall’eccitazione per l’approssimarsi della meta, siamo presi da una certa preoccupazione per la prova che ci aspetta: l’attraversamento della periferia est di Roma.
La periferia romana come la vediamo adesso è il prodotto di una storia di pochi decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale, ed ha un’unica regola: l’assoluta assenza di regole, di un disegno, di un’idea di città.
Dapprima c’è stata l’epoca d’oro dei palazzinari.
Roma si è estesa partendo dalle Consolari, occupando gli spazi e mangiandosi piano piano i piccoli borghi, i casali di campagna e le vecchie torri, testimoni di antichi castellotti, prima dispersi nell’agroromano.
E’ così che ci viene incontro Roma, con un’aggiunta inaspettata ed estraniante.
Dopo Albuccione, che nel nome volgarizza le acque albule, e Setteville, frazione di Guidonia, attraversiamo un paio di chilometri o poco più verde, per entrare subito nell’estrema periferia di Roma, dal nome fiabesco di Settecamini.
Le leggende sono tante: si parla di un casale o di un forno dai sette camini.
In ogni caso questa zona era una grande proprietà dei Torlonia, perché ogni cosa è legata e ricorrente.
Non ci potevamo aspettare di certo l’Appia antica, ma la Tiburtina nel suo tratto sorgente non è proprio uno spettacolo emozionante.
Lungo la Via Tiburtina si incontrano stabilimenti importanti, è qui la cosiddetta Tiburtina Valley. Oggi, essendo il primo maggio, è tutto chiuso, serrato, un po’ spettrale.
E’ chiusa anche la fabbrica Gentilini e il suo spaccio, dove speravamo di rifocillarci con dei biscotti di qualità, noti nella capitale.
Ma è l’incontro con il GRA, il mitico Gran Raccordo Anulare, il più grande anello d’Italia a segnare davvero oggi l’entrata a Roma.
Dopo l’Aniene siamo sempre più catapultati al centro.
Incrociamo Pietralata.
Qui, come in tutta la zona attraversata questa mattina, ci sono piccoli e grandi segni e resti romani. Ma questa era soprattutto una grande area agricola, sia al tempo dell’impero romano, sia nel medioevo.
Poche centinaia di metri ed attraversiamo la Cacciarella, una ex tenuta di caccia dei Torlonia, il Portonaccio, la Stazione Tiburtina.
Di verde in questa zona ci sono solo gli alberi pizzuti del Cimitero Monumentale del Verano, che enorme, circonda la Basilica di San Lorenzo fuori le mura, silenziosa e raccolta, nel quartiere omonimo.
Tra il Portonaccio e il Verano prendiamo decisamente coscienza della fine del cammino.
La Statale Tiburtina inizia da Porta San Lorenzo ad un centinaio di metri da Porta Tiburtina, dove la vecchia strada consolare incontrava, con un arco, le Mura Aureliane, insieme a un paio di acquedotti.
Poi la Consolare si addentrava nel centro di Roma ancora per poche decine di metri fino alla porta nelle Mura Serviane nella zona attuale di Piazza Vittorio.
La grande chiesa di Santa Maria Maggiore ha un’origine onirica e leggendaria: Maria di Nazareth apparve in sogno a Papa Liberio e al suo amico Giovanni, ricco finanziatore, prefigurando la costruzione di una chiesa di una chiesa con una straordinaria nevicata d’estate.
Superata Piazza Vittorio da lontano scorgiamo l’imponente facciata della Basilica e la colonna antistante.
Fuori dalla Basilica, rientrati nel rumore della città, ci separiamo, avviandoci chi alla stazione ferroviaria, chi alla metropolitana, e poi a casa.
Itinerario Albuccione - Setteville - Settecamini - Fabbrica Gentilini - Pietralata - Portonaccio - Stazione Tiburtina - Cimitero Verano - Basilica di San Lorenzo - Porta Tiburtina: https://maps.app.goo.gl/hUhJABxsJVTRKRbh8
Albuccione: https://goo.gl/maps/FdEhPKiFqw8JsYHc7
Setteville: https://goo.gl/maps/QDDNe6ik67spSygp9
Settecamini: https://goo.gl/maps/v17apBvVvwPf65RB8
Fabbrica Gentilini: https://goo.gl/maps/mYTc5YeuuJDdaitJ7
Pietralata: https://goo.gl/maps/X34hTYjBXUW4vj9c7
Portonaccio: https://goo.gl/maps/bCWcm3Yez5hDkMWX6
Stazione Tiburtina: https://goo.gl/maps/ZRzrieKJye4Bew3E6
Cimitero Verano: https://goo.gl/maps/Ee4RpCbprXPqjbNo8
Basilica di San Lorenzo: https://goo.gl/maps/3byHcEZ8jpvXEawA8
Porta Tiburtina: https://goo.gl/maps/uPe2xPuz8xwZdvMa7
Porta Tiburtina: https://goo.gl/maps/bWkvaufttTsW2Eg38
Santa Maria Maggiore: https://goo.gl/maps/SBhpgY2ew5vzb78RA
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Tappa 9 - 30 aprile: da Tivoli Terme a Roma
Il mattino di domenica 30 aprile lasciamo abbastanza presto la locanda dove abbiamo passato la notte, al confine tra Tivoli e Guidonia.
