19. Treni dell'altro mondo: Mantova - Monaco da «L'Italia in seconda classe» di Paolo Rumiz
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Descrizione
Mantova, caldo bestiale.Il capotreno del locale per Verona fora i biglietti cantando un liscio. “Che voce”, lo elogia Marco-740. E lui, confidenziale: “E’ roba da palati fini”. Il titolo? “Caparbio,...
mostra di più“Che voce”, lo elogia Marco-740.
E lui, confidenziale: “E’ roba da palati fini”.
Il titolo? “Caparbio, dell’orchestra Baiardi, uno che ha lavorato cinque anni con Casadei”.
Gli chiedo come va.
Lui: “Meno male che vado in pensione” .
Che succede?
“La rete muore. Guardi il raddoppio della della Verona-Bologna. L’ero putelin a scola e l’era de finir. Vado in pension e l’è ancora de finir.”
Poi riparte cantando tra gli scompartimenti.
Quando una Luna inonda Porta Nuova di luce azzurrina e il silenzio scende sulla rete, risentiamo passare gli ebrei diretti ad Auschwitz.
Stessi cigolii, tonfi, odori.
Tutto pare successo l’altro ieri, il tempo sembra fermarsi.
Ed è strano.
Viaggiamo da diciannove giorni appesi alla tirannia di un libretto orario, ma le ore non hanno più senso per noi.
Poi è un’alba con falegnamerie, mucche pezzate, campanili a cipolla.
Le valli cupe finiscono, il treno accelera verso l’Isat, sente profumo di Weisswurst e giornali appena sfornati.
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
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