Più che dall’eccitazione per l’approssimarsi della meta, siamo presi da una certa preoccupazione per la prova che ci aspetta: l’attraversamento della periferia est di Roma.
La periferia romana come la vediamo adesso è il prodotto di una storia di pochi decenni, dalla fine della seconda guerra mondiale, ed ha un’unica regola: l’assoluta assenza di regole, di un disegno, di un’idea di città.
Dapprima c’è stata l’epoca d’oro dei palazzinari.
Roma si è estesa partendo dalle Consolari, occupando gli spazi e mangiandosi piano piano i piccoli borghi, i casali di campagna e le vecchie torri, testimoni di antichi castellotti, prima dispersi nell’agroromano.
E’ così che ci viene incontro Roma, con un’aggiunta inaspettata ed estraniante.
Dopo Albuccione, che nel nome volgarizza le acque albule, e Setteville, frazione di Guidonia, attraversiamo un paio di chilometri o poco più verde, per entrare subito nell’estrema periferia di Roma, dal nome fiabesco di Settecamini.
Le leggende sono tante: si parla di un casale o di un forno dai sette camini.
In ogni caso questa zona era una grande proprietà dei Torlonia, perché ogni cosa è legata e ricorrente.
Non ci potevamo aspettare di certo l’Appia antica, ma la Tiburtina nel suo tratto sorgente non è proprio uno spettacolo emozionante.
Lungo la Via Tiburtina si incontrano stabilimenti importanti, è qui la cosiddetta Tiburtina Valley. Oggi, essendo il primo maggio, è tutto chiuso, serrato, un po’ spettrale.
E’ chiusa anche la fabbrica Gentilini e il suo spaccio, dove speravamo di rifocillarci con dei biscotti di qualità, noti nella capitale.
Ma è l’incontro con il GRA, il mitico Gran Raccordo Anulare, il più grande anello d’Italia a segnare davvero oggi l’entrata a Roma.
Dopo l’Aniene siamo sempre più catapultati al centro.
Incrociamo Pietralata.
Qui, come in tutta la zona attraversata questa mattina, ci sono piccoli e grandi segni e resti romani. Ma questa era soprattutto una grande area agricola, sia al tempo dell’impero romano, sia nel medioevo.
Poche centinaia di metri ed attraversiamo la Cacciarella, una ex tenuta di caccia dei Torlonia, il Portonaccio, la Stazione Tiburtina.
Di verde in questa zona ci sono solo gli alberi pizzuti del Cimitero Monumentale del Verano, che enorme, circonda la Basilica di San Lorenzo fuori le mura, silenziosa e raccolta, nel quartiere omonimo.
Tra il Portonaccio e il Verano prendiamo decisamente coscienza della fine del cammino.
La Statale Tiburtina inizia da Porta San Lorenzo ad un centinaio di metri da Porta Tiburtina, dove la vecchia strada consolare incontrava, con un arco, le Mura Aureliane, insieme a un paio di acquedotti.
Poi la Consolare si addentrava nel centro di Roma ancora per poche decine di metri fino alla porta nelle Mura Serviane nella zona attuale di Piazza Vittorio.
La grande chiesa di Santa Maria Maggiore ha un’origine onirica e leggendaria: Maria di Nazareth apparve in sogno a Papa Liberio e al suo amico Giovanni, ricco finanziatore, prefigurando la costruzione di una chiesa di una chiesa con una straordinaria nevicata d’estate.
Superata Piazza Vittorio da lontano scorgiamo l’imponente facciata della Basilica e la colonna antistante.
Fuori dalla Basilica, rientrati nel rumore della città, ci separiamo, avviandoci chi alla stazione ferroviaria, chi alla metropolitana, e poi a casa.
Itinerario Albuccione - Setteville - Settecamini - Fabbrica Gentilini - Pietralata - Portonaccio - Stazione Tiburtina - Cimitero Verano - Basilica di San Lorenzo - Porta Tiburtina: https://maps.app.goo.gl/hUhJABxsJVTRKRbh8
Albuccione: https://goo.gl/maps/FdEhPKiFqw8JsYHc7
Setteville: https://goo.gl/maps/QDDNe6ik67spSygp9
Settecamini: https://goo.gl/maps/v17apBvVvwPf65RB8
Fabbrica Gentilini: https://goo.gl/maps/mYTc5YeuuJDdaitJ7
Pietralata: https://goo.gl/maps/X34hTYjBXUW4vj9c7
Portonaccio: https://goo.gl/maps/bCWcm3Yez5hDkMWX6
Stazione Tiburtina: https://goo.gl/maps/ZRzrieKJye4Bew3E6
Cimitero Verano: https://goo.gl/maps/Ee4RpCbprXPqjbNo8
Basilica di San Lorenzo: https://goo.gl/maps/3byHcEZ8jpvXEawA8
Porta Tiburtina: https://goo.gl/maps/uPe2xPuz8xwZdvMa7
Porta Tiburtina: https://goo.gl/maps/bWkvaufttTsW2Eg38
Santa Maria Maggiore: https://goo.gl/maps/SBhpgY2ew5vzb78RA
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
Organizzazione | Giuseppe Cocco |
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